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Riforma delle pensioni, tutte le soluzioni al vaglio del governo

Quota 96, Quota 41 fino ad arrivare a Quota 103 e ai fondi pensione personali. L’esecutivo è al lavoro per mettere le basi di una possibile riforma previdenziale in Italia. Facciamo il punto della situazione.

Il primo incontro esplorativo sul tema dell’uscita dal mondo del lavoro andrà in scena il 26 luglio. Governo da un lato, parti sociali dall’altro, insieme all’Osservatorio sul monitoraggio della spesa previdenziale. Un calendario di appuntamenti che poi continuerà, dopo la pausa di agosto, ai primi settembre.

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Bisogna ancora aspettare per capire quali saranno le misure pensionistiche che si potranno adottare dal 2024. Eppure, qualcosa già emerge, con il ritorno delle cosiddette “Quote”.

Le possibili soluzioni: Quota 96 e proroga di Quota 103

La possibilità di uscita con 41 anni di contributi e 62 anni di età finirà il 31 dicembre, eppure fonti del Governo parlano di una proroga per tutto il 2024, forse con qualche piccola modifica anche se non c’è nulla di ufficiale per il momento. Tra le altre idee che stanno circolando in questi giorni c’è anche Quota 96: 61 anni di età e 35 anni di versamenti, ma solo per alcune categorie, come i lavoratori in attività gravose o usuranti. Obiettivo specifico della Lega è invece Quota 41 anni, l’opzione più costosa se si pensa che potrebbe comportare 4 miliardi di spesa solo il primo anno.

La strada alternativa: i fondi pensione

Tra le altre opzioni a disposizione dei lavoratori italiani c’è quella alternativa rappresentata dai fondi pensione. Come riporta Moneyfarm, si tratta di una forma di investimento e soprattutto di previdenza complementare, che andrà ad integrare l’assegno previsto dall’INPS una volta raggiunta l’età pensionabile. Ad oggi esistono diverse opzioni: dal fondo pensione chiuso, soggetti alla contrattazione collettiva nazionale o aziendale, a quelli aperti, istituiti direttamente presso banche o compagnie assicurative, passando poi per i PiP, i Piani individuali pensionistici.

Dati Inps: calano le nuove pensioni

Intanto le nuove pensioni in Italia calano. L’Osservatorio Inps sui flussi di pensionamento mette in evidenza un –16,6% nei primi mesi del 2023, con 370.136 nuove pensioni (nello stesso periodo del 2022 erano oltre 440 mila). L’importo medio mensile è invece di 1.168, un dato ancora una volta più basso di quello dell’anno scorso (sebbene di poco: 1.168). Numeri che contribuiscono a fotografare una situazione delicata e in continua evoluzione. Una situazione in cui è bene, per tutti, iniziare a guardarsi a intorno.