Home Rubriche Binario21

La pesca e l’agenda

Tratto da Urlo n.216 ottobre 2023

Può una semplice pesca condizionare, convogliare e praticamente annullare, il dibattito politico di un Paese per tre giorni? Può una pesca diventare il centro delle polemiche e dello scontro ideologico in un Paese occidentale alle prese con tanti altri problemi? Purtroppo è quanto successo con il nuovo spot del supermercato Esselunga nel quale (sintetizzo se ci fosse ancora qualcuno non preparato) una bambina, con genitori separati, compra con la mamma una pesca che poi dona al padre dicendo che il pensiero non è suo, ma della mamma.

Ads

A fronte di un video ben girato, con un uso sapiente dei tempi e il plauso al lavoro messo in campo dall’agenzia di comunicazione che l’ha ideato, il Paese per alcuni giorni sembra essersi intellettualmente fermato. Il via alle elucubrazioni e alle polemiche, quantomeno idealmente, l’ha dato la stessa premier Giorgia Meloni, con un tweet in cui afferma di aver trovato “bello e toccante” lo spot. Da quel momento in poi si sono susseguite dichiarazioni, prese di posizione, commenti e repliche. Ognuno capace di esprimere la sua opinione o posizione ad un pubblico (più o meno interessato) si è sentito nel sacro dovere di dire la sua, spesso purtroppo con scarsi risultati, andando a saturare lo spazio del dibattito pubblico. Come se l’importante in quelle ore non fosse dire qualche cosa di intelligente sullo spot, ma solo e soltanto dire qualche cosa per accaparrarsi la ribalta.

Ci sarebbe da sperare che lo spot dell’Esselunga, con le sue (sempre che ce ne siano) ripercussioni sulla società che viviamo, sia il problema più grande da affrontare. Devo ammetterlo, mi piacerebbe vivere in un Paese di questo genere. Dove per cercare scontro le diverse forze politiche si concentrino sulle questioni sollevate o ricercate in uno spot. Sulla contrapposizione tra i valori della famiglia, sul divorzio, sulle famiglie allargate o quelle queer. Tutti temi importanti, con una dignità tale da entrare nel dibattito politico, quello vero, non quello fatto di meme e parodie.

C’è poi da dire che in un momento in cui il Governo è impegnato (o incagliato) nella discussione sulle misure economiche, sulle armi all’Ucraina, sulle pressioni dell’Europa sui migranti, forse il tweet della Meloni altro non era che un modo per prendere fiato, almeno per 72 ore o fino al prossimo caso che distolga l’attenzione.

Leonardo Mancini