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Esordio vincente del Santa Lucia basket in carrozzina nel campionato di serie B

ROMA – Buona la prima del Santa Lucia Basket in carrozzina che sabato 15 gennaio ha battuto in casa presso l’impianto Palareny di via G.Pasquariello n. 27 in zona Prati Fiscali la squadra salernitana del Crazy Ghosts di Pontecagnano. L’emergenza dovuta alla pandemia Covid 19 ha condizionato pesantemente l’inizio dei campionati italiani di serie A e B del basket e in questi primi turni varie partite sono state rimandate, tra cui anche il match Don Orione-Santa Lucia Basket, inizialmente programmato per lo scorso 9 gennaio e che è stata rinviata al prossimo 24 marzo sempre in casa del Centro Sportivo Don Orione. Il team ardeatino ha così debuttato per la seconda stagione consecutiva nella serie cadetta, dopo tanti anni di gloriosa militanza nella serie maggiore, costellata da successi italiani e internazionali. Covid-19 permettendo, domenica 23 gennaio alle 15.00 il Santa Lucia giocherà la seconda partita presso il Pamphili Village” a Via di Vigna Girelli n. 80 in casa della Lazio.

LA FEDERAZIONE HA PRIMA IMPOSTO UN SISTEMA RIGIDO, POI HA RIVISTO LE REGOLE

Visto l’aumento di casi dovuti alla variante Omicron, lo scorso 28 dicembre la FIPIC (Federazione Italiana Pallacanestro In Carrozzina) ha pubblicato un comunicato con cui venivano ripristinate con effetto immediato le norme della passata stagione per le gare di campionato di serie A e B. In base a queste regola, a partire dall’8 gennaio 2022 (data di inizio campionato, come da calendario) le squadre si sarebbero dovute presentare in campo con tamponi eseguiti nelle 48 ore precedenti la gara e le squadre di casa provvedere alla sanificazione degli spogliatoi e verificare attraverso i propri referenti Covid le certificazioni negative dei tamponi con la stessa procedura vigente la passata stagione sportiva. Tutto questo in previsione del green pass rafforzato, poi partito lo scorso 10 gennaio. “Capiamola necessità di rispettare le norme sanitarie – ha commentato il presidente giocatore Giulio Sanna Alì Mohamed – ma l’impostazione iniziale è stata troppo rigida. Ci conforta che la stessa federazione se ne è resa conto e ha introdotto correttivi alla eccessiva rigidità della regola e ha inserito la clausola per cui, in presenza di numerosi contagi, le squadre possono mettersi d’accordo per rinviare la data del match, cosa che è già successa a noi e a varie altre squadre”.

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MEMORIAL TOBIA DI MONTE

Lo scorso 28 dicembre il Santa Lucia ha dedicato nella propria pagina Facebook un affettuoso ricordo al cestista Tobia Di Monte, a due anni dalla morte, avvenuta alla fine del 2019 ad appena 23 anni dopo una lunga malattia. Nato a Napoli il 20 luglio del 1996, ma residente ad Alatri, da giovanissimo era stato una promessa del Frosinone calcio, ma fu colpito da un sarcoma che costrinse i medici ad amputargli la gamba destra. Così, nel 2016, iniziò a giocare a basket in carrozzina, diventando un punto di forza del Santa Lucia Roma (vinse l’oro alla EuroLeague 3 del 2018) e poi della Nazionale. Nel 2017 partecipò a Toronto al Mondiale Under 23 con la maglia azzurra della Nazionale. Toby, così lo chiamavano gli amici, era un “campione di coraggio, di gentilezza e di lealtà… ci hai solo preceduti nel futuro, un giorno ci incontreremo di nuovo e vestiremo ancora gli stessi colori”, così il suo club ha scritto nella pagina Facebook. Anche la Federazione basket in carrozzina alla fine del 2019, aveva espresso un commosso pensiero: “Una notizia che non avremmo mai voluto ricevere. Ci ha lasciati nella notte Tobia Di Monte. Prima che un atleta delle nostre nazionali, un ragazzo che aveva conquistato i nostri cuori con garbo, con educazione, con entusiasmo. Ci siamo innamorati di Tobia nel corso dei Mondiali Under 23 di Toronto, nel 2017, quando scoprimmo una persona umile ma determinata, un talento in campo, un ragazzo d’oro fuori. Un amico per tutti noi”. In quell’occasione il presidente della Federazione, Fernando Zappile, ha inoltre annunciato che sarebbe stato istituito un memorial “per tenere sempre vivo il ricordo e l’esempio del grande spessore umano immediatamente percepibile da chi ha avuto la fortuna di conoscerlo”. La squadra ardeatina nel 2021 ha partecipato a due eventi, in entrambi i casi gli incassi sono stati devoluti al progetto di beneficienza la stanza di Tobia, finalizzata a finanziare una casa famiglia gratuita destinata alle famiglie dei bambini ricoverati presso gli ospedali oncologici. Lo scorso 10 ottobre, il primo memorial Tobia di monte si è svolto presso il palazzetto dello sport di Tecchiena, frazione del comune di Alatri dove abitava il giovane atleta, mentre il il 21 dicembre è stata la volta del Christmas Game presso il Pala Rinaldi di Viale Kant con una sfida amichevole tra il Basket Roma Day e il Santa Lucia Basket Roma.

DUCCIO PIRAS E ALVARO CARBONI PRECURSORI DEL MODERNO BASKET IN CARROZZINA

Negli ultimi decenni il livello delle prestazioni degli atleti disabili è notevolmente cresciuto e tutti ne siamo rimasti ammirati seguendo le ultime edizioni delle paralimpiadi. Alla base del salto di qualità c’è l’opera pionieristica di importanti dirigenti sportivi e allenatori come Duccio Piras, purtroppo scomparso nel 2018, che applicò per primo le metodologie di allenamento ed organizzazione del basket in piedi ai giocatori paraplegici e guidò la nazionale per più di un ventennio, fin dai tempi della federazione italiana sport handicappati (FISHA poi FISD), vantando ben 5 partecipazioni ai giochi paralimpici. Affiancato poi da Alvaro Carboni, che ne proseguì le imprese, condusse la nazionale nei mandati dei presidenti Marson e Vernole per poi collaborare con il movimento fino alla fine degli anni 90, sempre animato da grande tenacia e onestà intellettuale. Carboni rientrò nello staff tecnico delle nazionali di basket in carrozzina della Federazione Italiana Sport Disabili (FISD) nel 1997 e ricevette proprio da Piras il delicato incarico di programmazione del settore squadre Rappresentative nazionali. I due autori hanno riassunto l’esperienza di una vita nel prezioso manuale di tecnica cestistica ‘Il Basket in carrozzina’ (Ed. Marchesi Grafiche Editoriali), arricchito da ricerche storiografiche sull’evoluzione della Sporterapia in Italia e nel mondo ed approfondimenti scientifici sull’idoneità fisica e il dispendio energetico. Il libro è la degna conclusione di un precedente lavoro edito dalla Promozione Sportiva del CONI che aveva portato Piras a pubblicare un primo testo “Elementi di Pallacanestro in carrozzina”, in occasione del primo corso integrato per allievi allenatori Federazione Italia Pallacanestro-Federazione italiana per il Superamento dell’Handicap (FIP-FISHa).

L’OPERA PIONIERISTICA DI ANTONIO MAGLIO E LE PRIME PARALIMPIADI DEL 1960

All’inizio del suo impegno sportivo, Piras lavorò nell’equipe multidisciplinare di allenatori del Centro Paraplegici di Ostia dell’Inail, dove venne chiamato dal medico e accademico italiano Antonio Maglio, che fu il vero e proprio artefice della prima fase dello sport per disabili in Italia. Grazie alla rete di contatti di Maglio, si svolsero nel 1960 le prime paralimpiadi, presso il complesso sportivo “Tre Fontane” e la piscina del Foro Italico, ossia gli stessi impianti che poco meno di un mese prima avevano ospitato le XVII Olimpiadi estive. Fin dalla laurea in medicina, ottenuta a Bari nel 1935, il medico e neuropsichiatra fu il primo a praticare terapie di riabilitazione dei disabili, moltissimi dei quali gli devono il miglioramento dell’aspettativa di vita ed il reinserimento nel corpo della società civile. Dopo la Seconda guerra mondiale, il medico e neuropsichiatra cominciò ad operare con grande intensità presso il Centro Paraplegici dell’INAIL di Villa Marina ad Ostia (CPO), dove divenne direttore e in tale veste cominciò ad attuare nuove tecniche e metodologie per la riabilitazione, riuscendo rapidamente a ridurre la mortalità e lo  stato depressivo dei pazienti, che vennero avviati a programmi di attività sportiva multidisciplinare: atletica leggera, nuoto, pallacanestro, scherma, tennistavolo, tiro con l’arco, tutti praticati contemporaneamente dai pazienti.  Maglio si ispirò alla preziosa esperienza di Ludwig Guttmann, neurologo e dirigente sportivo tedesco naturalizzato britannico, nato nel 1899 da famiglia ebrea ortodossa, che ebbe il merito di diffondere lo sport per disabili dagli Stati Uniti all’Europa. Nel 1952 Guttmann organizzò i primi Giochi per disabili, cresciuti nel tempo fino ad avere oltre 130 partecipanti stranieri, tra cui 4 atleti olandesi reduci di guerra, cosa che impressionò l’opinione pubblica internazionale e i dirigenti del movimento olimpico.

Andrea Ugolini