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Once upon a time in Rome: è il giorno di Quentin Tarantino

È arrivato uno dei giorni più attesi della sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma iniziata lo scorso 18 ottobre, giorno in cui Quentin Tarantino riceverà il premio alla carriera.

Più che un regista sembra una rockstar. Ogni volta che sbarca nella capitale, Quentin crea il panico. Non è stata da meno la conferenza stampa che si è tenuta oggi alle 13 nella Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.

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Alle 19 infatti il regista premio Oscar incontrerà il pubblico della festa del Cinema e riceverà il premio alla carriera.

Giorni fa aveva già affermato il suo orgoglio riguardo la consegna del premio: “C’è stato un momento della mia vita in cui guardavo qualsiasi film italiano e ho dedicato gli anni migliori della mia carriera a realizzare la mia versione di questi film. Per questi motivi, ricevere il Premio alla Carriera alla Festa del Cinema di Roma è fantastico”.

 E così oggi si è reso disponibile per un incontro con la stampa conclusosi con un’orda di fan che si sono fiondati su di lui per autografi e foto. Nonostante il timing ristretto e le limitazioni dovute alla situazione, Tarantino ha cercato di fare il possibile per accontentare la maggior parte dei fan.

Tra le tante domande che gli sono state poste c’è stata naturalmente quella che tutti si fanno dal momento in cui ha dichiarato di voler concludere la sua carriera di regista cinematografico al 10° film, ovvero il prossimo: “Non sono ancora sicuro, ma ci sono buone possibilità che sia Kill Bill 3”.

Parlando invece dei personaggi da lui creati, ha aggiunto, dopo una lunghissima pausa: “Beh mi piace Cliff, passerei un sacco di bel tempo con lui… e probabilmente uno con cui discuterei molto, nel senso che lo odio, ma ci farei una lunga chiacchierata è Calvin Candie, ma uno con cui parlerei ancora di più è sicuramente Rick Dalton perché sono convinto che sia un piagnucolone (a “cry baby”) nonostante la magnifica carriera che ha fatto. Lui non se ne accorge, non la apprezza. Certo nel corso del film e del romanzo lui comincia ad apprezzarla perché non la vede più in termini di vanità”.

Ha parlato anche della paternità e delle priorità che cambiano: “Il fatto che sia diventato padre sul finire della mia carriera e non 20, 25 o 9 anni fa, sì effettivamente mi ha fatto cambiare priorità.”

Ma la risposta più curiosa il regista di Pulp Fiction l’ha data a chi gli ha chiesto “Se tu potessi uccidere qualcuno per cambiare la storia in meglio, come accade nei tuoi film, chi sceglieresti?”

La replica è stata geniale: “Naturalmente non voglio uccidere realmente nessuno, ma se penso che Nascita di una Nazione di D.W. Griffith ha contribuito alla ri-nascita del Ku Klux Klan negli Stati Uniti, beh non voglio dire che ucciderei Griffith, ovvero il regista di quel film, ma forse chi ha scritto la storia, ovvero Thomas F. Dixon Jr. meriterebbe lo stesso trattamento che è stato riservato ai nazisti con il processo di Norimberga, perché le modalità con cui ha fatto del male sono le stesse. Non ucciderei mai è ovvio, ma penso che avrebbe dovuto essere punito per quello che ha scritto”.

Ora non ci resta che attendere il red carpet e l’incontro con il pubblico, stasera alle 19 all’Auditorium Parco della Musica di Roma.

Marco Casciani