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Golden Visa e Icarus: l’arte di López Cuenca tra le strade di Roma

Aspettando la riapertura della retrospettiva su Rogelio López Cuenca anche la città diventa museo

R_lopezCuenca_Icarus
Icarus,1994-2000 Vinile su placca di zinco smaltata Collezione dell’artista Foto di JuanBaraja

ROMA – Da questa mattina su 250 dispositivi pubblicitari di Roma sono apparsi 10 diversi manifestini che compongono l’opera Golden Visa. I manifesti sono stati affissi con la collaborazione del Comune di Roma dal centro alla periferia, da via delle Botteghe Oscure al Colosseo, da largo Brancaccio a via Panama, da via Appia a Viale San Paolo, da via Aurelia Antica a Lungotevere Flaminio, da Viale Palmiro Togliatti a via Prati Fiscali, da Viale Jonio a via Vasco de Gama.

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L’INIZIATIVA

L’iniziativa è partati in attesa della riapertura della retrospettiva dell’artista Rogelio López Cuenca ‘A quel paese’, ospitata dalla Real Academia de España en Roma e dalla Fondazione Baruchello. La mostra purtroppo è stata sospesa a causa dell’emergenza sanitaria.

GOLDEN VISA

Copiando la struttura iconografica di una campagna pubblicitaria, l’artista in Golden Visa modifica il significato originale con l’inserimento di messaggi che ne cortocircuitano la lettura. Si tratta di una manipolazione verbo-visiva per mostrare le contraddizioni esistenti tra la realtà della migrazione e la sua rappresentazione mediatica. Un’operazione di sabotaggio nei confronti degli stereotipi visivi relazionati alla pubblicità, ai mezzi di comunicazione e ai sistemi bancari.

GoldenVisa,2018
In collaborazione con Elo Vega.
10 manifesti (part.)
Collezione degli artisti

ICARUS AL GIANICOLO

Passeggiando sul Gianicolo, poi, ci si può affacciare dalla terrazza di San Pietro in Montorio ammirando l’opera Icarus (1994-2020), una raffinata ed ironica lettura del paesaggio contemporaneo installata sotto forma di segnale urbano sulla piazza davanti l’Accademia dove si può godere della splendida vista sulla città.

Icarus è una rilettura contemporanea del quadro omonimo di Peter Brueghel il Vecchio (1554-1555) e, come nella maggior parte dei lavori di López Cuenca, anche qui l’ironia è latente e subliminale. Come nel quadro di Brueghel, che dà il titolo a quest’opera, il paesaggio è più importante del mito: infatti Icaro è oramai sparito del tutto davanti alla spinta del paesaggio contemporaneo, un paesaggio definitivamente antropizzato e urbanizzato. L’opera di López Cuenca diventa così metafora della disumanizzazione che ha portato con sé l’incontrollato intervento umano nel paesaggio.

Red