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Kendrick Lamar – Mr. Morale & The Big Steppers

“Mr. Morale & The Big Steppers” fa parte di quella schiera di dischi considerati belli ma misteriosi. In molti hanno urlato al capolavoro, altri ne hanno pensato l’esatto contrario.

Oggi assistiamo all’uscita di dischi che sono dei concept album il cui destinatario è prima di tutto un consumatore piuttosto che un ascoltatore. Ma è sempre stato così? Certamente oggi l’industria musicale, a causa del carattere immediato e frenetico del mercato, non può rallentare e così avviene questa overdose di drop per lo più inutili finalizzati all’economia stessa. Kendrick Lamar ha dimostrato invece di essere al di sopra di questo e non essendo un artista che si sottomette al mercato, è un musicista che fa mercato a parte.

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Se leggiamo i testi è lampante il revanscismo con cui mette in fila le sue rime, mettendo sotto accusa il suo paese e parte del mondo industrializzato. Svelando l’ipocrisia e la menzogna celata in tutte le contraddizioni che caratterizzano il blocco occidentale. Non a caso per la sua scrittura e tutto il lavoro di divulgazione gli è stato riconosciuto il Pulitzer nel 2018.

Insomma, il disco di Kendrick è cucito con due fili intessuti tra di loro. Un doppio legame che intreccia Worldwide Steppers sul lato A del disco e Mr. Morale sul lato B.

Brani uniti da un rapporto complicato e viscerale che si rivela in tutta la sua crudezza, in We Cry together. Pezzo diventato famoso per via del fatto che sentiamo una coppia litigare mandandosi a quel paese senza troppi freni e con un certo ritmo. Molto Malcom & Marie per capirci e se l’avete visto. Beh, ecco, l’urlo di Kendrick è arrivato molto in alto e se oggi qualcuno non è pronto ad amare questo disco chissenefrega.

Riccardo Davoli