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Apre all’Eur la ‘Casa di Leda’, ospiterà le detenute di Rebibbia e i loro bambini

Ospiterà sei madri e altrettanti bambini sotto i tre anni. Concluso il lungo iter di un progetto partito nel 2015

L’INAUGURAZIONE – Sarà inaugurata l’11 luglio dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, insieme al sindaco Virginia Raggi, la “Casa di Leda”, una casa-famiglia protetta dove i figli delle detenute potranno vivere insieme alle loro madri sottoposte alla misura degli arresti domiciliari. Il centro sorge in un edificio confiscato alla criminalità organizzata all’Eur in via Algeria. La struttura accoglierà fino a un massimo di sei mamme coi loro figli, anche stranieri, per favorire il dialogo interculturale. “L’apertura della ‘Casa di Leda’ – ha commentato il Garante della Regione Lazio Stefano Anastasia – è una notizia che ho accolto con grande soddisfazione. Si tratta certamente di una prima risposta al problema della impropria detenzione di bambini e bambine all’interno delle istituzioni penitenziarie, una soluzione che assicura loro condizioni di vita più adeguate ad un sano e naturale sviluppo psico-fisico”.

IL PROGETTO – Il gruppo capitolino dei democratici in una nota diramata ieri ha ricostruito l’iter che ha portato all’apertura della struttura. Il progetto infatti è nato sotto la precedente Giunta nel maggio del 2015, con la volontà di assegnare in comodato d’uso un bene sottratto alla criminalità. Successivamente è stato quindi firmato il protocollo d’intesa tra ministero della Giustizia, Comune di Roma e Fondazione Poste insieme onlus, per l’attivazione della casa famiglia. “Nell’ottobre 2015 il Dipartimento amministrazione penitenziaria ha dichiarato l’idoneità dell’abitazione di via Algeria 11 e successivamente ha istituito il Tavolo di coordinamento di quella che nel frattempo è stata chiamata ‘Casa di Leda’, in ricordo di Leda Colombini – spiegano i consiglieri del Pd -A febbraio 2016 la direzione dipartimento Politiche sociali del Comune di Roma, ha approvato la lettera invito per l’acquisizione delle candidature ai fini dell’assegnazione dei locali”.

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L’ASSEGNAZIONE – La lettera è stata poi pubblicata sul sito di Roma Capitale ed inviata alle associazioni che lavorano nel carcere di Rebibbia: “È passato oltre un anno da quella data e finalmente anche grazie alle sollecitazioni e ad una mozione presentata dal gruppo del Pd capitolino e votata dall’Assemblea Capitolina, la nuova struttura aprirà i battenti a mamme e bambini – spiegano dal gruppo capitolino del Pd – Roma diventa così la prima città in Italia che realizza un progetto, fortemente voluto dall’ex giunta di centrosinistra, in rispetto dei diritti dei bambini e che offre alle mamme detenute la possibilità di reinserimento nella società”. Anche la sistemazione della villa, da tempo inutilizzata, è stata condotta ad opera di cinque detenuti (tre uomini e due donne) selezionati dalla direzione del carcere di Rebibbia.

LeMa