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Da Millevoi al Dazio in corteo contro la Cabina Acea

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300 persone bloccano la strada per dire no alla Cabina e alle edificazioni nel quadrante

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IL CORTEO – Circa 300 persone si sono riversate ieri sera sull’Ardeatina, per manifestare contro la costruzione di una Cabina Acea su via Millevoi a servizio delle nuove edificazioni previste nell’area. “Questo è un messaggio per le Istituzioni inviato dalla gente – ha spiegato Roberto Benedetti, Presidente del Cdq Millevoi Ardeatina – Siamo disgustati dal fatto che ad un evidente errore non si voglia porre rimedio. L’unica cosa che può farlo è bloccare un progetto scellerato”. 

I LAVORI CONTINUANO – Nonostante il 30 ottobre l’Assemblea Capitolina interessata dai Consiglieri Cozzoli e Quarzo, abbia votato all’unanimità la sospensione dei lavori per la Cabina, il cantiere risulta ancora attivo. “I lavori sono proseguiti senza interruzione – seguita Benedetti – C’è arroganza da parte di una società che per il 51% è proprietà del Comune e quindi dei cittadini di Roma che vanno tutelati”. Nemmeno la richiesta bonaria del Presidente Santoro per l’interruzione dei lavori sembra aver portato allo stop: “È stato promesso un blocco che non c’è stato – aggiunge – in questo caso non basta una richiesta bonaria”. 

PROVE DI MEDIAZIONE – Eppure un tentativo di mediare con la cittadinanza c’è stato, anche se non sembra aver sortito gli effetti sperati dall’Amministrazione. Infatti l’11 novembre scorso il Comitato di Quartiere Ardeatina Millevoi ha incontrato l’Acea, l’Assessore capitolino Giovanni Caudo e il Presidente municipale Andrea Santoro: “L’incontro – raccontano dal Cdq – è stato l’occasione per illustrare le modifiche migliorative sulla cabina primaria. In particolare Acea ha manifestato l’intenzione di una maggiore protezione visiva attraverso alberi nel perimetro e la copertura delle facciate dell’edificio con mattoncini che richiamino l’architettura delle palazzine vicine”. Questo ai cittadini della zona e agli attivisti delle tante realtà che stanno condividendo questa battaglia non è bastato: “I cittadini sono determinati perché la battaglia è giusta – ha proseguito Benedetti durante la manifestazione – Ci sentiamo presi in giro e per nulla tutelati dalle istituzioni”. 

I PROSSIMI APPUNTAMENTI – Sicuramente la mobilitazione innescata da questo progetto non si fermerà qui: “Devono essere consapevoli che senza il nostro consenso non si fa nulla”, annunciano i rappresentanti di Attivamente Cecchignola, mentre Luca Verducci del Coordinamento Agro Romano Bene Comune aggiunge: “Aspettiamo un milione di mc di cemento sull’agro romano. Non abbandoneremo il territorio”. Intanto in questo caso il corteo oltre a percorre via Ardeatina è arrivato fino al Dazio all’incrocio con via di Vigna Murata: “E non vogliamo fermarci qui – ha dichiarato Alessandro Lepidini, Consigliere Pd in Municipio IX – la prossima mossa deve essere una manifestazione all’Eur, sotto il Dipartimento Urbanistica”. 

DAL MUNICIPIO IX – In una nota il Consigliere Lepidini ha aggiunto: “È qualcosa di inaccettabile che in piena violazione dell’articolo 9 della Costituzione, sulla tutela paesaggistica, si consumi senza colpo ferire un autentico scempio ambientale, con il principale responsabile che continua a voltarsi dall’altra parte, come se non fosse affar suo. Per questa ragione – sottolinea Lepidini – ribadisco che, intanto la strada della sospensione di efficacia della delibera capitolina, visti i gravissimi vizi di cui è affetta, è una via obbligata e ormai non più rinviabile con conseguente blocco del cantiere”. Lepidini è certo delle azioni che le Istituzioni dovrebbero prendere sulla vicenda: “Davanti ad una delibera che è un’offesa ad un principio fondamentale della Costituzione non vi è altra strada per l’Amministrazione capitolina di agire in autotutela, cancellando questo abuso ai danni del territorio e dei suoi abitanti. Sul versante Municipio – conclude la nota – è necessario invertire la rotta alla svelta, perché non si può restare più a lungo passivi dinanzi a chi ha scambiato un assessorato capitolino, peraltro privo di ogni mandato elettivo, con i poteri tipici di una cattedra universitaria. Non funziona così la democrazia”.

Leonardo Mancini

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