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EUR: un quartiere proiettato nel futuro, con una mobilità del passato

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Il tempo stringe ma ancora non è stata illustrata una vera e propria pianificazione sul tema

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Tratto da Urlo n.133 marzo 2016

EUR – Le grandi opere dell’Eur sembrano essere quasi pronte o, quantomeno, si continua a lavorare nei cantieri aperti. Il Nuovo Centro Congressi, a detta del Presidente di Eur Spa Roberto Diacetti, è quasi concluso e probabilmente aprirà nel secondo semestre del 2016. Acquario e Luneur inaugureranno prima dell’estate. Le Torri TIM, che ospiteranno 3000 dipendenti (gli altri 2000 andranno, infatti, a via dell’Arte presso l’ex Istituto Immobiliare Italiano), verranno concluse in 18 mesi, la parte esterna forse anche alla fine di quest’anno, mentre per gli interni si dovrà attendere la metà del 2017. Durante un recente incontro pubblico, presso la sede di Eur Spa, Diacetti ha toccato anche altri argomenti, come la possibilità di riqualificare il Velodromo, la necessità di ripensare la gestione del PalaEur, fino ad arrivare alla spinosa vendita dell’albergo Lama, adiacente a Nuvola e Torri, che si prevede di affidare ad una società che lo renda operativo entro il 2018. Su questo tema i vertici di Eur sono arrivati fino a Berlino, partecipando all’International Hotel Investment Forum, appuntamento che mette insieme i principali operatori mondiali dell’industria alberghiera, per sollecitare eventuali manifestazioni d’interesse sulla struttura. “La visione d’insieme – ha dichiarato Diacetti durante la conferenza sopracitata – è tracciare uno sviluppo possibile di questo quadrante guardando al polo business, congressuale e di intrattenimento che diverrà, realizzando tutti quei servizi di supporto che consentano questa visione. L’Eur ha avuto il vantaggio di essere un quartiere con una buona mobilità, eppure oggi dobbiamo porci questo problema”.

E qui si arriva al punto su cui insistiamo da mesi sulle colonne di questo giornale. Il Presidente di Eur Spa, in particolare facendo riferimento ai 5000 dipendenti TIM e ai congressisti che confluiranno a breve nel quadrante, dice che “stiamo ragionando su come intervenire. È previsto un parcheggio in project financing a piazza Sturzo. Stiamo facendo delle valutazioni con il Municipio e l’Agenzia della Mobilità”. Abbiamo quindi subito chiesto ulteriori delucidazioni a Eur Spa, senza ottenere risposta. Ad ogni modo, attraverso altri canali, apprendiamo che i posti auto dovrebbero essere 600 che, se confermati, potrebbero essere un piccolo passo avanti ma, a conti fatti, non di certo risolutivi. Ha detto bene Diacetti, l’Eur ha avuto il vantaggio, nel corso degli anni, di avere una buona mobilità. Appunto, ha avuto. E con le nuove “immissioni” è impensabile credere che si possa anche solo sopravvivere. È vero, il quartiere è dotato di metro e autobus, ma se non si prevede un’integrazione di offerta, difficilmente potranno far fronte alle nuove “invasioni”. Ci vuole (anzi, ci sarebbe voluta, perché adesso è forse troppo tardi) una linea programmatica che preveda parcheggi (interrati), opere di viabilità e potenziamento mezzi pubblici. Ciò che appare, invece, è che non ci sia né un’idea di come operare in questa direzione, né un budget (si ricorre ai privati o alla vendita di palazzi pubblici per terminare le opere in corso).

Eppure i progetti c’erano: 2 parcheggi interrati, di cui uno pertinenziale alla Nuvola, previsti da delibera comunale a piazzale Marconi (sotto l’Obelisco), il sottopasso Colombo-Europa (finanziato con gli oneri concessori delle allora Torri di Piano). E a proposito di questi oneri, si è aperta, recentemente, la polemica legata a un’inchiesta de Il Messaggero che, in breve, asseriva che per le Torri TIM siano stati pagati 24 milioni di oneri concessori a fronte della cifra prevista inizialmente, tra i 60 e gli 80 milioni, “come se si trattasse di una riqualificazione urbana e non di una ristrutturazione privata”. Tali asserzioni sono state denunciate dall’ex Assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, Giovanni Caudo, additandole come “un’inaccettabile e incredibile ondata di fango riversata sulla mia persona”. Rendiamo noti questi fatti, senza entrare nel merito, in quanto gli organi competenti stanno facendo i dovuti accertamenti, solo per fare una riflessione. Gli oneri concessori sembra, quindi, si siano ridotti di quasi quattro volte: ma se il sottopasso Colombo-Europa, che doveva essere realizzato attraverso quegli oneri, serviva allora, quando nelle Torri erano ancora previsti degli appartamenti di lusso, adesso che si insedieranno gli uffici TIM con i loro 5.000 dipendenti, non servirà ancora di più? Bene, non è difficile capire che tra forte decurtazione dell’importo degli oneri e forte aumento dell’insediamento di persone che insisteranno sull’area, c’è una discrepanza macroscopica. Intanto, ad oggi, quale sarà l’utilizzo di questi (mini)oneri non è dato ancora sapere, ma intanto si può dire, se non altro, di essere un po’ (eufemismo) stretti con i tempi.

Da rilevare che nel frattempo anche Renzi ha fatto una visita alla Nuvola, durante la quale gli sono stati esposti rilevanza del progetto e tempi di realizzazione. Il Premier si è detto entusiasta, innalzando l’opera a “simbolo della ripartenza della società. Perché il nostro obiettivo è sbloccare, sbloccare, sbloccare”… peccato che nessuno, quel giorno, gli abbia detto che, in mancanza di interventi strutturali sulla mobilità, cittadini e traffico a breve rimarranno bloccati, bloccati, bloccati…!! “Se l’uso dei taxi e dell’automobile privata verranno considerati le uniche soluzioni trasportistiche – ha dichiarato Giuseppe Mannarà, Consigliere del M5S al Municipio IX – la paralisi dell’Eur è una certezza. Ci vuole una strategia complessiva e una politica di sistema che, con la somma degli oneri concessori che la Magistratura riterrà siano dovuti a Roma, consideri la metro B come la spina dorsale della mobilità, insieme a una rete di bus ecologici. Per questo si devono rendere sicure e decorose le tre fermate dell’Eur, sistemati i marciapiedi e intensificati i collegamenti con gli aeroporti grazie a bus e pullman”. L’automobile, purtroppo, resta un’esigenza laddove non ci siano i presupposti per optare sul mezzo pubblico. “Se il progetto di Renzo Piano – ha dichiarato Andrea De Priamo, Coordinatore romano di Fdi ed ex Assessore all’Urbanistica municipale – prevedeva la costruzione, con gli oneri concessori, del sottopasso Colombo-Europa, com’è possibile che oggi non si mantenga la previsione su quelle infrastrutture? È evidente che questa operazione non ha dato adeguate garanzie in tal senso. È necessario un piano di mobilità e di trasporto pubblico per l’Eur adeguato e fino a quel momento bisogna fermare tutto e fare il punto della situazione, capire quello di cui c’è bisogno e cercare di ottenere il massimo dei finanziamenti per gli interventi previsti”. Attendiamo che le istituzioni rendano noti i loro progetti, speriamo in tempi celeri, per effettuare nuove valutazioni sul tema.

Serena Savelli 

EUR: un quartiere proiettato nel futuro, con una mobilità del passato

Il tempo stringe ma ancora non è stata illustrata una vera e propria pianificazione sul tema

Tratto da Urlo n.133 marzo 2016

 

EUR – Le grandi opere dell’Eur sembrano essere quasi pronte o, quantomeno, si continua a lavorare nei cantieri aperti. Il Nuovo Centro Congressi, a detta del Presidente di Eur Spa Roberto Diacetti, è quasi concluso e probabilmente aprirà nel secondo semestre del 2016. Acquario e Luneur inaugureranno prima dell’estate. Le Torri TIM, che ospiteranno 3000 dipendenti (gli altri 2000 andranno, infatti, a via dell’Arte presso l’ex Istituto Immobiliare Italiano), verranno concluse in 18 mesi, la parte esterna forse anche alla fine di quest’anno, mentre per gli interni si dovrà attendere la metà del 2017. Durante un recente incontro pubblico, presso la sede di Eur Spa, Diacetti ha toccato anche altri argomenti, come la possibilità di riqualificare il Velodromo, la necessità di ripensare la gestione del PalaEur, fino ad arrivare alla spinosa vendita dell’albergo Lama, adiacente a Nuvola e Torri, che si prevede di affidare ad una società che lo renda operativo entro il 2018. Su questo tema i vertici di Eur sono arrivati fino a Berlino, partecipando all’International Hotel Investment Forum, appuntamento che mette insieme i principali operatori mondiali dell’industria alberghiera, per sollecitare eventuali manifestazioni d’interesse sulla struttura. “La visione d’insieme – ha dichiarato Diacetti durante la conferenza sopracitata – è tracciare uno sviluppo possibile di questo quadrante guardando al polo business, congressuale e di intrattenimento che diverrà, realizzando tutti quei servizi di supporto che consentano questa visione. L’Eur ha avuto il vantaggio di essere un quartiere con una buona mobilità, eppure oggi dobbiamo porci questo problema”. E qui si arriva al punto su cui insistiamo da mesi sulle colonne di questo giornale. Il Presidente di Eur Spa, in particolare facendo riferimento ai 5000 dipendenti TIM e ai congressisti che confluiranno a breve nel quadrante, dice che “stiamo ragionando su come intervenire. È previsto un parcheggio in project financing a piazza Sturzo. Stiamo facendo delle valutazioni con il Municipio e l’Agenzia della Mobilità”. Abbiamo quindi subito chiesto ulteriori delucidazioni a Eur Spa, senza ottenere risposta. Ad ogni modo, attraverso altri canali, apprendiamo che i posti auto dovrebbero essere 600 che, se confermati, potrebbero essere un piccolo passo avanti ma, a conti fatti, non di certo risolutivi. Ha detto bene Diacetti, l’Eur ha avuto il vantaggio, nel corso degli anni, di avere una buona mobilità. Appunto, ha avuto. E con le nuove “immissioni” è impensabile credere che si possa anche solo sopravvivere. È vero, il quartiere è dotato di metro e autobus, ma se non si prevede un’integrazione di offerta, difficilmente potranno far fronte alle nuove “invasioni”. Ci vuole (anzi, ci sarebbe voluta, perché adesso è forse troppo tardi) una linea programmatica che preveda parcheggi (interrati), opere di viabilità e potenziamento mezzi pubblici. Ciò che appare, invece, è che non ci sia né un’idea di come operare in questa direzione, né un budget (si ricorre ai privati o alla vendita di palazzi pubblici per terminare le opere in corso). Eppure i progetti c’erano: 2 parcheggi interrati, di cui uno pertinenziale alla Nuvola, previsti da delibera comunale a piazzale Marconi (sotto l’Obelisco), il sottopasso Colombo-Europa (finanziato con gli oneri concessori delle allora Torri di Piano). E a proposito di questi oneri, si è aperta, recentemente, la polemica legata a un’inchiesta de Il Messaggero che, in breve, asseriva che per le Torri TIM siano stati pagati 24 milioni di oneri concessori a fronte della cifra prevista inizialmente, tra i 60 e gli 80 milioni, “come se si trattasse di una riqualificazione urbana e non di una ristrutturazione privata”. Tali asserzioni sono state denunciate dall’ex Assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, Giovanni Caudo, additandole come “un’inaccettabile e incredibile ondata di fango riversata sulla mia persona”. Rendiamo noti questi fatti, senza entrare nel merito, in quanto gli organi competenti stanno facendo i dovuti accertamenti, solo per fare una riflessione. Gli oneri concessori sembra, quindi, si siano ridotti di quasi quattro volte: ma se il sottopasso Colombo-Europa, che doveva essere realizzato attraverso quegli oneri, serviva allora, quando nelle Torri erano ancora previsti degli appartamenti di lusso, adesso che si insedieranno gli uffici TIM con i loro 5.000 dipendenti, non servirà ancora di più? Bene, non è difficile capire che tra forte decurtazione dell’importo degli oneri e forte aumento dell’insediamento di persone che insisteranno sull’area, c’è una discrepanza macroscopica. Intanto, ad oggi, quale sarà l’utilizzo di questi (mini)oneri non è dato ancora sapere, ma intanto si può dire, se non altro, di essere un po’ (eufemismo) stretti con i tempi. Da rilevare che nel frattempo anche Renzi ha fatto una visita alla Nuvola, durante la quale gli sono stati esposti rilevanza del progetto e tempi di realizzazione. Il Premier si è detto entusiasta, innalzando l’opera a “simbolo della ripartenza della società. Perché il nostro obiettivo è sbloccare, sbloccare, sbloccare”… peccato che nessuno, quel giorno, gli abbia detto che, in mancanza di interventi strutturali sulla mobilità, cittadini e traffico a breve rimarranno bloccati, bloccati, bloccati…!! “Se l’uso dei taxi e dell’automobile privata verranno considerati le uniche soluzioni trasportistiche – ha dichiarato Giuseppe Mannarà, Consigliere del M5S al Municipio IX – la paralisi dell’Eur è una certezza. Ci vuole una strategia complessiva e una politica di sistema che, con la somma degli oneri concessori che la Magistratura riterrà siano dovuti a Roma, consideri la metro B come la spina dorsale della mobilità, insieme a una rete di bus ecologici. Per questo si devono rendere sicure e decorose le tre fermate dell’Eur, sistemati i marciapiedi e intensificati i collegamenti con gli aeroporti grazie a bus e pullman”. L’automobile, purtroppo, resta un’esigenza laddove non ci siano i presupposti per optare sul mezzo pubblico. “Se il progetto di Renzo Piano – ha dichiarato Andrea De Priamo, Coordinatore romano di Fdi ed ex Assessore all’Urbanistica municipale – prevedeva la costruzione, con gli oneri concessori, del sottopasso Colombo-Europa, com’è possibile che oggi non si mantenga la previsione su quelle infrastrutture? È evidente che questa operazione non ha dato adeguate garanzie in tal senso. È necessario un piano di mobilità e di trasporto pubblico per l’Eur adeguato e fino a quel momento bisogna fermare tutto e fare il punto della situazione, capire quello di cui c’è bisogno e cercare di ottenere il massimo dei finanziamenti per gli interventi previsti”. Attendiamo che le istituzioni rendano noti i loro progetti, speriamo in tempi celeri, per effettuare nuove valutazioni sul tema.

Serena Savelli