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Ex Velodromo: al suo posto un laghetto dei cigni?

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Nel quartiere dei cantieri senza fine, spunta una nuova idea per l’area in disuso

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Tratto da Urlo n.123 marzo 2015

EUR – Torniamo a parlare di un’altra area del quartiere Eur la cui sorte, ad oggi, ancora non è ben chiara. Si tratta dello spazio dove sorgeva il Velodromo Olimpico, inaugurato nel 1960 in occasione delle Olimpiadi a Roma, inutilizzato dal 1968 e abbattuto nel 2008. Un’area vasta, in una zona appetibile per edificazioni di qualsiasi tipo. E, infatti, i progetti che si sono susseguiti sono stati parecchi, ma nessuno poi è stato portato a termine per diversi motivi. Entro il 2014, per esempio, sarebbe dovuta sorgere la cosiddetta “Città dell’Acqua”, un parco acquatico altamente tecnologico, ma l’opera non è mai stata nemmeno iniziata. E contestualmente dovevano essere realizzati due grattacieli, ma i cittadini si opposero fermamente. Inoltre, c’è da ricordare la questione amianto che ha contribuito a rallentare i tempi e gettare ombre sull’area: la ditta che si occupava dello smaltimento dei ruderi della struttura dopo il suo abbattimento, dichiarò di averne trovato nell’area. Per questo la zona restò sotto sequestro giudiziario, anche grazie alle battaglie dei cittadini, fortemente preoccupati che il materiale tossico libero nell’aria potesse provocare danni alle persone. Successivamente la Asl dichiarò che l’amianto si trovava in alcune componenti della struttura ed era stato dismesso nel 2006 e che non c’era pericolo per i cittadini, anche se dei materiali pericolosi erano stati ritrovati in un’area vicina al Velodromo, ma che comunque non costituivano un rischio. In tutto questo però venne avviato dalla Procura della Repubblica di Roma un procedimento giudiziario per “disastro colposo” nei confronti del dirigente di Eur Spa responsabile della demolizione del Velodromo, il quale venne rinviato a giudizio nel 2012 con l’imputazione di non aver fatto tutti i controlli necessari e preso le dovute precauzioni per far sì che le polveri di amianto non si spargessero e non contaminassero l’aria. 

Oggi la zona dove prima sorgeva l’impianto sportivo appare libera, vuota, recintata e abbandonata, ed ecco che qualche giorno fa spunta una nuova idea. È il Presidente di Eur Spa, Pierluigi Borghini, ad annunciarla durante un’intervista su Radio 3 nella trasmissione Fahrenheit: “Ho annullato il progetto di edificazione e abbiamo intenzione di realizzare nell’area il “Lago dei cigni”, in collaborazione con il Coni, per costruire un polo della canoa per giovani”. Anche se è solo un’idea, e nonostante abbiamo chiesto senza risultato direttamente a Borghini qualche dettaglio in più sulla sua concretezza, ci si trova di nuovo a parlare di questo spazio. Certo, la prima cosa che viene in mente è che, rispetto ad altro cemento, un lago o un qualsiasi spazio verde sarebbe davvero una bella cosa. Ma con questi annunci estemporanei non si rischia concretamente che cantieri e progetti non vengano poi portati ad ultimazione, come già successo per altre aree dell’Eur? Di idee, per l’area del Velodromo, nel tempo ce ne sono state veramente tante, come ricorda Matilde Spadaro, Consigliere del Direttivo di Italia Nostra Roma: “Il punto è che non si può andare a tentativi. L’area dell’ex Velodromo, costituita da un comparto A, ovvero proprio dove sorgeva la struttura, e un comparto B, a ridosso a via dell’Oceano Pacifico, è molto vasta, al centro dell’Eur e quindi di grande valore. È ovvio che faccia gola, soprattutto considerando la precaria situazione finanziaria di Eur Spa. Noi siamo sempre stati fermi sull’idea che l’area deve essere libera. Da anni abbiamo combattuto tanti progetti e ne abbiamo presentati altrettanti alternativi. Ora l’unica cosa che si chiede è serietà, perché la cittadinanza è molto stanca”.
Anche Andrea Santoro, Presidente del Municipio IX, è intervenuto sulla questione, ripercorrendone alcuni passi e dando un’opinione netta su questa nuova idea: “La vicenda della riqualificazione dell’area dell’ex Velodromo fa parte del capitolo ‘operazioni sbagliate’ di Eur Spa. Dopo la ben nota storia legata alla demolizione della struttura con il tritolo, che comportò rischi ambientali ancora sotto la lente della Magistratura, svanito il sogno di realizzare l’Aquadrome per i mondiali di nuoto del 2009, con Alemanno Sindaco il recupero dell’area del Velodromo diventò una speculazione immobiliare per la realizzazione di case di pregio. L’operazione avrebbe dovuto finanziare anche i costi della Nuvola, ma fallì dopo una serie di peripezie che impegnarono la Giunta Alemanno in un’azzardata variante urbanistica al Prg, in un cambio di destinazione d’uso ‘per pubblica utilità’ e in una onerosa cessione di quote societarie che portarono Eur Spa ad una esposizione bancaria superiore al proprio capitale sociale. Non conosco i nuovi programmi di Borghini per la valorizzazione dell’area – ha continuato Santoro – ma l’idea del lago dei cigni, suggestiva e favolosa, richiama fin troppo il balletto musicato di Čajkovskij con il tragico finale degli amanti travolti dalle acque in tempesta. Sperando che il finale sia diverso, il Municipio è pronto comunque a fare la sua parte, come sempre, nell’interesse dei cittadini. L’ho già ripetuto – ha concluso il Presidente – la guida ondivaga di Eur Spa, tra promesse, minacce di speculazioni edilizie, arresti, scelte azzardate, ha contribuito a produrre in maniera significativa il degrado in cui oggi versa l’intero quartiere, con i suoi cantieri infiniti del Luneur e dell’Acquario o la trovata di vendere i musei per ripianare i costi della Nuvola. Proprio non si sente la necessità di nuovi programmi per cantieri infiniti. Chiudiamo quelli che ci sono e poi andiamo avanti”.
Certo, l’idea di uno spazio verde dedicato allo sport, in cui rilassarsi e prendere una boccata d’ossigeno, al posto del cemento, non si può dire che non alletti. Gino Alleori, Consigliere Fi al Municipio IX, concorda su questo punto: “Tra i palazzi e il lago dei cigni sicuramente è preferibile la seconda ipotesi, non credo che l’Eur abbia bisogno di altre edificazioni. Uno spazio verde sicuramente è una risorsa per tutto il territorio. Certo, bisognerebbe conoscere prima il progetto ed è anche vero che continui cambi di rotta poi non portano da nessuna parte. Bisogna capire prima se ci sono le risorse per realizzare delle opere, altrimenti poi i cantieri restano aperti ad oltranza, come è già successo”.
Per ora, quindi, l’idea del lago dei cigni potrebbe essere un’ottima alternativa ai vari progetti che c’erano (e che non sono mai stati avviati), che comunque avrebbero comportato ulteriori colate di cemento in un quartiere con svariati cantieri aperti e ancora non conclusi. Siamo in attesa di avere ulteriori informazioni su questa idea direttamente da Eur Spa, per capire se effettivamente potrebbe essere un’alternativa destinata a compiersi e ad abbracciare le volontà della cittadinanza.

Serena Savelli