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Nuova mobilità Eur: 550 nuovi posti auto e basta

eur copertina 134

Per evitare il “collasso” del quartiere si punta soprattutto all’uso dei mezzi pubblici

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Tratto da Urlo n.134 aprile 2016

EUR – Abbiamo già trattato l’annosa questione della mobilità dell’Eur e tutte le potenziali conseguenze che potrebbe avere l’apertura delle grandi opere in corso di realizzazione sulla mobilità, e quindi sulla vivibilità, del quadrante. Dopo mesi di silenzio, Eur Spa ci fornisce alcune delucidazioni in merito. La società, infatti, ha dichiarato che per quanto riguarda il Nuovo Centro Congressi, in applicazione delle Norme Tecniche del Piano Regolatore Generale, la deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 49 del 2013 aveva stabilito che, per coprire il fabbisogno di parcheggi privati, dovevano essere realizzati 600 posti auto nell’area di sedime della Nuvola (già realizzati) e 550 nel parcheggio interrato di piazza Sturzo i cui lavori dovrebbero partire a breve. “La costruzione prossima del parcheggio di piazza Sturzo, già autorizzato con permesso a costruire, – ha dichiarato Eur Spa – garantirà la realizzazione della quota di parcheggi privati a completamento dell’intero fabbisogno. Vale la pena ricordare che, dallo studio delle strutture congressuali di livello internazionale, emerge chiaramente come principale mezzo di trasporto utilizzato sia quello collettivo, pubblico e privato (shuttle, bus, taxi, ecc) ove la domanda di sosta per il mezzo individuale diventa rilevante solo nel caso di eventi di dimensioni più contenute, a carattere locale, trovando ampia copertura nella dotazione di parcheggi dell’area di sedime del Centro Congressi e nel parcheggio di piazza Sturzo”. Dunque la situazione è questa: i parcheggi, a detta di Eur Spa, basteranno a non far collassare il quartiere in termini di posti auto perché si punterà sulla mobilità pubblica o collettiva. Per quanto riguarda la Nuvola. E i dipendenti Tim? Questo discorso è stato affrontato anche con Andrea Santoro, Presidente del Municipio IX, che sulla stessa linea di pensiero ha dichiarato: “Stiamo facendo un tavolo di coordinamento tra Agenzia della Mobilità, i Mobility Manager delle aziende (Tim, Acqurio e Luneur) e Eur Spa per vedere gli interventi necessari e capire come, chi viene in questo quadrante, l’unico con quattro fermate della metropolitana, faccia in modo di scegliere il trasporto pubblico”. Per fare questo il Presidente ha come progetto quello di “estendere le strisce blu in tutto il quartiere, perché ciò aiuta i residenti e scoraggia l’uso del mezzo privato”. Quindi, confermando che verrà costruito il parcheggio a piazza Sturzo, Santoro ritiene che la chiave sia soprattutto nella mobilità pubblica. Dubbiosi che questa possa essere la soluzione a un problema che probabilmente si paventerà, abbiamo chiesto al Presidente se quantomeno le “strategie” in atto verranno attuate nei tempi giusti: “Ci dobbiamo stare per forza. La prima cosa che ho detto quando ho incontrato gli altri soggetti è che vorrei che il primo giorno di apertura delle opere sia di festa e che non si crei uno psicodramma collettivo”.

Eppure noi non siamo convinti. Non vogliamo augurarci che questo succeda, ma continuiamo a chiederci perché prima dell’apertura dei cantieri esisteva un corpus di opere ben fatto, con parcheggi, sottopassi e infrastrutture utili per la viabilità, ed oggi, con tutte le realtà in prossima apertura che nel tempo sono mutate come progetti (veicolando più persone come nel caso delle torri TIM) e come date di inaugurazione (che si stanno allineando, secondo le previsioni, a breve distanza l’una dall’altra) non esista nulla di tutto ciò, se non un parcheggio di 550 posti a piazza Sturzo (escludendo quelli di Acquario e Nuvola). La mobilità pubblica è importante, ovviamente, ma davvero possiamo contare solo su di essa? E se sì, sull’efficienza di quella attualmente esistente? La Metro B, soprattutto dopo l’apertura della diramazione Bologna-Ionio, è già in grande affanno. Allora, forse, si dovrebbe provvedere a ridisegnare la mobilità, con potenziamenti di metro e autobus, considerando la mole di persone che si prevede arrivi tramite essi. Ipotizziamo che si eliminino 5000 auto (considerando solo i dipendenti di TIM) e si mettano le persone su autobus e metro: potremmo presumibilmente parlare non del collasso dell’Eur ma di quello di una bella fetta di mobilità pubblica di Roma. Un cane che si morde la coda, insomma. Il Presidente Santoro ci racconta che quelle opere vennero “definanziate e quei fondi spostati sul prolungamento della Metro C durante la giunta Alemanno” e ci dà una notizia, ovvero che i finanziamenti di 6 milioni di euro di uno dei parcheggi non fatti a via della Civiltà Romana, “grazie a questa amministrazione sono rimasti nel quartiere, e verranno investiti in mobilità. Ora dobbiamo vedere quali interventi fare”. Appunto, sarebbe interessante saperlo, ma a stretto giro.

D’altronde sia Eur Spa che Municipio IX affermano di non avere competenza nella costruzione di parcheggi e opere infrastrutturali per la viabilità, soprattutto per le esigenze riguardanti un attore privato come TIM, tuttavia assicurano che si stanno interessando come possibile per capire le necessità del quartiere in tal senso. In quanto soggetti chiamati in causa, abbiamo comunque chiesto se, a loro avviso, le opere precedentemente predisposte (parcheggi interrati e sottopassi) fossero inutili e se con l’attuale situazione davvero si possa far fronte alle prossime nuove esigenze del quadrante. Considerando sempre il discorso della mobilità pubblica ci è stata fornita una mezza risposta sul secondo punto, mentre nessuno ha smentito che la pianificazione precedente fosse determinante per la situazione che si prospetta, né tantomeno detto il contrario. Dunque ora il nodo cruciale è: se le persone che verranno nel quartiere nei prossimi mesi decideranno di prendere la propria auto, davvero si pensa che il quartiere non ne soffrirà? E se prenderanno tutti il mezzo pubblico come si auspica, davvero è assurda l’ipotesi che una fetta di mobilità collasserà?

Serena Savelli