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Parco di Tor Marancia: quasi pronti alla nuova apertura 

Tratto da Urlo n.191 giugno 2021

GROTTA PERFETTA – Con l’estate in arrivo è ancora più difficile guardare i cancelli sbarrati lungo via di Grotta Perfetta. Una grande area verde, denominata AFA3, che fa parte del più ampio parco urbano della Tenuta di Tor Marancia. Un enorme spazio scampato negli anni ’90 alla speculazione edilizia e che ha dato il via a tantissime compensazioni urbanistiche (nuovi metri cubi di cemento) in tutta la Capitale.

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L’area tra via Vittore Carpaccio e via Grotta Perfetta al momento è sbarrata, nonostante i lavori di sistemazione siano terminati da tempo. Inizialmente i ritardi nell’apertura erano stati causati dal mancato allaccio alla rete idrica necessario per le fontanelle e il sistema antincendio. Purtroppo, una volta risolto questo problema, i cancelli del parco sono rimasti chiusi. A creare ritardi al momento è una questione completamente amministrativa. Una delle particelle catastali che compongono l’area verde infatti non avrebbe ancora (e di anni ne sono passati) ricevuto alcuna compensazione.

Sulla vicenda è l’Assessore municipale all’ambiente, Michele Centorrino, a criticare l’operato dell’amministrazione centrale: “I lavori sono conclusi e l’area deve essere presa in carico dal Comune, purtroppo non abbiamo notizie sui tempi – spiega Centorrino – Si tratta di un problema da risolvere al più presto. Non è possibile che l’area riqualificata e le strutture nuovissime si degradino per l’immobilismo del Comune”.

Abbiamo quindi cercato risposte, perlomeno sui tempi, a livello comunale. È il consigliere penta-stellato e presidente della commissione Ambiente, Daniele Diaco, ad affermare che questa vicenda è quasi risolta: “Stiamo superando le ultime questioni – afferma – il parco è concluso e potrà essere collaudato e aperto entro l’inizio dell’estate. I tempi sono oramai arrivati al termine finalmente. Concluderemo a breve questa battaglia che i cittadini portano avanti da tantissimi anni nella difesa del territorio che ha strappato alla cementificazione quest’area”.

Leonardo Mancini