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Panfilo Castaldi: l’immobile finalmente a disposizione del territorio

La struttura ospiterà gratuitamente attività culturali e sociali rivolte ai cittadini

Panfilo Castaldi- Urlo 190

Tratto da Urlo n.190 maggio 2021

PORTUENSE – Dopo molti anni di attesa finalmente l’immobile del Municipio sito in via Panfilo Castaldi è di nuovo a disposizione del territorio. All’interno della struttura, secondo l’idea della passata amministrazione municipale a guida Pd, sarebbe dovuta sorgere la Casa della Partecipazione, ma questo progetto venne stralciato dall’attuale Giunta M5S nel 2017. Per tutti questi anni l’immobile è rimasto inutilizzato in attesa che venissero realizzati alcuni interventi fondamentali al suo interno. Oggi la struttura è finalmente pronta ad ospitare attività sociali e culturali per la cittadinanza.

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LE ATTIVITÁ

L’edificio, ci ha detto l’Assessore alle Politiche Sociali del Municipio XII, Paolo D’Eugenio, è stato oggetto di una serie di interventi: “Sono stati risolti i problemi che interessavano l’immobile, ora provvisto di tutte le certificazioni necessarie e a norma per consentire al suo interno lo svolgimento delle attività. Sono stati fatti dei lavori per renderlo fruibile in sicurezza, ottenendo la certificazione antincendio, è stato reso accessibile, perché mancavano gli scivoli per persone con disabilità, ed è stato installato un cancello esterno, al posto di una recinzione metallica provvisoria”. A marzo in Municipio è stato approvato il Regolamento d’uso dell’immobile che dal 12 aprile è a disposizione alla cittadinanza. A disciplinare il suo utilizzo saranno appunto le norme messe nero su bianco all’interno del documento. L’idea di fondo per la gestione del bene, ha proseguito l’Assessore, “è stata quella di metterlo a disposizione gratuitamente di cittadini e associazioni no-profit che vogliano realizzare al suo interno attività culturali o sociali, senza scopo di lucro, rivolte alla cittadinanza, come mostre, convegni e simili. Per farlo, chi vorrà potrà fare richiesta attraverso un modulo che si trova sul sito del Municipio”. Al momento in cui scriviamo, ci ha detto l’Assessore, sono pervenute già le richieste per due iniziative che si terranno nel mese di maggio. Le informazioni relative alle attività che saranno svolte all’interno della struttura saranno rese note sempre sul sito del Municipio.

LE DIFFERENZE CON IL PASSATO

Nel modello di gestione attuale, che sostituisce quello della Casa della Partecipazione (del 2015, ndr) stralciato dal M5S perché non in linea con gli indirizzi dell’attuale consiliatura, l’immobile sarà a disposizione di chi ne farà richiesta per lo svolgimento di attività limitate nel tempo. Non sarà quindi assegnato a uno o più soggetti in via esclusiva e rimarrà nella disponibilità e gestione del Municipio, che a sua volta avrà la facoltà di impiegarlo per eventuali iniziative. “Questo comunque non impedisce – ha proseguito D’Eugenio – che il Municipio, qualora volesse, possa realizzare all’interno dell’immobile delle attività continuative, purché questo uso non diventi esclusivo e non precluda lo svolgimento di altre iniziative. Esperienze di questo genere sono state già portate avanti in altri Municipi”. La differenza principale rispetto al modello proposto in passato, ci ha spiegato l’Assessore, “è che in quel caso a dirigere l’immobile sarebbe stato un Comitato di Gestione composto da associazioni del territorio, senza alcun obbligo di impiegare la struttura per iniziative rivolte verso l’esterno e a favore della cittadinanza, mentre la nostra idea è che lì siano svolte attività destinate al pubblico. Il nostro scopo non era quindi che questo edificio diventasse la sede delle associazioni ma il luogo dove queste svolgessero attività rivolte al territorio”.

LE CRITICHE

Ma dalle opposizioni non sono tardate ad arrivare critiche al modello di gestione dell’immobile del M5S. Quello pensato dalla Giunta Maltese, hanno detto Elio Tomassetti e Lorenzo Marinone, consiglieri Municipali per il Pd, “era un piano per cui il bene sarebbe stato amministrato da un Comitato di Gestione con la presenza del Municipio, permettendo alle realtà locali di avere nell’immobile una vera e propria casa. Per quanto il regolamento e il modello di gestione del M5S presentino diverse criticità, come Gruppo Pd – hanno proseguito poi i due esponenti dem – abbiamo preferito velocizzare l’iter, perché si era perso già troppo tempo, presentando solo alcuni emendamenti, per altro approvati perché miglioravano e integravano la proposta della maggioranza”. Le osservazioni del Pd, ha detto D’Eugenio, “sono state accolte perché ragionevoli, ma non modificavano sostanzialmente il senso del regolamento”. Ha detto la sua in merito anche Giovanni Picone, capogruppo Lega in Municipio XII: “Evidentemente il nostro esposto alla Corte dei Conti (che denunciava la situazione di chiusura di questa e altre strutture di proprietà del parlamentino, ndr) ha smosso qualcosa nel Municipio XII per quanto riguarda l’inefficiente gestione del patrimonio pubblico. La riapertura dell’immobile di via Panfilo Casaldi è però singolare. Mentre chiedevamo di individuare i servizi da attivare che più si adattassero al contesto territoriale di riferimento, ecco che la risposta del M5S è una semplice messa a disposizione degli spazi su richiesta. Non ci sembra l’idea del secolo da partorire dopo 4 anni di chiusura”.

LE TEMPISTICHE

Hanno puntato poi il dito sui ritardi Tomassetti e Marinone: “Il M5S ha ricevuto in consegna l’immobile pronto e arredato e senza la necessità di lavori strutturali importanti per poter essere utilizzato. Il tempo impiegato per la realizzazione degli interventi che sono stati effettuati e per l’ottenimento delle certificazioni è stato veramente troppo. Senza contare i danni che l’incuria e l’abbandono di questi 5 anni hanno portato”. Alle accuse ha risposto sempre D’Eugenio: “Oggettivamente è stato impiegato molto tempo per rendere fruibile l’immobile, lo riconosciamo e ce ne scusiamo. Il problema è che l’edificio, un’opera a scomputo di un complesso immobiliare limitrofo e sin dall’inizio destinata a scopi sociali/culturali e attività aperte al pubblico, è stato acquisito senza tenere conto dell’impiego che l’immobile avrebbe avuto. L’edificio non aveva le caratteristiche per essere aperto al pubblico. Abbiamo quindi dovuto sopperire a queste mancanze. Il processo ha richiesto molto tempo e sicuramente anche l’emergenza sanitaria ha giocato un ruolo in questo”.

Anna Paola Tortora