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Il TAR respinge i ricorsi contro il termovalorizzatore di Santa Palomba

Per i Giudici amministrativi i ricorsi vanno rigettati perché “destituiti di fondamento”

ROMA – Dopo la seduta del 5 luglio scorso è arrivata la decisione del TAR del Lazio in merito ai ricorsi presentati da comitati, associazioni e comuni contro la realizzazione dell’impianto di termovalorizzazione a Santa Palomba nel Municipio IX. I giudici amministrativi hanno rigettato tutti i ricorsi per dichiarati “destituiti di fondamento”.

IL COMMENTO DEL SINDACO

“Quella del Tar è una decisione importante che salutiamo con grande favore. Eravamo fiduciosi della forza degli argomenti, della solidità della procedura amministrativa che è partita e che quindi andrà avanti”. A dichiararlo è il sindaco Roberto Gualtieri a margine di una iniziativa alla Stazione Tiburtina. “Come ho detto Roma – ha poi proseguito il primo cittadino – avrà finalmente il termovalorizzatore e tutti gli altri impianti necessari a raggiungere l’autosufficienza e a chiudere il ciclo dei rifiuti e quindi a poter poi migliorare in modo strutturale la qualità della raccolta. Una città senza impianti è una città che non può avere un sistema ordinario funzionante di raccolta ed è una città che tra l’altro inquina ed emette Co2. Quindi questo passaggio del Tar è molto positivo. Eravamo come ho sempre detto molto fiduciosi – ha concluso – e chiaramente questo adesso ci consente di andare avanti rispettando la tabella di marcia, la gara e poi l’apertura dei cantieri”.

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DAI RICORRENTI

Tra i primi a commentare la sentenza sono i cittadini del Comitato No Inceneritore Santa Palomba: “Il nostro ricorso, al pari degli altri, è stato rigettato dal TAR del Lazio. Quando il fronte unico dell’incenerimento, che muove le leve del comando, è compatto, rende le nostre lotte più difficili perché condotte contro l’intero sistema di potere che governa, attraverso il neo consociativismo, la capitale della corruzione e degli affarismi sfrenati – e ancora – Oggi segna per noi l’inizio di una nuova fase: quella dell’opposizione a oltranza, ancor più radicale e intransigente verso tutti i sostenitori del mega impianto che condanna a morte un intero territorio abitato da decine di migliaia di persone, vittime di una barbarie ambientale senza precedenti, di un abominio giuridico e di una politica senza scrupoli”.

IL PRONUNCIAMENTO

“È con riferimento al complesso delle normative sulla pianificazione della gestione del ciclo dei rifiuti”, si legge nel provvedimento, che deve valutarsi “il rispetto dei criteri direttivi eurounitari e non atomisticamente in funzione di uno specifico atto di pianificazione”. La previsione del Piano commissariale, in questo senso, non incide “sull’assetto complessivo del sistema”. Ed inoltre “non sembra potersi negare che la risoluzione delle questioni legate alla gestione dei rifiuti di Roma Capitale e alla chiusura del ciclo, anche assicurata da una razionalizzazione e realizzazione di nuovi impianti, compreso il termovalorizzatore, abbia attinenza sia con le più generali politiche energetiche sia con la realizzazione di condizioni attesa a valorizzare” imprese e investimenti.

I TEMPI E IL GIUBILEO

Sulle tempistiche e i limiti dell’azione del commissario (investito della carica per il Giubileo del 2025, ma con il termovalorizzatore che non entrerà in funzione prima del 2026), i Giudici hanno dichiarato che la “relazione che accompagna e illustra il disegno di legge di conversione, ha inteso correlare l’attribuzione temporanea di competenza, proprio in funzione dell’innegabile correlazione tra la problematica e ingravescente gestione del ciclo dei rifiuti cittadini e le innegabili plurime ricadute sul territorio metropolitano del grande evento giubilare, con il massiccio afflusso di pellegrini e turisti; in questa prospettiva, e trattandosi di ulteriori attribuzioni, non può assumere alcun significato o valenza invalidante, nemmeno sotto l’aspetto di un preteso difetto di proporzionalità, che vi sia discrasia tra l’orizzonte temporale della figura commissariale e quello, necessariamente più ampio, delle previsioni di Piano e della realizzazione degli impianti ivi contemplati”.

IL PIANO DI GESTIONE COMMISSARIALE

Tra gli elementi contestati dai ricorsi c’era il Piano di Gestioni dei rifiuti emanato dal primo cittadino. In tal senso dal TAR affermano che “il Piano di gestione commissariale si configura come autonomo strumento di pianificazione relativo al solo territorio comunale di Roma, che ben può contenere specifiche previsioni, anche impiantistiche, non già inserite nel P.R.G.R.”.

LA REGIONE LAZIO E LE COMPETENZE

Sul fronte della Regione, secondo i Giudici del TAR, ci sarebbe potuta essere la possibilità di incidere sulla realizzazione del Termovalorizzatore. Infatti ammettono che “la legittimazione a evocare l’illegittima temporanea sottrazione di competenze amministrative possa spettare ad altri che alla Regione Lazio – e ancora – Nel caso di specie la Regione Lazio non ha promosso alcun giudizio di legittimità costituzionale”. Dal Tar proseguono spiegando che con la la legge regionale del 25 luglio 2022, la Pisana ha disposto che “Roma Capitale esercita le funzioni concernenti la gestione dei rifiuti urbani nel proprio territorio secondo le modalità organizzative definite ai sensi del rispettivo ordinamento e nel rispetto dei principi previsti dalla presente legge e di quanto stabilito dal d.lgs. 152/2006 e dall’articolo 13 del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50 – e ancora – La Regione adegua il Piano regionale di gestione dei rifiuti individuando due distinti ATO, uno per il territorio di Roma Capitale e uno per il restante territorio della Città metropolitana di Roma Capitale, per la gestione in forma separata del servizio di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani nei rispettivi territori”.

IL NODO DELL’INQUINAMENTO

Sulle preoccupazioni per l’impatto che questa struttura avrà sull’ambiente e sulla salute die cittadini dal TAR sottolineano come “Generiche e comunque affatto intempestive – si legge – sono le censure con riferimento ai paventati rischi di inquinamento, peraltro strettamente correlati anche alle caratteristiche, condizioni e soluzioni impiantistiche del termovalorizzatore, e quindi insuscettibili di un esame ipotetico e astratto”.

Redazione