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San Paolo: la riapertura del sottopasso dura 24 ore

Vandali in azione sulle pareti del sottopasso della stazione appena riqualificato

Tratto da Urlo n.180 Giugno 2020

SAN PAOLO – Ancora una volta la riqualificazione delle aree esterne alla Metro San Paolo è durata meno di 24 ore. Qualche mese fa avevamo già parlato dei vandali che hanno preso di mira l’intero perimetro della stazione e le pareti del ponte su via Giustiniano Imperatore. Anche in quel caso la ripulitura dei muri (ad opera prima dei cittadini e poi del Comune) era durata circa 24 ore prima della ricomparsa delle scritte. In questo caso ad accendere la rabbia dei cittadini della zona è la vandalizzazione del sottopasso pedonale della stazione, aperto l’11 giugno (dopo mesi di lavori) e chiuso in tutta fretta il giorno successivo dopo essere stato nuovamente imbrattato.

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LA RIAPERTURA

La stessa Sindaca Raggi in un post su Facebook aveva dato la notizia: “È stato finalmente riaperto il sottopassaggio, ora nuovamente utilizzabile e sicuro, dopo la chiusura causata da alcune infiltrazioni di acqua. L’intervento di bonifica ha riguardato anche la rimozione del guano dei piccioni e la sanificazione degli ambienti”. Un intervento questo salutato con favore dalla prima cittadina, ma che, come nella passata riqualificazione dell’area, ha dovuto immediatamente fare i conti con la puntualità dei vandali. Gli stessi residenti, raccolti nel Comitato di Quartiere Insieme per San Paolo, avevano espresso preoccupazione al Campidoglio, sia rispondendo alla Sindaca che con una mail all’Ufficio Decoro, ricordando quanto avvenuto con le pulizie dei mesi scorsi. Purtroppo la loro previsione si è dimostrata valida e dal Comune non hanno fatto in tempo a richiudere il sottopasso prima del passaggio dei vandali. “Adesso è opportuno che continui a rimanere chiuso e protetto dalle transenne, in attesa di poter sviluppare insieme al Municipio il progetto risultato tra i vincenti del Bilancio Partecipativo 2018, dedicato proprio a questo spazio – spiegano dal CdQ – Chiediamo da tempo un incontro al Municipio per parlare di tutti i progetti vincenti dei Bilanci Partecipativi 2018 e 2019 che riguardano il nostro quartiere e siamo in attesa di essere ricevuti”. Nell’idea dei residenti c’è la possibilità di trasformare radicalmente questo spazio, altrimenti destinato a finire nuovamente nel degrado: “Vorremmo che venisse trasformato nella Galleria S. Paolo – spiegano dal CdQ – Uno spazio nel quale organizzare piccoli eventi culturali, mostre e incontri. Vorremmo che venissero collocati dei cancelli e ci siamo già mossi per realizzare un murales che parli del nostro territorio”.

DAL MUNICIPIO VIII

La riqualificazione di questo angolo di territorio arriva da una richiesta effettuata il 19 dicembre scorso dall’Ufficio Decoro del Municipio VIII, a ricordarlo è il responsabile, il consigliere Pd Roberto Falasca: “Era immerso nel degrado e i lavori di questi mesi, realizzati grazie alla collaborazione del nostro ufficio con quello centrale, lo hanno veramente rimesso a nuovo”. Purtroppo l’attesa per la riapertura è durata diversi mesi, ed è da imputare alla necessità di installare una protezione per evitare che piccioni e altri volatili potessero nidificare nella struttura, rendendo vano il lavoro di pulizia. “Finalmente è stato possibile aprire, ma in 24 ore abbiamo visto le pareti nuovamente sporcate da writers – seguita Falasca – Così abbiamo allertato l’ufficio centrale che ha provveduto a ripristinare la chiusura. Per arrivare ad una definitiva apertura a mio parere serve l’installazione di una cancellata. Un lavoro che credo si potrà eseguire anche con i fondi destinati all’area dai bilanci partecipativi del 2018 e del 2019”. Ora si dovrà procedere ad una nuova pulitura delle pareti imbrattate, ma intanto proseguiranno gli altri interventi sull’area. In questi giorni infatti, ci comunicano dall’Ufficio Decoro Municipale, verrà effettuata la pulizia delle caditoie sotto il ponte della Metro, un punto critico ad ogni temporale, dove bastano pochi minuti di pioggia per formare un vero e proprio lago.

Leonardo Mancini