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Psicologi e Pandemia: il supporto che serve

Perché scegliere e frequentare un corso di laurea magistrale in psicologia? La carriera di uno/a psicologo/a è lunga a livello di formazione: si parla degli stessi anni che servono a uno studente di medicina. Insomma, si parla di un bell’investimento in termini di tempo, energie e denaro che non comporta, però, lo stesso livello di soddisfazione economica finale. Senza contare la considerazione sociale: i medici sono (giustamente) visti come eroi che salvano vite umane mentre gli psicologi si ritagliano l’epiteto di “medici dei matti”.

La pandemia di Covid-19 ha (a ragione) contribuito ad accrescere l’aura eroica che circonda tutti i professionisti del mondo della sanità. Tuttavia, ha gettato anche una nuova luce sul lavoro degli psicologi. Al di là delle tante persone malate per infezione da coronavirus, ce ne sono state tantissime altre che hanno sofferto di disturbi che non hanno avuto un impatto tanto fisico quanto mentale e che potrebbero avere delle conseguenze nel tempo preoccupanti.

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Il lockdown e la situazione sanitaria mondiale hanno intaccato la salute mentale di molte persone che si sono ritrovate a dover cambiare radicalmente le loro abitudini dall’oggi al domani, nei casi più fortunati. In quelli più gravi, c’è chi ha perso il lavoro e si è ritrovato a dover riflettere sul proprio futuro in un momento storico molto precario da diversi punti di vista. C’è poi chi ha dovuto sopportare la lontananza da persone care e anche chi ha dovuto elaborare dei lutti senza poter godere di quei riti (la veglia, il funerale, la tumulazione) che aiutano questo processo. Questo ha comportato disturbi del sonno, ansia, ipocondria, tristezza, stress, senso di frustrazione… tutte emozioni negative che non possono non avere dei risvolti nel nostro modo di vivere anche ora che la quarantena è finita. Questo lo sanno bene le persone che si sono laureate in psicologia in università tradizionali e telematiche (quelle che usufruiscono del metodo e-learning per la formazione, come la UniCusano), ma non è difficile da comprendere neanche per chi non ha mai letto nulla sul benessere psichico o su come funziona la mente umana.

L’impatto psicologico della pandemia da Covid-19 è stato fortissimo. Si potrebbe pensare che il pericolo sia scampato e che le emozioni negative ad esso legate siano ormai un ricordo lontano. Ma non è così. Esperienze così traumatiche lasciano il segno a livello inconscio e sono pronte a riaffiorare quando meno ce lo aspettiamo. La paura e la preoccupazione di un ritorno della quarantena e della crisi sanitaria sono ancora presenti in tante persone che cercano di adottare tutte le misure di sicurezza previste, alle volte sfociando anche nell’eccesso. Ma anche chi va in giro come se nulla fosse successo, in realtà, è rimasto profondamente segnato da questa esperienza. Talmente segnato che cerca di fare di tutto per dimenticarla, abbassando la guardia e mettendosi in pericolo.

Come uscire da tutto questo? Chiedendo aiuto, parlando dei propri stati d’animo, cercando di rispettare le regole, avendo una paura equilibrata di questa minaccia invisibile. Se non sono cose che vengono naturali, allora è importante sapere di potersi rivolgere a chi ha passato dieci anni della propria vita a studiare la mente umana e i processi che l’accompagnano.

Anche gli psicologi sono eroi perché anche loro salvano le vite degli esseri umani. Combattono contro qualcosa che non è visibile né tangibile perché loro si occupano di emozioni e pensieri. E su questo campo se ne sono dette tante, ma ancora rimangono tante domande prive di risposta.