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“Hockey non solo”: i valori dello sport per i più piccoli

Hockey 140 - in una foto dellarchivio HC Roma una bella immagine di Andrea Zanetti con la prima squadra

Quando l’attività sportiva unisce: la storia dell’Hockey Club Roma

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Tratto da Urlo n.140 novembre 2016

LA SQUADRA – Ai piedi dei grattacieli dell’Eur, accanto al Ministero della Salute, esiste una realtà bellissima fatta di sport e solidarietà, di integrazione e amicizia che sta pian piano allargando i propri orizzonti. Su un campo blu elettrico di erba sintetica, delimitato da linee bianche e rosse che splendono al sole, 22 ragazzi in divisa ed equipaggiati di mazze dall’estremità uncinata giocano ad un gioco ancora poco conosciuto in Italia ma che ha origini antichissime e grande seguito in tante parti del mondo: l’hockey su prato. Nel nostro Paese, dove l’egemonia calcistica oscura tanti altri sport, l’hockey è praticato soprattutto al nord e in Sardegna, ma a Roma, da quasi cinquant’anni, c’è una squadra che, forte di 7 titoli nazionali su prato e indoor, 2 coppe Italia e 2 coppe Europa, senza contare i tantissimi riconoscimenti a livello giovanile, è la principale della Capitale: l’Hockey Club Roma De Sisti.

UN LUOGO SICURO – Nonostante i tanti impegni sportivi e l’organizzazione che comporta il campionato di serie A delle due squadre maschile e femminile, HC Roma e HF Libertas San Saba, il Presidente Enzo Corso è molto impegnato per il sociale ed è sempre al lavoro per creare presso il campo da gioco un luogo di incontro e di integrazione. “Entrando al campo si ha subito la sensazione di come questo non sia solo un luogo di sport, ma un posto sicuro, familiare. Questo è il nostro obiettivo: creare accanto a due squadre protagoniste dei rispettivi campionati un movimento presente sul territorio, in cui i piccoli possano iniziare uno sport meraviglioso, che ho praticato personalmente per tanti anni, imparando direttamente dai professionisti”; proprio per questo, come racconta il Presidente Enzo Corso, qualche anno fa è nato “Hockey non solo”.

L’HOCKEY NELLE SCUOLE – Il progetto, sviluppato in sinergia con tutti i dirigenti e i genitori dei ragazzi del Club, prevede la partecipazione in alcuni istituti scolastici di tutto lo staff per spiegare, soprattutto ai giovanissimi, i concetti e i valori dello sport di squadra: “Sono stati individuati alcuni pilastri fondamentali, soprattutto per l’età evolutiva: lo sport secondo l’età, il gioco e la conoscenza, lo sport e la vita relazionale e affettiva. Dal punto di vista tecnico, viene preso in considerazione il modello di Horst Wein – l’ideatore del progetto cantera del Barcellona calcio, ndr – e la sua didattica che abbraccia l’insegnamento partendo da un esercizio semplificato fino ad arrivare al gioco sportivo, passando per esperienze di gioco diversamente complesse”. Il progetto “Hockey non solo” è, però, molto di più. “Grazie ai tantissimi stranieri e italiani naturalizzati, organizziamo corsi di lingua che permettano ai ragazzi delle scuole di imparare e ai giocatori di fare pratica parlando una lingua che stanno apprendendo. Sono moltissimi i ragazzi che vengono a Roma in Erasmus e che per alcuni mesi giocano con noi, come per esempio il nostro attaccante che arriva dall’Inghilterra”, sottolinea il Presidente, ricordando quanto fondamentale sia la politica della Federazione su questo argomento, con l’applicazione di regole che superano tutta la spigolosa diatriba sullo Ius Soli.

LO SPORT PER SUPERARE OGNI BARRIERA – La HC Roma e la HF Libertas San Saba sono molto attive anche sotto il profilo dell’integrazione dei diversamente abili. Proprio per questo gli è stato assegnato come campo da gioco il centro sportivo Tre Fontane, attualmente la Città Paralimpica, in cui sperano di poter dar vita ad una realtà ancora più solidale. “Abbiamo dei ragazzi portatori di handicap nel nostro settore giovanile e stiamo cercando di creare un programma ad hoc per permettere loro di superare le barriere e vivere in armonia nell’apprendimento dei valori fondanti dello sport”, rivela Alessandro Zanetti, dirigente del settore giovanile, che aggiunge: “qui siamo tutti volontari, ma ormai tra le partite, i corsi e le giornate in giro per le scuole, l’organizzazione sta diventando talmente grande che in alcune giornate lavoro più per il Club che per il mio reale impiego”. L’integrazione che portano avanti il Presidente Corso e tutto lo staff si nota anche dall’eterogeneità del pubblico, che lega insieme esperti ed amatori nel godimento della partita e dell’allegro e obbligatorio terzo tempo organizzato dai Club. Alessandro Zanetti sottolinea proprio questo aspetto: “È l’ambiente perfetto per far crescere i propri bambini, io ho due figli e giocano entrambi qui. Andrea è uno dei difensori della prima squadra, mentre l’altro ha iniziato la settimana scorsa e ora non parla d’altro. Qui imparano che i valori che sono alla base dello sport sono gli stessi che fondano una società civile e sono contento di poter lavorare, anche duramente, per preservare la bellezza di questa realtà”.

Marco Etnasi