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IL CIRCUS SOTTO CASA? FORSE DIVENTERÀ REALTÀ: SI APRE IL DIBATTITO

Da quella che sembrava una semplice battuta è partito un progetto ambizioso che affascina molti.
Si, porta visibilità. No, costa troppo. Forse, una tantum. Si è parlato e scritto tanto del progetto di portare la Formula1 per le strade della città eterna. Contribuiamo anche noi, cercando di fare il punto su un discorso che ha diviso tutti, cittadini e politici, appassionati e non, e continuerà a farlo.
Ai più potrà sembrare una novità ma l’idea di un GP a Roma parte da lontano, più di vent’anni fa. L’attuale presidente della FederLazio, Maurizio Flammini, già promoter della Super Bike, a metà degli anni ottanta, su un’idea di Enzo Ferrari, propose un circuito cittadino a Roma ma il progetto venne bocciato. L’idea moderna, invece, sembra raccogliere molti più consensi della vecchia. Il padre della Formula1, Bernie Ecclestone, non si sbilancia ma sembra essere favorevole, tanto che a Roma è stato avvistato il progettista di fiducia Hermann Tilke. Quest’ultimo si dice sia rimasto positivamente colpito dalle alternative proposte dall’ing. Flammini. La prima frattura si è creata sui costi di tale operazione, secondo molti, infatti, un GP a Roma avrebbe un peso sulle casse pubbliche non indifferente, mentre chi si sta occupando dell’organizzazione afferma che i soldi necessari verranno unicamente dagli sponsor. I problemi, però, non finiscono certo qui. In ambito nazionale, Monza e la Lega accusano Roma di essere usurpatrice e di voler cancellare il GP d’Italia. Il deputato del PdL Barbaro ha dichiarato: “Comprendiamo le preoccupazioni espresse dagli amici di Monza, ma come più volte sottolineato non c’è e non ci sarà mai intenzione da parte di Roma, di indebolire quello che riteniamo il Gran Premio di tutta la nazione”. Anche in ambito municipale la polemica non sembra fermarsi. Il CdQ EUR, pur non prendendo posizione in merito, ha raccolto le impressioni dei cittadini, divisi anche loro. Chi è per il sì, sostiene che se pur con qualche disagio, i benefici che ne ricaverebbe la città e il quartiere in particolare sarebbero importanti. Chi è per il no, se la prende con i costi e l’impatto ambientale che avrebbe un simile evento. Il Presidente del XII Municipio Pasquale Calzetta (PdL) ci fa sapere che “c’è piena disponibilità ad ospitare il progetto, poiché valorizzerebbe la città. Avrebbe inoltre un buon risvolto economico e turistico. È stata approvata in Campidoglio la mozione per le verifiche di impatto ambientale e sociale. Se e quando il progetto verrà approvato si dovranno predisporre degli interventi sul territorio e un ulteriore lato positivo è che le opere che verranno effettuate per il GP resteranno a beneficio dei cittadini. Tutto è ancora in fase embrionale, ma i risvolti economici e di opportunità lavorative sarebbero importanti”. Mentre il consigliere del PD Vincenzo Vecchio promuove una raccolta di firme contro il GP, “tale raccolta parte dalle richieste di numerosi cittadini. L’EUR non è la location adatta sia per la mobilità, poiché si paralizzerebbe tutta Roma Sud, sia per un discorso culturale, Roma ha una storia troppo importante. Se proprio deve essere fatto un secondo GP in Italia che si faccia a Vallelunga, avremmo così ugualmente un ritorno economico ma nessun disagio. Dico sempre che i cittadini dell’Eur non sarebbero spettatori privilegiati ma ostaggi. D’altra parte anche Montezemolo, che è uno dei più grandi conoscitori del mondo della F1, si dice contrario. A Roma non serve un GP per promuoversi perché Roma non ha bisogno di visibilità”. Montezemolo avrebbe dichiarato che un discorso del genere si potrebbe fare solo se inteso “una – tantum”, poiché la Capitale deve pensare a risolvere altre cose. Il deputato PdL Claudio Barbaro e Alessandro Cochi, delegato del Sindaco allo sport, replicano: “massimo rispetto per le considerazioni del presidente Montezemolo, ma pensare ad una realizzazione straordinaria ed unica del Gran Premio di F1 a Roma sarebbe una soluzione totalmente antieconomica. Abbiamo più volte ribadito il carattere totalmente autofinanziato dell’evento”.
Nel chiudere un discorso che è evidentemente lontano da definitive risoluzioni avremmo voluto inserire una battuta dell’ing Flammini, che però ci fa sapere che non rilascerà dichiarazioni fino al 30 marzo. Data in cui si dovrebbe iniziare a sapere qualcosa di più concreto.

Andrea Falaschi

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