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Torrino: chi raccoglie i rifiuti del Parco della Cisterna Romana?

Troppe difficoltà per i volontari che si occupano dell’area, così il Municipio pensa di rimuovere i cestini

TORRINO – In quest’ultimo anno abbia scoperto (o riscoperto) quanto questi spazi siano importanti nella nostra quotidianità. Purtroppo allo stesso tempo non si è ancora intervenuti fattivamente su alcune delle criticità storiche dei parchi della nostra città. Una di queste è stata più volte denunciata dal CdQ Torrino-Decima e dai volontari che si occupano di curare il Parco della Cisterna Romana in via Mar della Cina al Torrino.

LA GESTIONE DEL PARCO

L’origine di questo parco è strettamente legata alle compensazioni urbanistiche derivanti dal salvataggio della Tenuta di Tor Marancia in via Grotta Perfetta. In particolare su via della Grande Muraglia sono atterrati 31mila mc realizzati dal costruttore Marronaro. All’interno della concertazione su questo progetto è stata assicurata, come onere, la realizzazione del Parco della Cisterna Romana. Dopo varie vicissitudini il parco è stato finalmente ceduto al Comune e aperto. Fin da subito è risultato chiaro che il Servizio Giardini non avrebbe avuto la forza di prendersene cura. Tanto che in breve tempo l’area è diventata una selva impenetrabile. “A quel punto abbiamo organizzato un comitato di cittadini e ci siamo presi la responsabilità di entrare e pulire – spiega Pino Genesio, presidente del CdQ Torrno-Decima – Ad oggi sono passati sei anni e continuiamo a prendercene cura”. I volontari dell’Associazione Amici del Parco si adoperano infatti per sfalciare l’erba, pulire l’area e svuotare i cestini.

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IL PROBLEMA DEI CESTINI

Il problema per i volontari è quello di conferire adeguatamente i rifiuti una volta che questi vengono raccolti dai cestini distribuiti nel parco. Questo perché né il Servizio Giardini, né l’Ama se ne possono fare carico. Come se non bastasse il parco si trova in un quadrante dove la raccolta differenziata è fatta a livello condominiale, quindi è sempre più difficile per i cittadini disfarsi di quanto raccolto. “Dopo il lockdown le presenze nell’area verde sono aumentate – spiega Genesio – e con esse anche i rifiuti. Così abbiamo chiesto un aiuto, e alla fine dell’estate scorsa si era giunti ad un accordo”: i volontari avrebbero raccolto i rifiuti e il Servizio Giardini sarebbe passato a ritirare i sacchi all’esterno del parco su base settimanale. “Purtroppo queste operazioni si sono svolte solo fino a settembre, poi non è stato più effettuato il servizio – conclude – Possibile che un gruppo di cittadini che si danno da fare per mantenere uno spazio fruibile per tutti non possano essere aiutati dal Comune? Noi non chiediamo risorse, ci basta che passino a rimuovere l’immondizia che raccogliamo. Chiediamo troppo?”.

UNA POSSIBILE SOLUZIONE

Su questa vicenda abbiamo voluto interpellare l’assessore municipale all’Ambiente, Marco Antonini, il quale ha fin da subito confermato l’impossibilità per il Servizio Giardini di ritirare i rifiuti raccolti nei cestini: “Questo – spiega Antonini – perché il ritiro e il trasporto degli RSU – Rifiuti Solidi Urbani, ndr – non rientra nei loro compiti. A mio avviso i cestini nei parchi andrebbero usati con maggiore discernimento, invece vediamo sempre più spesso interi sacchetti di spazzatura abbandonati nelle vicinanze oppure spinti con forza al loro interno”. Una soluzione a questa situazione, oltre naturalmente a una maggiore sensibilizzazione di chi frequenta i parchi, sarebbe quella di eliminare i cestini dalle aree verdi, per posizionarne alcuni per la raccolta differenziata all’uscita. “Questo – conferma l’assessore – viene fatto in molte zone del Nord Italia ed è quello a cui si punta anche nella Capitale. Anche sul nostro territorio, ad esempio nel parco di via Carlo Avolio, questo ha funzionato”. In questo modo, con i cestini per la differenziata posizionati al di fuori del parco, il ritiro dei rifiuti rientrerebbe nel contratto di servizio di Ama. “Esattamente – conclude Antonini – la soluzione è questa e si sta lavorando per portarla a compimento”.

Leonardo Mancini