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Dalla Unint una borsa di studio intitolata a Willy Monteiro

È stata consegnata oggi la borsa in memoria del ragazzo barbaramente ucciso a Colleferro nella notte del 5 settembre scorso

ROMA – È stata consegnata oggi la borsa di studio ‘La cultura contro la violenza’ intitolata a Willy Monteiro, il ragazzo barbaramente ucciso da alcuni coetanei a Colleferro. A consegnare la borsa istituita dall’Università degli studi internazionali di Roma (Unint) ad uno studente capoverdiano, è stata Lucia Monteiro Duarte, madre di Willy. Alla cerimonia hanno preso parte l’ambasciatore di Capoverde, i sindaci di Artena e Paliano, un rappresentante del Comune di Colleferro, l’assessore allo studio della Regione Lazio e il presidente del Municipio VIII.

OFFRIRE UN SOSTEGNO ALLA CULTURA

Così la preside della Facoltà di Interpretariato e Traduzione, Mariagrazia Russo: “Dopo il tristissimo episodio che ha coinvolto Willy Monteiro Duarte, ucciso nel tentativo di difendere un amico, la nostra Università ha voluto dare un segnale concreto non solo alla famiglia, come simbolo di dolore condiviso, ma anche ai giovani che si affacciano al mondo con tante preoccupazioni e incertezze. La nostra risposta – prosegue Russo – è stata quella di offrire solidarietà attraverso un sostegno concreto ed efficace a favore della cultura, certi che una adeguata preparazione educativa possa concorrere a incamminare verso i veri valori della vita, aiutando ad affrontare le sfide di questo difficile momento storico e fornendogli quegli strumenti necessari per poter guardare all’altro non come a un nemico ma come a uno scrigno da scoprire, accogliere e valorizzare”.

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CONTRO LA CULTURA DELLA SOPRAFFAZIONE

Alla cerimonia era presente anche il presidente del Municipio VIII, territorio che ospita la Unint e che ha già realizzato un murales in memoria di Willy: “Contro la cultura della sopraffazione – ha commentato il presidente Ciaccheri – la sfida di una comunità che sceglie di sentirsi coinvolta, di tenere viva e forte la memoria di Willy e il suo sorriso e impegnarsi per quel comune sentire che dobbiamo curare, per fare di questo mondo un posto migliore, un luogo dove sentirci davvero fratelli e sorelle di una comunità di destino”.

LeMa