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I-60 Fosso delle tre Fontane: il Municipio è pronto a ripristinare il Fosso

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Catarci: “Il dissequestro ci rafforza, il MiBACT ha riapposto il vincolo e noi abbiamo il dovere di completare l’intervento”

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IL DISSEQUESTRO DELL’AREA – Nella giornata di ieri abbiamo dato conto delle motivazione del dissequestro dell’area del Fosso delle Tre Fontane, direttamente collegato all’intervento urbanisticO I-60 di Grotta Perfetta. Il fosso era stato sequestrato mesi fa dopo le richieste di intervento del Municipio VIII. La Procura, viste le motivazioni del dissequestro, non sembrerebbe aver disposto alcun ripristino dell’alveo del Fosso. Allo stesso tempo i Pubblici Ministeri non hanno rilevato irregolarità tali da delineare un reato penale, disponendo difatti il dissequestro dell’area. A questo punto la situazione si divide su due strade: quella penale, sulla quale la Procura non ha incontrato alcuna irregolarità rilevante; e quella amministrativa, che a detta del Municipio VIII permetterebbe ad oggi l’intervento in danno per il ripristino dell’alveo del Fosso. La posizione del Municipio ci è stata sottolineata dal Presidente Andrea Catarci che, forte del documento approvato dal MiBACT il 14 luglio scorso, torna ad annunciare il ripristino del Fosso delle Tre Fontane: “Quello non è l’inizio di un lungo iter – posizione assunta invece dal PD municipale nei giorni scorsi – ma la riapposizione immediata del vincolo paesaggistico che era stato eliminato da una Delibera Regionale. Con buona pace di chi vorrebbe un lunga querelle”. 

IL RIPRISTINO DEL FOSSO – Al presidente Catarci abbiamo chiesto un commento sul dissequestro dell’area disposto dalla Procura nei giorni scorsi: “Capisco che possa far tirare un respiro di sollievo ad amministratori e costruttori, ma la strada penale non è l’aspetto che mi interessa prioritariamente – spiega – Quello che vogliamo è l’esecuzione degli atti del Municipio, confermati dal MiBACT con tanto di modalità di intervento”. Il minisindaco è inamovibile sulla volontà di procedere con il ripristino, perché questo intervento sarebbe un atto Amministrativo e quindi non collegato alle disposizioni della Procura: “La Procura non può intervenire sugli atti amministrativi come quelli del Municipio – sottolinea Catarci – Questi si sarebbero potuti fermare solo su disposizione del TAR del Lazio, ma al momento non c’è nessun ricorso. Il MiBACT ha riapposto il vincolo e noi siamo nel dovere di completare l’intervento amministrativo. Il dissequestro in verità ci rafforza, perché ci dà modo di intervenire”. Secondo la presidenza il Municipio non dovrebbe aspettare il via libera di nessuna istituzione per procedere con i lavori in danno: “Non dobbiamo aspettare nulla, l’unica difficoltà è che siamo in agosto – seguita il minisindaco – vedremo perlomeno di perimetrare l’area e di fare un’ampia documentazione fotografica. Siamo convinti ad andare avanti”.

INTERPELLATI ANCHE MARINO E ZINGARETTI – Nei giorni scorsi il Municipio VIII, in netta rottura con l’Assessorato Capitolino di Caudo e quello regionale di Civita, ha trasmesso il documento del MiBACT che riapporrebbe il vincolo al Sindaco Marino e al Governatore Zingaretti. “La questione è semplice – ci dice il Presidente Catarci – o si prende atto del documento del MiBACT, oppure lo si contesta formalmente”, ha detto Catarci. Che aggiunge: “Ultimo elemento da mettere in rilievo è assonanza delle parole dell’Assessorato all’Urbanistica con quelle degli operatori economici per i quali assessore garantisce. Sappiamo che questa situazione è stata ereditata – conclude – ma ora è il momento di far partire delle verifiche”.

Leonardo Mancini

(Foto di repertorio)