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L’intervista ad Amedeo Ciaccheri, il nuovo Presidente del Municipio VIII

Ciaccheri: “L'impegno fondamentale è tornare ad occuparsi della cura del territorio“

 

MUNICIPIO VIII – Intervistiamo il neo Presidente del Municipio VIII Amedeo Ciaccheri, eletto al primo turno con il 54,05% delle preferenze come leader della coalizione di centrosinistra.

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Quali gli interventi per migliorare la mobilità sul territorio municipale?

Per noi il tema della mobilità è legato a tre questioni. La prima è l’analisi dell’attinenza del servizio pubblico con le necessità del territorio. Grande attenzione va poi data alla viabilità rispetto alle grandi trasformazioni urbanistiche, penso a piazza dei Navigatori, all’ex Fiera di Roma e agli ex Mercati Generali. Poi si deve puntare a investire su politiche utili a disincentivare l’utilizzo dell’auto privata rafforzando l’attenzione alla mobilità dolce e alle zone a 30 km/h.

Come si deve lavorare per ampliare i servizi culturali e sociali offerti dal territorio?

In questi due anni abbiamo assistito al quasi annullamento di tutte le iniziative culturali. Servirà ricostruire lo spazio di collaborazione tra le realtà e il Municipio. Questo per realizzare una proposta organica per il territorio, anche attraverso dei luoghi che siano degli incubatori di collaborazioni culturali. Degli hub di valorizzazione e promozione anche su zone meno centrali di questo municipio, come Roma70 e Tor Marancia. Dal punto di vista delle politiche sociali il vero tema sarà quello di ingaggiare una sfida con il Comune, per dare risposte ai cittadini con stanziamenti economici adeguati. Inoltre dobbiamo riconoscere che quanto fatto negli ultimi due anni dal servizio sociale municipale è stato portato avanti in totale autonomia, dato che la politica non ha dato alcun supporto. La città non ha più dato risposte sulle grandi questioni, qui manca una visione strutturale delle problematiche, su questo vogliamo dare il nostro contributo.

Il Municipio VIII evoca grandi progetti urbanistici come gli ex Mercati Generali, piazza dei Navigatori, o l’I-60. Come si governa e si incide su tutto questo?

Si governa tornando a dare un ruolo alla comunità locale e al Municipio nella discussione di questi progetti. Negli ultimi due anni siamo stati esclusi dal dibattito sui grandi temi urbanistici. Penso a come è andata la vicenda di piazza dei Navigatori che ha visto la comunità locale subire la nuova convenzione. Abbiamo bisogno di tornare a essere protagonisti soprattutto in un momento in cui la partecipazione tanto sbandierata in realtà è poco concreta. Dobbiamo essere portavoce della tutela del territorio, come sulla battaglia per il Fosso delle Tre Fontane. E diventare protagonisti sulla vicenda dell’ex Fiera di Roma, soprattutto per quanto riguarda le differenti quote (edilizia residenziale pubblica, ndr) da inserire sul progetto di riqualificazione.

L’VIII è uno dei Municipi più verdi di Roma, ma sempre più spesso si punta sui cittadini con regole e restrizioni gravose. Il Municipio, al di là del decentramento, può giocare un ruolo importante?

Il Municipio deve essere alleato di chi si prende la responsabilità di intervenire sul territorio dove il pubblico in questo momento non riesce in termini di manutenzione e cura. Noi metteremo in campo una “Delibera municipale sui beni comuni” che sia di supporto e di sostegno per chi di questo si occupa. Lo faremo per fare leva sul Comune affinché riconosca a queste realtà lo sgravio dalle assicurazioni e la possibilità di organizzare iniziative per far vivere i luoghi. Ci sarà inoltre bisogno di interagire nuovamente con il Servizio Giardini, ma siamo coscienti che in un momento di emergenza come questo dobbiamo trovare delle soluzioni straordinarie, come protocolli d’intesa con realtà private. Questo per costruire progetti di manutenzione e cura del territorio anche attraverso delle adozioni intelligenti delle aree.

Il decoro è stato uno dei temi più toccati nella campagna elettorale. Quali sono gli interventi in programma?

Tema prioritario e cittadino è l’emergenza sulla gestione dei rifiuti. Avevamo intrapreso un percorso di trasformazione del Municipio verso il porta a porta ma invece stiamo tornando indietro. Quello che sta succedendo a via della Villa di Lucina, con rimozione dei cassonetti interrati, è sicuramente un passo indietro. Noi dobbiamo tornare a puntare sul porta a porta, perchè togliendo i cassonetti dalle strade si eliminerà anche il rovistaggio. Altra questione è l’abusivismo commerciale che deve essere contrastato, riorganizzando il commercio su strada, anche in un rapporto nuovo con i mercati rionali. Sul decoro una parte importante la farà la manutenzione delle aree, penso alle strade ma anche alla riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica. Questo perché ci avviciniamo al centenario della Garbatella, una data importante per tutto il territorio, non solo per il quartiere.

Quali processi partecipativi intende attivare tra la cittadinanza e il Municipio?

Il territorio ci chiede di dare nuova forza alle Consulte dei cittadini. La partecipazione nel Municipio si è continuamente rinnovata con nuovi strumenti, penso ad esempio ai Consigli Municipali Popolari del periodo di commissariamento. In questo momento serve inventare nuove forme di collaborazione tra cittadini e istituzioni, ma dobbiamo anche far fronte a delle emergenze, come il processo partecipativo sull’utilizzo degli oneri di piazza dei Navigatori. Qui spingeremo sul Campidoglio perché ci dia strumenti e autorevolezza per costruire percorsi di partecipazione veri sul territorio.

Cosa manca a questo territorio? C’è un’idea, realizzabile in poco tempo, che cambierebbe profondamente la vita dei cittadini?

Credo che tornare a occuparsi della cura del territorio sia l’elemento fondamentale. In campagna elettorale non c’erano grosse aspettative su progetti futuristici, ma ci veniva espressa la necessità di tornare alla concretezza del vivere quotidiano del nostro territorio. Da questo punto di vista penso che la cura e la tutela delle aree pubbliche sia la priorità. Altra questione fondamentale è sicuramente quella dell’edilizia scolastica. Serve un investimento per ridare la garanzia di sicurezza alle strutture, concedendo allo stesso tempo agli educatori la possibilità di tornare a investire le loro energie sull’educazione e non più su difficoltà e problemi.

Leonardo Mancini