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Medicina Solidale: a Tor Marancia vicino agli ultimi

nostraSignoraLourdes

Nel disagio e nella fragilità contro le “malattie della povertà”

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Tratto da Urlo n.123 marzo 2015

TOR MARANCIA – Nel 2014 sono stati 1174 gli utenti che si sono rivolti al PUA (Punto Unico di Accesso) del Municipio VIII, il primo punto di contatto con la cittadinanza che presenta situazioni di fragilità sociale. Sempre nel 2014 si denota un aumento degli utenti italiani, circa il 72%, mentre il 4,5% è europeo e il 23% è di provenienza extraeuropea. Tra questi circa il 20% proviene dal quartiere di Tor Marancia, il 27% da Garbatella e il 13% da Ostiense.
Abbiamo voluto incontrare una delle realtà che si occupano di assistenza sul territorio del Municipio VIII. Medicina Solidale opera nel quartiere di Tor Marancia, utilizzando come base per le sue iniziative la parrocchia di Nostra Signora di Lourdes. La mission dell’associazione è quella di contrastare le malattie della povertà, principalmente in ambito pediatrico, migliorando l’accesso alla salute delle persone socialmente svantaggiate. L’esperienza è partita dieci anni fa nel quartiere di Tor Bella Monaca, mentre sul territorio del Municipio VIII è attiva da circa cinque anni. “Cerchiamo di creare un ponte con il sistema sanitario nazionale – ci racconta Giuliano Iacovone, medico e volontario dell’Associazione – Qui a Tor Marancia stiamo cercando di costruire un contatto con la Asl”. Tre medici, una farmacista, e alcuni studenti di medicina, tutti volontari. I motivi che li hanno spinti a stabilirsi qui si legano alle caratteristiche del Municipio VIII: uno dei territori con il più alto numero di occupazioni e di fragilità dal punto di vista abitativo. Fortunatamente gli utenti sono quasi tutti iscritti al Servizio Sanitario Nazionale, ma non avendo una residenza potrebbero essere stati assegnati ad un medico di base con uno studio lontanissimo, questo li porta ad accedere con difficoltà ai canali ordinari. “Abbiamo iniziato la nostra esperienza con uno screening sul territorio, entrando nelle occupazioni e presentandoci”, così i medici dell’associazione hanno preso contatto con le maggiori occupazioni abitative del Municipio VIII, da Caravaggio a Casale de Merode, passando per Porto Fluviale e piazza Pecile: “Abbiamo fatto uno studio della popolazione, anche per capire in che modo interfacciarci, e il 70% delle visite riguardano i bambini del territorio”. Ogni mese i volontari visitano circa 150 bambini, mantenendo traccia di ogni incontro attraverso un ricchissimo database: “Registriamo i dati e facciamo una anamnesi sociologica, partendo dalle caratteristiche dell’abitazione. Inoltre dal prossimo anno puntiamo ad inserire il parametro isee, per costruire un percorso di integrazione”.
Ad ogni utente corrisponde una scheda, che riporta il luogo e la data di nascita, la nazionalità, la lingua parlata, la data di ingresso della famiglia in Italia e la comunità d’appartenenza, per capire se alcuni problemi di salute siano ricorrenti e quindi legati ai luoghi in cui vivono. I volontari tengono nota anche dei rientri nel paese d’origine: “Questo ci serve per lo studio epidemiologico sulle malattie della migrazione e tenere sotto controllo le comunità”. Naturalmente di rientri in questo momento ce ne sono pochi, i costi per un viaggio intercontinentale sono altissimi e la fascia mediorientale non è un luogo sicuro in cui viaggiare. Tutti questi dati sono utili anche per creare una mappa dell’assistenza fornita. L’80% delle persone che si rivolgono a Medicina Solidale a Tor Marancia sono di origine europea ed extraeuropea, mentre il restante 20% sono di nazionalità italiana: “È una fetta che in questi cinque anni di attività si è allargata notevolmente – ci spiegano – quando abbiamo iniziato avevamo soltanto una o due famiglie italiane”.
Ad ogni visita corrisponde anche un pacco alimentare del valore di circa 15 euro “dipende dalle disponibilità di fondi e dalle offerte che riusciamo ad intercettare – sottolineano – ogni distribuzione ci costa dai 1000 ai 1500 euro, totalmente raccolti tramite donazioni o autofinanziamento”. I pacchi vengono integrati grazie al Banco Alimentare e alla Croce Rossa, vengono poi personalizzati con omogeneizzati e prodotti per l’igiene: “Ogni tanto ci arrivano donazioni anche in questo senso, ma è comunque difficile mettere assieme il pacco”. Non sono mancate nemmeno le brutte sorprese, come se organizzare tutto questo non fosse già abbastanza difficile: “Cerchiamo di preparare tutto all’ultimo momento, non lasciando incustoditi i pacchi perché abbiamo già subito alcuni furti, ma andiamo avanti”. L’appuntamento con le prossime visite è per il 22 marzo e gli scout del Gruppo Roma 51 si sono già messi all’opera: “Prima ci occupavamo di aiutare l’associazione con i bambini – ci spiega Maria – adesso abbiamo messo in piedi un servizio per prenotare le visite ed evitare la ressa e le file già dalle prime ore del mattino”. Il servizio va avanti spedito, si chiama il nome e il numero di prenotazione, si effettua la visita e si prenota per il mese prossimo: “Solo oggi abbiamo avuto 120 visite – continua Maria – e ne abbiamo prenotate altrettante”.

Leonardo Mancini