PARCO DI TOR MARANCIA – Il 9 febbraio scorso dal Comune è arrivata la notizia della chiusura della Conferenza di Servizi (partita il 24 ottobre scorso) dedicata al progetto di recupero dei tre Casali all’interno del nascente Parco di Tor Marancia. Il dibattito sul futuro e sulle funzioni che ospiteranno queste strutture (considerati l’AFA6 del Parco), si è riaperto con l’avvio dei cantieri sull’AFA1 del Parco, l’area con ingresso principale da Piazza Lante.
IL FUTURO DEI CASALI
Con la conclusione della Conferenza di Servizi, spiegano dal Campidoglio, è stato anche approvato il progetto di recupero dei tre Casali. È infatti previsto un investimento di circa 5 milioni di euro da parte del Consorzio Tormarancio per la loro riqualificazione e futura destinazione, in parte in continuità con la vocazione agricola originaria e in parte per svolgere funzioni aggregative e culturali per il territorio. I lavori di riqualificazione, affermano dal Comune, dovrebbero partire entro il 2024.
IL COMMENTO
L’Assessora all’Urbanistica capitolino, Maurizio Veloccia, ha ricordato che l’idea alla base di questa riqualificazione è piuttosto datata: “Dopo oltre 20 anni dalla scelta di acquisire la tenuta di Tor Marancia e salvare dall’edificazione questo straordinario pezzo di campagna romana, facciamo un passo importantissimo per la sua reale riconsegna alla fruibilità dei romani – spiega Veloccia – Dopo un lavoro avviato all’indomani del nostro insediamento, è stato infatti approvato positivamente il progetto di recupero dei Casali che si trovano proprio nella tenuta. La restituzione integrale del Parco alla città è un obiettivo politico fondamentale. Per questo abbiamo accelerato su tutti i fronti: la consegna dei 13 ettari con accesso da via di Grotta Perfetta, i lavori sulla nuova parte di circa 6,5 ettari di Piazza Lante che si completeranno in primavera, e ora il recupero dei Casali”. L’iniziativa è stata salutata con favore anche dal consigliere capitolino dell’Alleanza capitolina Verdi-Sinistra Ferdinando Bonessio, che ha parlato della volontà “non solo di dare nuovo impulso alla vocazione agricola di questa zona ma allo stesso tempo realizzare un progetto di rigenerazione urbana e di socialità con finalità culturali e aggregative – e ancora – Anche attraverso queste forme di recupero del patrimonio pubblico che si costruisce un ecosistema urbano più sostenibile”.
Redazione
