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Ramazzini: il punto a tre mesi dall’istituzione della tendopoli

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Il centro di prima accoglienza si ingrandisce, come le polemiche, ma ogni allarme è smentito

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Tratto da Urlo n.138 settembre 2016

PORTUENSE – Dalla fine di giugno, presso la Croce Rossa Italiana di via Ramazzini, è presente un centro di prima accoglienza per migranti. A tre mesi dall’istituzione della tendopoli, che ospita i richiedenti asilo già identificati prima del loro spostamento negli Sprar, torniamo a parlare di un tema intorno al quale sono state varie le voci contrastanti.

Abbiamo parlato con la nuova presidente della CRI di Roma, Debora Diodati, che ci ha confermato che la tendopoli istituita all’interno dei locali di via Ramazzini continuerà a rimanere un centro transitorio, smentendo le voci che avevano paventato una sua mutazione in un presidio fisso. Impossibile però oggi sapere per quanto questo sarà attivo: “Al momento non si può quantificare per quanto il centro seguiterà ad esistere, crediamo che possa essere mantenuto ancora per qualche mese”. La Diodati ha ribadito che il campo è stato istituito in seguito ad una manifestazione di interesse della Prefettura e che quindi “rimarrà finché ci sarà bisogno”, per fornire assistenza: “Come Croce Rossa diamo aiuto e accoglienza umanitaria”. La permanenza degli ospiti all’interno del campo dipende da vari fattori, continua: “Ci vengono date disposizioni dalla Prefettura che decide quando organizzare gli arrivi e il trasporto dei migranti nelle strutture fisse. Se gli ospiti restano più giorni è perché non c’è la possibilità di farli uscire”. Le dimensioni del centro, che inizialmente poteva accogliere 150 migranti, sono cresciute: “Ci è stato chiesto di incrementare il numero di tende – seguita la Diodati. Adesso il campo può accogliere circa 400 persone. Ci attestiamo su una media di 350 ospiti”. La Presidente della CRI di Roma ci ha poi descritto le attività che vengono svolte all’interno: “Appena i migranti arrivano vengono sottoposti ad un primo screening sanitario. Agli ospiti, tutti richiedenti protezione internazionale, viene fornita una prima informativa legale. Garantiamo la presenza fissa di un assistente sociale per supportare situazioni di fragilità, abbiamo un team sanitario presente H24. Forniamo vitto e alloggio e stiamo prevedendo l’istituzione di ulteriori attività oltre a quelle già in essere: sport, un laboratorio artistico, un corso di italiano. Abbiamo un protocollo di intesa con la Asl territoriale per la gestione di eventuali casi di emergenza sanitaria, che però per ora non ci sono stati. Smentisco quindi qualsiasi informazione sia stata diffusa in tal senso”. Il riferimento è alla notizia circolata nei mesi scorsi di un’epidemia di dissenteria all’interno del campo. “Tutto insomma – afferma – è molto tranquillo”. Gli ospiti non hanno l’obbligo di rimanere all’interno del campo ma il controllo è garantito, ci dice la Diodati, dalla “presenza di una postazione stabile della Polizia”. Intanto dalla cittadinanza, ci racconta, sono arrivate anche manifestazioni di solidarietà, non solo quindi polemica e proteste: “Il territorio si è dimostrato solidale, si è messo a disposizione chiedendo come partecipare e supportare il campo”.

Nonostante ciò sono state varie anche le segnalazioni dei cittadini del territorio che hanno espresso timore circa la presenza del centro. Ne abbiamo parlato con Silvia Crescimanno, Presidente del Municipio XII: “Il territorio ha vissuto la nascita della tendopoli con un certo grado di shock perché non era abituato alla presenza al suo interno di situazioni simili. A mio avviso – incalza – queste preoccupazioni sono state fomentate da alcuni esponenti politici che hanno cavalcato l’onda della paura percepita”. Il Municipio ha il compito di recepire le istanze dei cittadini, per questo, seguita, “abbiamo dato voce a questo stato d’animo all’interno delle lettere che abbiamo inviato al Prefetto e anche durante l’incontro che c’è stato con il Capo di Gabinetto il 12 agosto”. In quell’occasione, prosegue, “abbiamo chiesto maggior controllo e garanzie in relazione alla situazione sanitaria. Siamo stati rassicurati in merito. In seguito ad un confronto del Capo di Gabinetto con la CRI abbiamo ricevuto anche una risposta scritta”. Il documento, ci dice la Presidente, “ribadisce che non esiste emergenza sanitaria, che tutti i controlli e i vaccini sono stati effettuati. Durante l’incontro con la CRI è stato posto l’accento sulla necessità di fornire agli ospiti del campo delle regole di comportamento da assumere quando sono sul territorio”. Come si legge sul documento, infatti, “per quanto attiene alla condotta degli ospiti, si ribadisce che il regolamento del centro, notificato al momento dell’ingresso, fa esplicito divieto di adottare, anche all’esterno, comportamenti illeciti, violenti, indecorosi o che arrechino disagio” e che nel caso si verifichino potranno dar luogo all’adozione di conseguenti provvedimenti, “fino alla revoca delle misure di accoglienza da parte del Prefetto”. Il campo non è di competenza municipale, precisa la Crescimanno, ma nasce da disposizioni del Prefetto: “La nostra opera – conclude – sarà di vigilare attraverso un rapporto costante con la Prefettura. A breve organizzeremo una visita per verificare più da vicino la situazione”.

Sulla questione è intervenuto anche il Consigliere municipale Marco Giudici (Fdi), contrario alla presenza della tendopoli: “Quello che noi chiediamo è di delocalizzare il centro perché sta creando notevoli disagi a livello territoriale e ai cittadini. Abbiamo constatato fenomeni di accattonaggio, rovistaggio e disagio dovuto ai migranti che girano indisturbati. La sicurezza non è garantita dalla Polizia – incalza Giudici – perché la postazione è fissa all’esterno della CRI e non sul territorio. Ho ricevuto segnalazioni e reclami perché la presenza così numerosa di migranti, senza una data certa in merito alla chiusura della struttura, desta preoccupazioni. Chiediamo lo spostamento del campo perché Monteverde non ha bisogno di questo, ma di attenzione e di riqualificazione, specialmente delle strutture che si trovano lì intorno come ad esempio il Forlanini”. Gli ospiti del campo sono persone che fuggono da guerra, fame e distruzione, ci dice la Capogruppo Pd al Municipio XII, Cristina Maltese, che seguita: “Nella gestione dei flussi di migranti che arrivano nel nostro paese, deve esserci un lavoro coordinato dell’Italia, di tutti gli enti locali e delle Forze dell’Ordine”. Quello che porta all’arrivo di rifugiati nel paese, seguita, “è un fenomeno storico e una tragedia umana, ritengo quindi che ognuno debba fare la sua parte”. La Consigliera ha poi parlato della necessità di incrementare le attività sociali svolte all’interno della tendopoli: “Ho chiesto alla Presidente della Commissione Sociale di attivare una rete di volontariato e associazioni per far sì che il tempo che queste persone trascorrono nel campo, benché sia poco, possa essere di conforto”. In merito alle polemiche la Maltese conclude: “Ritengo che la CRI abbia tutte le caratteristiche, la professionalità e la competenza per svolgere questo lavoro bene, come del resto sta già facendo. Ciononostante credo che sia necessario attivare una catena di solidarietà. Non ci possiamo sottrarre da questo, sia per il rispetto delle norme che per un principio morale della convivenza civile”.

Anna Paola Tortora