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Campidoglio: comitati in piazza contro il Termovalorizzatore

Un migliaio i cittadini presenti in piazza, chiesto un confronto TV con il Sindaco sull’impianto di Santa Palomba

ROMA – Sono un migliaio i cittadini che il 2 dicembre scorso hanno affollato piazza del Campidoglio per ribadire la loro contrarietà all’impianto di termovalorizzazione che l’Amministrazione Gualtieri vuole realizzare in zona Santa Palomba in Municipio IX. La manifestazione organizzata dall’Unione contro l’inceneritore, realtà che racchiude tutti i comitati e le associazioni contrarie all’impianto, arriva dopo la pubblicazione del bando da parte del Campidoglio e in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato sul ricorso atteso per le prossime settimane.

LA MANIFESTAZIONE

“Lo avevamo detto che sarebbe stata il nostro giorno e il nostro giorno è stato. Abbiamo riempito Piazza del Campidoglio, di mamme e i loro figli, delle persone colpite, di striscioni e dei comitati tutti riuniti nell’Unione contro l’inceneritore – ha dichiarato a margine dell’iniziativa Alessandro Lepidini, portavoce del Comitato No inceneritore a Santa Palomba – Era giusto essere qui perché davanti all’arroganza di chi ha pubblicato la gara a pochi giorni dall’udienza del Consiglio di stato abbiamo ritenuto necessario dare questa risposta”. Diverse le questioni al centro della vicenda e della protesta portata avanti dai cittadini in diverse iniziative negli ultimi mesi. Dalle emissioni fino alle tempistiche, passando per i costi e il livello di differenziata: “Abbiamo rivendicato il nostro diritto alla salute, il rispetto del diritto dell’ambiente e il diritto al futuro per noi e per i nostri figli. Dal Campidoglio – prosegue Lepidini – ho pubblicamente sfidato Gualtieri a un confronto televisivo, perché i suoi argomenti sono ormai privi di qualsiasi fondamento. Difenderemo Santa Palomba fino alla fine perché ne abbiamo tutto il diritto davanti alla barbarie inceneritorista di cui Gualtieri è la logora maschera”.

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LA REPLICA ALLA MANIFESTAZIONE

La replica alla protesta dei cittadini, che ha visti coinvolti anche diversi esponenti delle forze politiche d’opposizione, è arrivata nel pomeriggio di sabato direttamente dall’Assessora capitolina all’Ambiente, Sabrina Alfonsi: “L’impianto di Santa Palomba sarà realizzato adottando le migliori tecnologie disponibili, in grado di garantire il pieno rispetto dei limiti previsti per le emissioni in atmosfera e tutelare l’ambiente dai possibili inquinamenti – scrive in una nota l’esponente della Giunta Gualtieri – Il Piano Rifiuti di Roma prevede inoltre obiettivi molto ambiziosi per la raccolta differenziata che non subirà dunque nessun rallentamento per la costruzione dell’impianto che anzi sarà l’unica possibilità con cui smaltire la quantità di rifiuti residui – e ancora – Alla fine si arriva sempre al solito punto: per questi rifiuti residui la scelta è tra sottoporli a recupero energetico con un termovalorizzatore o inviarli in discarica, il più inquinante degli impianti. Noi abbiamo detto per sempre un chiaro no alle discariche e alla vergogna di smaltire i nostri rifiuti in giro per l’Italia e per l’Europa con un costo assurdo per la popolazione di Roma”.

LA PROTESTA E I PRODOTTI AGRICOLI

Il fine settimana di protesta non si è fermato con la manifestazione in Campidoglio. Infatti i cittadini contrari al termovalorizzatore sono tornati a protestare al Laurentino nell’ambito di un’iniziativa di promozione dei prodotti del DOM 9 (denominazione di origine municipale) svoltasi al Centro Culturale Elsa Morante al Laurentino. I cittadini hanno srotolato uno striscione che denuncia l’incompatibilità tra le produzioni agricole di pregio, che caratterizzano l’Agro romano meridionale e le sue aziende, e l’impianto voluto dall’amministrazione. “L’evento era patrocinato dal Municipio IX che del DOM dovrebbe essere il custode dopo averne deliberato l’istituzione nel 2015 – affermano dal Comitato No Inceneritore Santa Palomba – Al contrario, con il totale consenso all’inceneritore, è lecito chiedersi se con queste iniziative il Municipio non intenda accompagnare la fine del DOM godendo, nel tempo che resta, del prestigio che ne deriva, avendone  consentito di fatto la fine non essendosi opposto alle varie ordinanze del commissario Gualtieri”. Proseguono dal Comitato: “L’ inceneritore produce emissioni tossiche che ricadranno sulle aree agricole contaminando terra e acqua: diossine, furani, metalli pesanti, solo per citarne alcuni, combinati in mix micidiale con il nanoparticolato. Ciò metterà in ginocchio le aziende agricole e casearie determinando loro un danno irreparabile. È sulle tavole dei Romani e non solo, che quei prodotti agroalimentari e vitivinicoli, oggi assolutamente genuini, spesso con certificazione biologica, sono destinate ad arrivare dopo esser stati commercializzati”. In questa occasione il portavoce del Comitato Alessandro Lepidini, ex Assessore municipale all’Ambiente dimissionario proprio perché in contrasto su quest’impianto, è tornato a chiedere un confronto televisivo con il Sindaco sul tema dei rifiuti.

LeMa