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Via di Grottapinta

Via di Grotta Pinta

Nel Rione Parione da piazza dei Satiri a largo del Pallaro

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Ogni fondaco, ogni androne oscuro, ogni cantina che sorgeva a Roma prendeva anticamente il nome di grotta o grottino. Il toponimo della via, quindi, discende da questo e indica il tuttora esistente arco che unisce la piazzetta, un tempo anch’essa chiamata Grottapinta, con quella del Biscione, che aveva la particolarità di essere completamente affrescato. Da qui il nome di “Grotta Dipinta” e successivamente “Grottapinta”. 

Alcuni studiosi fanno discendere la denominazione della strada da un’immagine dipinta su una parete, che nel 1468 fu spostata e portata nella chiesa di San Lorenzo in Damaso, dove si trova ancora oggi, e che fu sostituita da un quadretto davanti al quale arde perenne una lampada. L’immagine ci fu certamente in quanto più volte questa effige della Santa Maria di Grottapinta viene menzionata dagli storici. Il nome, in realtà, la strada lo ebbe dalla chiesetta ad essa adiacente che a sua volta era così chiamata per l’arcone dipinto, posto al lato della stessa.

Su questa via al numero 34 alcuni storici ricordano l’esistenza di una trattoria-albergo detta “del Leone”, così chiamata per un leone domestico che un cliente si portava appresso come un cagnolino e al quale aveva insegnato a bere nel bicchiere. Difatti l’oste aveva alzato come insegna del locale un leone con un bicchiere tra le zampe. Sulla piazzetta davanti alla chiesa, costruita nel 1343 e che acquisì lo stesso nome della strada, si teneva il mercato di bottiglie, bicchieri ed oggetti di vetro.

Emanuela Maisto