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Dalle tasse non c’è scampo

Anche nell'antica Roma c'erano i tributi

Il mese di maggio appena trascorso ha rappresentato un periodo in cui gli animi si sono ingrigiti, non solo per la mancanza di sole, ma anche per la compilazione del 730 e per il pagamento delle varie tasse.

Anche nell’antichità romana i cittadini dovevano versare i tributi che servivano a finanziare le istituzioni pubbliche. Il sistema tributario romano si occupava dell’amministrazione delle pubbliche finanze, raccogliendo il pubblico tesoro presso il tempio di Saturno, nel Foro Romano.

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Inizialmente le tasse regolari e sicure per Roma erano quelle sui servizi e le imposte su eventuali guadagni che potevano derivare, per esempio, da successioni o dalla vendita di oggetti. Di grande rilevanza, come tasse ordinarie, c´era il “tributum capitis”, la tassa personale che doveva pagare ogni cittadino libero, e l’imposta fondiaria, il “tributum soli”, relativa alla grandezza e alla qualità del terreno che veniva lavorato e da cui poteva derivare una qualsiasi produzione.

Molto presto, per finanziare la guerra contro Veio, avvicinandoci al 500 a.C., furono introdotte tasse speciali, che presto divennero ordinarie. Nel periodo imperiale e a ridosso dell´anno 0 venne creato il “fiscus” e diversificato dallo “aerarium”: il primo rappresentava il tesoro a disposizione dell´imperatore, il secondo quello a disposizione del popolo romano e gestito dal Senato.
Pensando oggi alle tasse accumulate che i cittadini pagano sul costo della benzina, così accadeva anche nell´antica Roma: quando bisognava realizzare un’opera pubblica o finanziare i costi della guerra, potevano essere istituite nuove tasse che spesso gravavano sui trasporti commerciali (come i dazi) o sui proprietari terrieri.

In epoca repubblicana, le tasse non venivano riscosse da addetti pubblici, ma dai pubblicani, ovvero i realizzatori delle opere pubbliche che guadagnavano, non chiedendo il costo della realizzazione dell’opera allo stato, ma dividendo quel costo per i cittadini liberi, che di fatto pagavano tasse.

Con l’impero la riscossione delle tasse venne affidata a funzionari imperiali, come i censori, i questori e i procuratori, creando un sistema molto più vicino a quello moderno.

Esisteva anche una tassa molto insolita: la “Vectigal urinae”, voluta da Vespasiano nei confronti di conciatori e lavoratori della lana per poter ricevere ammoniaca (la pipi degli orinatoi pubblici) usata per sbiancare i tessuti.

Quindi si può dire che, oggi come in molte epoche storiche, non solo non si scampa di certo dalla morte… Ma anche dalle tasse!

Veronica Loscrì