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Antiche sepolture

“Sit tibi terra levis” era un’iscrizione frequente sulle epigrafi latine ed é quindi un augurio pagano, ma spesso utilizzato al giorno d’oggi come saluto nei confronti del defunto, che viene tradotto con “che la terra ti sia lieve”.
Il rito funebre romano trova origine nella tradizione etrusca dove la morte era un momento di festa in ricordo del defunto, basti pensare che i giochi gladiatori sono semplicemente una estremizzazione spettacolare dei munera etruschi: momenti di combattimento tra schiavi, in concomitanza di feste o ricorrenze, spesso riti funebri, e offerte da uomini di alto lignaggio per intrattenere il popolo.
A seconda dell’importanza della gens (famiglia) di appartenenza e quindi della ricchezza familiare, allora la tomba poteva essere piú o meno ricca e corredata. Già nell’età del bronzo (che va, per grandi linee, dal 3000 a.C. al 1500 a.C.) era praticata in larga scala l´inumazione, ovvero la deposizione del corpo in una fossa in cui il defunto era accompagnato da vestiti, monili, ceramiche ed oggetti che utilizzava in vita; molto comune era anche il rito della cremazione con il quale il corpo del defunto era sistemato su una pira e cui veniva dato fuoco, dopodichè le ceneri erano poste in un’urna di forma e pregio diversa a seconda del rango familiare di provenienza.
Il rito canonico prevedeva delle specifiche fasi rituali: entravano in azioni sia uomini, i libitinarii, per la preparazione del corpo e degli ambienti per accogliere coloro che venivano a salutare il defunto, e per l’organizzazione del corteo e il trasporto del feretro (erano in soldoni il corrispettivo antico delle moderne imprese di pompe funebri); figure importanti erano le praeficae, donne dai capelli sciolti in segno di lutto, pagate per accompagnare le lamentazioni, canti e i pianti per lodare il morto e queste lamentazioni duravano alcuni giorni durante i quali il corpo era esposto in casa.
Se il funerale era per una persona pubblica, e magari ricca, il corteo col feretro proseguiva fino al foro dove c´era il laudatio funebris (elogio funebre) da parte di un parente stretto.
Si riteneva necessario commemorare il defunto rispettando le prassi della Pietas romana (l´osservanza di riti e celebrazioni per rispettare il patto tra uomini e Dei e quindi la salvaguardia della romanitá), in questo caso rispetto per il morto, affinché questo non vagasse sulla terra insoddisfatto e adirato con i propri familiari: il novendiale é un periodo di nove giorni di lutto che riguardano anche il culto cristiano legato alla morte del Papa, ma nell´antica Roma erano considerati nove giorni in cui la casa del defunto era “impura” per poi essere pulita e preparata per un´ulteriore festa.

a Massimiliano Liverotti, amico e collega di pagina
Sit tibi terra levis

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Veronica Loscrì