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Millevoi: riprendono i lavori sulla Cabina Acea

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Presentato il ricorso al Tar, mentre la cittadinanza si attiva per l’allargamento del Parco dell’Appia

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Tratto da Urlo n.121 gennaio 2015

ARDEATINA – Nei mesi scorsi abbiamo seguito la vicenda dell’edificazione di una Cabina Primaria Acea in via Millevoi e delle manifestazioni organizzate dai cittadini e dal CdQ Millevoi Ardeatina. Quello della Cabina è un progetto, come spesso ricordato, utile soprattutto a permettere l’edificazione di un milione di mc di cemento previsti dai progetti urbanistici delle aree circostanti. I cittadini hanno organizzato tre cortei che hanno visto una grossa partecipazione. Una prima “piccola” vittoria è stata ottenuta, con la firma di una Ordinanza di Sospensione dei lavori da parte del Municipio IX. Purtroppo con la scadenza di questo stop, il 10 dicembre scorso, i lavori sono ripresi, seppur non con la celerità riscontrata nei mesi scorsi. È stato lo stesso Assessore Caudo a spiegare che sulla Cabina “non ci sarà alcuna sospensione definitiva dei lavori a causa di numerose autorizzazioni che non ho il potere di ritirare, si può però discutere su eventuali migliorie”. Queste modifiche, che sarebbero state concordate con Acea, riguarderebbero dei muri protettivi, un prato e un laghetto. Dal Cdq e dal Coordinamento Agro Romano Bene Comune, che appoggia i cittadini nella vertenza, questa “mitigazione” non cancella i motivi della protesta. Intanto il Cdq Millevoi Ardeatina ha presentato un ricorso al Tar, la cui prima udienza è stata fissata per la seconda metà del mese di gennaio. Nel ricorso parte importante la giocherà la destinazione dell’area interessata dalla cabina: inizialmente a verde pubblico, poi trasformata senza nessuna valutazione ambientale.
Intanto l’attenzione del Coordinamento si è spostata anche sulla promozione di una petizione per l’allargamento del Parco dell’Appia a sostegno della proposta avanzata dal M5S. L’iniziativa partita ad inizio novembre ha già ottenuto oltre 800 firme ed è indirizzata a sensibilizzare il Ministro Franceschini, il Governatore Zingaretti, il Sindaco Marino, e l’Assessore Refrigeri, nei confronti di “una distruzione di territorio incontrovertibile”. Quella dell’ampliamento del Parco è una storia che parte da lontano e che già nella scorsa consiliatura regionale aveva avuto un’accelerazione, sulla scorta della proposta di legge regionale del 2005 denominata “Ampliamento della perimetrazione del Parco Regionale dell’Appia Antica”. Una possibilità, questa, prevista nel Piano adottato nel 2002 dal direttivo dell’Ente Parco. Le richieste avanzate dai firmatari dell’attuale petizione sono semplici: arrivare ad inserire l’ampliamento nel Piano di Assetto del Parco stesso. “Includendo tutte le aree presenti in quella proposta regionale con particolare attenzione a Fosso della Cecchignola, Tenuta S. Alessio (Istituto Agrario Garibaldi), via Divino Amore, Falcognana”. Su alcune di queste aree negli anni passati le vertenze ambientali aperte dai cittadini hanno già “sventato” alcuni progetti di edificazione e trasformazione del paesaggio. I proponenti della petizione ricordano, tra tutte, la battaglia vinta sui 170 ettari del Fosso della Cecchignola: “Un polmone verde che spicca per le sue caratteristiche ambientali – si legge nella petizione – L’area rappresenta un corridoio naturale che connette il Parco Appia Antica con la Riserva Decima-Malafede – concludono – Chiediamo che quest’area venga tutelata integralmente ed annessa al Parco Appia Antica”. Particolare attenzione viene riposta nelle aree non edificate del quadrante sud-est della Capitale, per le quali viene proposta una “moratoria sine die del cemento” anche in relazione alla grande quantità di appartamenti invenduti ed edifici abbandonati. Nei prossimi mesi, oltre a seguire le vicende riguardanti l’edificazione della Cabina Primaria dell’Acea in via Millevoi, torneremo ad analizzare la situazione dell’intero quadrante, anche in relazione alle nuove edificazioni previste e agli evidenti problemi da esse derivate dal punto di vista ambientale e della mobilità.

Leonardo Mancini