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Nuvola: apertura in vista. Parcheggi e nuova viabilità no

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Insieme alle Torri Telecom, le due opere porteranno visitatori, lavoratori e traffico, ma tutti i progetti previsti per la mobilità del quadrante sono caduti nel dimenticatoio

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Tratto da Urlo n.131 gennaio 2016

EUR – Diciamoci la verità, ormai siamo diventati un po’ allergici agli annunci. E in questi anni sulle possibili inaugurazioni delle grandi opere dell’Eur, di proclami ne sono stati fatti, incautamente, troppi. È difficile riaccendere la speranza in chi il quartiere lo vive ogni giorno e che, con il passare del tempo, l’ha visto martoriato nella sua essenza. 

Il nuovo Presidente di Eur Spa, Roberto Diacetti, e il neo Amministratore Delegato, Enrico Pazzali, alla presenza dell’Archistar Massimiliano Fuksas e di sua moglie Doriana, hanno capitanato un piccolo tour dell’ancora incompleto Nuovo Centro Congressi di Roma prima di Natale, per fare il punto sullo stato dei lavori. Ma sulla data precisa di apertura, questa volta, si è stati cauti. Così, un paio di domande sorgono subito spontanee. La prima: questa nuova strategia di non fare annunci dove porta? Non sarebbe forse meglio, considerate importanza dell’intervento e attesa snervante dei cittadini, che si comunichino modi e tempi e che poi questi, stavolta, si rispettino? La seconda: siamo sicuri di sperare in un’inaugurazione della Nuvola prossima, più vicina possibile, a fronte della totale mancanza di infrastrutture al suo servizio? Intanto si vocifera che tutto (o quasi) dovrebbe essere pronto a maggio, al massimo giugno. Autorevoli organi di stampa, nei giorni scorsi, hanno abbozzato una sorta di cronoprogramma: inaugurazione della struttura (non finita) a maggio 2016, completamento a dicembre, ed entrata in funzione, con il primo congresso, nell’estate del 2017. In mancanza di risposte certe da Eur Spa (a cui più volte abbiamo rivolto domande in questo senso, ma senza ottenere risultati), abbiamo deciso di riportare le tempistiche probabili di cui si parla, in modo da poterne discutere. Andando con ordine.

La Nuvola è una delle opere più contestate degli ultimi anni. La prima pietra è stata posta nel 2008, il concorso internazionale vinto da Fuksas venne indetto però nel 1998. Un tempo biblico, per un’opera sicuramente dispendiosa, ma che di lavoro effettivo ha richiesto solo cinque anni. Il resto sono stati problemi, in primis di finanziamenti. Di base la Nuvola sarebbe dovuta costare 272 milioni, ma per terminarla si sono aggiunti prima 100 milioni dal Governo e poi 50 milioni estrapolati dai 300 derivanti dalla vendita di alcuni immobili all’Inail (“situazione che non dovrà più ripetersi: non si dovranno più mettere in vendita i palazzi storici dell’Eur”, secondo Giuseppe Contenta, Capogruppo del Pd al Municipio IX). A conti fatti il costo totale è 422 milioni di euro. Avremmo voluto essere più precisi su alcuni di questi dati, ma purtroppo Eur Spa non ci ha rilasciato dichiarazioni in questo senso.

Anni trascorsi, insomma, tra rimpalli di responsabilità, aumento dei costi, varianti di progetto, opere complementari sparite. C’è pur da dire che “del genio italiano al suo interno c’è”, come ha dichiarato un po’ immodestamente lo stesso Fuksas. Ma oltre che nell’ideare un’opera avveniristica, il genio (neanche troppo) dovrebbe esserci anche nel realizzarla nel migliore dei modi, quanto meno con scelte oculate e ottimizzazioni di tempo e risorse. E proprio a proposito di scelte oculate restano altri interrogativi da sciogliere: se è vero il cronoprogramma riportato sopra, perché si sceglierebbe di fare un’inaugurazione anticipata (di un anno) rispetto alla reale possibilità di utilizzo della struttura stessa ai fini per cui è stata costruita? Per concedere, nel frattempo, ai visitatori/turisti la possibilità di goderne come monumento? Inoltre, come è possibile che si debba aspettare così tanto tempo per l’utilizzo di una struttura praticamente finita? Forse perché c’è da attendere la vendita della “Lama” (che dovrebbe accogliere il grosso dei congressisti), che a sua volta è legata alla ristrutturazione delle Torri delle Finanze da parte di Telecom, per poter venderla meglio? L’albergo “Lama” è quella struttura nera che si erge a lato del Nuovo Centro Congressi, adibito a divenire il polo ricettivo prediletto per i congressisti. Mentre Telecom è il privato che ha rilevato l’area delle Torri per costruirci il suo quartier generale, con un nuovo progetto che, di fatto, cancella quello di residenze di lusso ideato da Renzo Piano e le opere ad esso collegate da realizzarsi con gli oneri concessori (il sottopasso Colombo-Europa). Per ciò che riguarda la Lama, è anche vero che adesso, reperiti i fondi per la conclusione della Nuvola attraverso la (s)vendita di edifici storici all’Inail, Eur potrebbe anche decidere di non venderla, come ipotizza il Capogruppo Fi al Municipio IX, Massimiliano De Juliis: “Eur Spa potrebbe decidere di metterla a reddito, visto che ora il suo bilancio è a posto e ha la copertura finanziaria necessaria per terminare la Nuvola”.

Oppure, come ipotizzato da noi, “visto che il turismo congressuale inizierà tra un anno – conclude De Juliis – ci potrebbe essere il tempo di finire le Torri delle Finanze e rendere nuovamente appetibile la Lama, che difficilmente di fronte a quegli edifici nudi troverebbe un acquirente”.

Mentre il discorso si fa più delicato parlando del nuovo progetto per le Torri delle Finanze, che è direttamente collegato alle mancate opere complementari e a tutto il riassetto urbanistico e della mobilità dell’area. Il concetto è stato affrontato da Andrea De Priamo, Coordinatore romano di Fratelli d’Italia ed ex Assessore all’Urbanistica municipale: “Bisogna purtroppo constatare che, mentre c’è speranza per la realizzazione di queste opere, c’è invece la certezza che quella cornice di infrastrutture fondamentali, considerate le nuove realtà di cui si parla, non verranno mai create. Mi riferisco innanzitutto al Centro Congressi, per cui c’è un’assenza di standard adeguati di parcheggi”. Tanti anni fa, contestualmente all’apertura del cantiere della Nuvola, ne erano previsti 2 interrati a piazza Marconi. Che fine hanno fatto? “La giunta Alemanno – spiega De Priamo – votò quelli di piazza Marconi che, benché bloccati dalla Sovrintendenza, sono ancora in piedi come progetto perché non è stata annullata la delibera comunale che li riguardava. Qualora gli interventi previsti non venissero fatti, bisognerebbe fare una nuova delibera comunale per la ricollocazione degli stessi, perché altrimenti la Nuvola non potrebbe aprire”.

Quindi, contestualmente alla costruzione del Nuovo Centro Congressi, si era studiato un piano parcheggi complementare, mai neanche iniziato, che se era necessario all’epoca, forse lo è ancor di più oggi. Come sono necessarie tutte quelle opere di viabilità, mai realizzate né attualmente previste, programmate all’epoca degli annunci dei progetti di Nuvola e Torri, che adesso diventano ancora più impellenti e fondamentali, vista la variazione con aumento di impatto di uno dei due interventi: “Quando era in vigore il progetto delle Torri di Renzo Piano al posto di quelle delle Finanze, era previsto il sottopasso Colombo-viale Europa, da realizzare con gli oneri concessori derivanti dall’opera”, ma con il passo indietro dei privati, tutto venne bloccato. Ora, con il nuovo progetto che saluta l’insediamento della nuova casa di Telecom, si sta, sì, salvando l’area dal degrado, “ma non si prevede nessun adeguamento della viabilità, tantomeno il sottopasso che era previsto, nonostante l’insediamento di uffici rispetto al residenziale, sia molto più impattante a livello di traffico veicolare – conclude De Priamo – Mentre con la Nuvola erano preventivati dei lavori, come il sottopasso Colombo-via dell’Umanesimo, da realizzarsi con gli oneri concessori derivanti dal Nuovo Centro Congressi stesso. Ma come sappiamo tutte le risorse sono state poi utilizzate per la sua ultimazione e questo è un vero scandalo. Gli interventi per la viabilità e il trasporto pubblico di zona non erano solo utili, ma imprescindibili”. Opere che i cittadini si aspettavano. Quello che ci chiediamo è: in un quartiere già allo stremo per traffico veicolare e mancanza di parcheggi, come si pensa di sostenere la grande quantità prevista di persone che contribuiranno a creare un nuovo business congressuale all’Eur, sommata alla nuova quota di lavoratori che si insedieranno nelle Torri, senza interventi sulla mobilità? Riuscirà il quartiere, con i mezzi attuali, a non collassare con queste novità incombenti? Lasciamo ai nostri lettori la risposta.

Luca Migliorati