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Ex Fiera di Roma: nell’abbandono qualcosa si muove

ex fiera di roma marzo 2016

I padiglioni si preparano ad ospitare le schede elettorali, ma forse anche altro

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L’EX FIERA DI ROMA – Si avvicinano le elezioni amministrative e torna l’attenzione sulla ex Fiera di Roma. Questo avviene per due motivi. Il primo, puramente elettorale, riguarda uno dei temi più spinosi del Municipio VIII, cioè la riqualificazione e i progetti urbanistici sull’area dell’ex Fiera. Il secondo, più contingente al periodo, riguarda l’utilizzo di alcuni dei padiglioni in disuso come magazzino di stoccaggio per il seggio centrale. A riprendere l’argomento, durante un sopralluogo nell’area, è il minisindaco del Municipio VIII, Andrea Catarci: “L’area di oltre 7 ettari dell’ex Fiera di Roma è un deserto – scrive in un post su Facebook – Riprende vita solo momentaneamente come seggio centrale, prima delle elezioni, o per rispondere a qualche emergenza sociale”.

IL LUNGO ITER PARTITO NEL 2005 – Il Presidente riprende il filo dell’iter per la riqualificazione partito nel 2005 con il trasferimento di tutte le attività fieristiche: “Le giunte capitoline che si sono avvicendate hanno provato ad aumentare a dismisura i metri cubi di cemento, ampliando le altezze e le superfici dei capannoni esistenti, incontrando la strenua resistenza di cittadini, associazioni ambientaliste e comitati sostenuti dal Municipio – e ancora – La vicenda è tutt’altro che finita con l’approvazione della delibera comunale dell’estate 2015, voluta dall’ex Assessore Caudo e dalla ex Giunta Marino, con cui si decide un inaccettabile incremento di superfici utili, passando dagli attuali 45.000 metri quadri a quasi 70.000 – 67.500 Ndr”.

UNA NUOVA OPPORTUNITÀ – Contattato telefonicamente il Presidente Catarci ha chiarito i motivi del sopralluogo effettuato nell’area della ex Fiera: “Stanno ripulendo la zona in previsione delle elezioni – spiega – ma al contempo c’è l’interesse di grosse strutture culturali ad organizzare delle manifestazioni all’interno dei padiglioni”. Una possibilità interessante, che colmerebbe almeno in parte, il vuoto e l’abbandono vissuto in questi anni. “Ci saranno le elezioni e poi altri cinque anni di abbandono – seguita Catarci – sarebbe importante invece programmare una serie di eventi culturali temporanei che magari portino anche a riqualificare una porzione della struttura”. A quanto è dato sapere al momento, il progetto è ancora in fase embrionale, ma non stentiamo a credere che potrebbe venire accolto con favore dai residenti della zona, ormai abituati all’abbandono e al degrado.

Leonardo Mancini