Tratto da Urlo n.177 Marzo 2020
EX FIERA – Il 22 febbraio scorso, alle 2.30 circa, una volante della Polizia ha fermato e denunciato una prostituta di origine romena su via Cristoforo Colombo, all’angolo con via dei Georgofili. I motivi del fermo non sono però legati a reati di prostituzione (in Italia, lo ricordiamo, viene punito solo il reato di sfruttamento), bensì a delitti ambientali e di inquinamento. In particolare sono stati richiamati gli articoli 674 e 675 del Codice Penale per gettito e collocamento di sostanze e cose pericolose per la salute pubblica e il 256 bis che punisce la combustione illegale di rifiuti. La donna infatti era intenta a bruciare sul marciapiede alcune cassette di frutta per scaldarsi in attesa di clienti. Sono stati infatti il fumo e le fiamme a richiamare l’attenzione degli agenti.
MOLTE SEGNALAZIONI
Purtroppo questo tipo di situazioni non sono nuove in questo angolo del territorio. Lungo l’arteria di scorrimento, a due passi dai capannoni dismessi della ex Fiera di Roma, il fenomeno della prostituzione su strada è da tempo fiorente. Non è difficile imbattersi, persino ad ore non troppo tarde, in piccoli roghi di rifiuti, accesi per riscaldarsi o per attirare l’attenzione. Una situazione segnalata al nostro giornale da diversi cittadini nel corso degli anni, che hanno anche rilevato come un moltiplicatore di questi fenomeni sia da ricercare negli ex sottopassi di via Cristoforo Colombo.
SOTTOPASSI ABBANDONATI
Il passaggio pedonale venne costruito negli anni Settanta per collegare i capannoni della Fiera di Roma ai quartieri circostanti, ma venne chiuso quasi subito a causa di un episodio di violenza sessuale. Solo nel 2000 il passaggio fu riaperto, per essere immediatamente occupato da alcuni senza tetto. Ma il primo intervento di sgombero, nel 2008, non ebbe l’esito sperato, infatti gli occupanti tornarono nella galleria in pochi mesi. Gli ingressi furono infine sbarrati nel mese di novembre del 2009 a seguito di un nuovo sgombero. Da quel momento il sottopasso è stato occupato più volte, facilitando l’accumulo di immondizia agli ingressi, spesso utilizzati anche come luogo di prostituzione. L’ultima bonifica di grandi dimensioni di cui si ha nota è quella dell’aprile 2016, successiva a quella del 2015, quando vennero rinvenuti all’interno del sottopasso ben 10 quintali di rifiuti. Durante l’amministrazione Alemanno il sottopasso fu anche oggetto di un bando per la locazione a fini commerciali che, nonostante il basso canone di affitto (5 euro al mq), andò deserto, probabilmente a causa della chiusura della Fiera di Roma che ha reso meno vantaggioso l’impiego commerciale della galleria.
COSA FARE DI QUESTE STRUTTURE?
Gli ingressi di questi sottopassi (seppur sbarrati) sono divenuti un ricettacolo di immondizia e, allo stesso tempo, un fattore moltiplicatore del fenomeno della prostituzione. In passato si è parlato più volte della definitiva tombatura di queste strutture, e c’è da immaginare che l’argomento, seppur mai abbandonato dai residenti della zona, possa tornare all’attenzione delle istituzioni quando si parlerà nuovamente degli interventi sull’area della ex Fiera di Roma. Chissà se queste strutture potrebbero tornare utili nell’ottica della valorizzazione, o se in futuro un nuovo bando per l’assegnazione degli spazi potrebbe dare esito differente una volta che il quadrante verrà riqualificato.
Leonardo Mancini