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I-60: il Tar respinge il ricorso dei cittadini

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Pd: “ricostruire un canale di dialogo con i comitati”. Catarci: “dal Pd esultanza incomprensibile”

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IL RICORSO RESPINTO – In queste ore è stata confermato il respingimento da parte del tar del Lazio del ricorso presentato da cittadini e associazioni nei confronti dell’edificazione su via di grotta Perfetta, meglio conosciuta come I-60. Dopo l’escalation che negli ultimi mesi ha portato anche al sequestro di parte del cantiere, l’area su cui insisterebbe il Fosso delle Tre Fontane, una delibera di Giunta Regionale che toglierebbe al Fosso il vincolo, ma anche una replica del MiBAC contro l’iniziativa della Regione, questo respingimento è l’ennesimo capitolo di questa lunga vicenda. 

 

IL PLAUSO DEL PD – Non sono mancate le reazioni nemmeno da parte della politica romana, con il Pd compatto nel plaudire alla decisione presa dal Tar: “Prendiamo atto della sentenza del Tar che ha respinto il ricorso presentato dai comitati per fermare il cantiere dell’I-60 – affermano in una nota congiunta il Capogruppo del Pd in Assemblea Capitolina francesco D’Ausilio, la consigliera capitolina Valeria Baglio, il segretario pd del circolo VIII Municipio Gabriele Basile e il capogruppo del Pd in Municipio VIII Federico Raccio – In questo modo si è ribadita la fondatezza delle scelte adottate e che il Pd ha sempre sostenuto in quanto legali e legittime. Ora è urgente andare avanti nella realizzazione delle opere pubbliche previste e ricostruire un canale di dialogo con i comitati presenti su questo territorio”. Singolare la scelta del titolo di questa nota: “Fosso Tre Fontana, Pd:”Tar conferma scelte amministrazione”, quando la vicenda del Fosso è solo l’ultimo degli elementi portati dai cittadini a sostegno del ricorso.

ESULTANZA INCOMPRENSIBILE – Durissima la replica di Andrea Catarci, Presidente del Municipio VIII e del suo Assessore all’Urbanistica, Massimo Miglio, che parlano di ‘esultanza incomprensibile del Pd’: “La sentenza del TAR richiamata dagli esponenti del PD si limita a respingere il ricorso avanzato dai comitati di cittadini sull’annullamento dell’intero programma urbanistico di via Grottaperfetta denominato I60. Nulla a che vedere – aggiungono – con i rilievi sollevati dal Municipio Roma VIII sull’inedificabilità del Fosso delle Tre Fontane, confermato dal sequestro dell’area interessata da oltre quattro mesi e dalle note del Dipartimento Urbanistica di Roma Capitale che conferma l’impossibilità di rilasciare permessi a costruire per alcuni edifici per sopraggiunti vincoli di tutela ambientale e paesaggistica. È inspiegabile – prosegue con forza Catari – che si esulti per la possibilità, peraltro infondata, di poter deturpare l’ambiente e i corsi d’acqua, specie in una situazione in cui i Fossi, come quello storico delle Tre Fontane, andrebbero valorizzati e non certo distrutti”. Non manca nemmeno di sottolineare le violazioni più volte richiamate dal Municipio VIII: “Altrettanto incomprensibile è l’accanimento con cui si ignorano le gravi violazioni commesse dal Consorzio dei costruttori, nella pretesa di procedere, malgrado esse, all’edificazione dei 400 mila m3 previsti. Cubatura che, a nostro avviso, andrà invece consistentemente ridotta – concludono – Proseguiremo la nostra azione di tutela del territorio, con la determinazione di sempre, in difesa dell’ambiente e della legalità”.

LA REPLICA DEL COORDINAMENTO STOP I-60 – “Anche i cittadini hanno preso atto della sentenza del Tar – scrive il coordinamento parafrasando il precedente comunicato stampa del Pd – che ha respinto il ricorso non entrando nel merito della questione ma per una mera ragione procedurale di ritardo nella presentazione. Prendiamo anche atto, con grande piacere, della volontà del Pd di ricostruire un canale di dialogo con i comitati. Direi anzi, di costruire, visto che dialogo sull’I60 da parte del Pd non c’è mai stato”. Non sembrano perdersi d’animo i cittadini del coordinamento che infatti rilanciano: “Considerato che al momento, è vinta una battaglia ma non la guerra, i cittadini ribadiscono che, punti imprescindibili della discussione sono: la Valutazione di impatto ambientale sul progetto, da parte della Regione, l’apposizione del vincolo indiretto sui reperti archeologici da parte della Sovrintendenza, il rispetto dell’art. 99 delle Norme tecniche di attuazione al Prg 2008 di Roma Capitale, ovvero lo studio di mobilità relativo ai progetti urbanistici a forte impatto”. Nei prossimi mesi vedremo come questo respingimento per ragioni procedurali influenzerà la complicata vicenda dell’edificazione di Grotta Perfetta.

Leonardo Mancini