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Percepire la sicurezza, come cambia la città

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Aumentano i reati minori e le pattuglie sul territorio, ma sembra crescere anche la percezione di insicurezza

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Tratto da Urlo n.120 dicembre 2014

ROMA – Sono stati 276.542 i reati denunciati a Roma nel 2013. Per darne misura il settimanale L’Espresso ha calcolato 6.400 reati ogni 100mila abitanti. Un aumento pari al 2,9% rispetto al 2012. Altro dato da prendere in considerazione è quello riportato da Repubblica lo scorso ottobre: “Al 30 settembre del 2013, a Roma e provincia, si contavano 38 omicidi, mentre quest’anno sono stati 23”. Questi dati danno una delle possibili interpretazioni di quello che sta accadendo nei nostri territori. Una sensibile riduzione dei delitti gravi, ma un generale aumento dei reati minori. Piccoli furti, auto lasciate sui mattoni, effrazioni, qualche rapina e furti di macchine e motorini. Queste sono le segnalazioni che in numero maggiore raggiungono la nostra redazione. Da affiancare alle voci e ai racconti che costruiscono il sentire dei cittadini. La percezione della sicurezza è una variabile personale, costruita da fattori come lo stile di vita o i luoghi che si frequentano, influenzata poi dall’informazione e dalla comunità. Abbiamo analizzato la situazione in uno dei municipi dal quale riceviamo segnalazioni, cercando di capire se sia mutata la sicurezza o la percezione della cittadinanza. Per Andrea Catarci, Presidente del Municipio VIII, quello che sta cambiando è la città stessa: “C’è più paura, che genera una guerra tra ultimi e penultimi. Sono aumentate le situazioni di disagio e anche i numeri ufficiali non ci dicono la verità, non includendo gli insediamenti abusivi”. Un fenomeno che interessa tutte le zone della Capitale, colmando spazi non governati e lasciati in abbandono. Se la percezione cambia, per Simone Foglio, Capogruppo di Fi, è perché i territori sono allo sbando: “Non si può negare che i cittadini si sentano meno sicuri di un anno fa. I tanti fenomeni di illegalità che l’Amministrazione sta tollerando, peggiorano una situazione aggravata dalla crisi. Ci sono luoghi del nostro territorio lasciati all’abbandono – sottolinea Foglio – Penso ad esempio a Tor Marancia, accerchiata da due occupazioni e dal relitto dell’ex Fiera, dove è stato inserito un campo nomadi. Il tema è far tornare la sicurezza nelle strade, con una presenza maggiore delle forze di polizia e con l’impegno a non tollerare più occupazioni, insediamenti abusivi e illegalità”. “Ormai – aggiunge il Capogruppo di Ncd, Andrea Baccarelli – la percezione è quella dell’insicurezza. Serve riprendere il timone e mantenere la barra dritta. Micro criminalità e insediamenti abusivi sono elementi che i cittadini percepiscono come pericolo e degrado”. Primo elemento è quindi il disagio, che spesso scaturisce dalla crisi economica: “I reati sono sicuramente aumentati – afferma Carlo Cafarotti, Capogruppo del M5S – Sono crimini da anni ’80 e ’90. Lo si denota anche dalla ricomparsa delle siringhe per le strade”. Il riferimento è al ritrovamento delle stesse nel giardino di una scuola a Roma70 e in prossimità di un altro istituto a San Paolo. “Questo vuol dire che chi era passato a droghe più costose è tornato a sostanze economiche. Un ritorno al passato che è frutto di un impoverimento culturale indotto dall’abbandono e da quello economico acuito dalla crisi”. Quello delle siringhe è un fenomeno in ripresa in tutta la città, non legato alla sola periferia: “Ci sono in tutti municipi, basta guardare i dati del Piano di Recupero Siringhe dell’Ama – aggiunge Luca Gasperini, ex Delegato alla Sicurezza e Consigliere Pd – Il ragionamento è semplice, l’eroina costa meno e nella crisi si ‘risparmia’ su tutto”. L’ex questore Massimo Mazza ha parlato della quantità di volanti in servizio sulla Capitale con il nuovo piano messo in campo: “In un solo turno attualmente ci sono 76 equipaggi al lavoro su tutta la provincia, 66 solo a Roma. Le pattuglie impiegate da gennaio a settembre sono state 76.377, quasi 12 mila in più rispetto al 2013. Circa 8 volanti in più al giorno”. Un incremento che, secondo il Consigliere Gasperini, si nota anche sul Municipio VIII: “Basta guardare i tanti posti di blocco, questo è il segnale che le auto in giro per la città sono aumentate. Sicuramente non si può pensare che la Polizia sia ovunque, certo si dovrebbe puntare all’utilizzo di sistemi tecnologici, come la videosorveglianza in ambiti sensibili del territorio”. E allora come si possono contrastare quei fenomeni che modificano la percezione dei cittadini? Con l’ormai cronica mancanza di personale, come si organizza l’intervento in municipi grandi come delle medie città italiane? “I rapporti con le forze di polizia sono difficili perché non strutturati formalmente – interviene Catarci – I Municipi dovrebbero avere un rapporto più stretto con la Polizia Locale. Purtroppo questo è lasciato alle caratteristiche dei vari comandanti, ci sono quelli collaborativi e quelli che vanno dritti per la loro strada. Il rapporto non può essere lasciato al caso”. Tanto più se si pensa al nuovo piano delle turnazioni per gli uomini della municipale: “Così sarà solo il Municipio ad assicurare la continuità sul territorio – conclude Catarci – Serve rivedere il regolamento, o una convenzione che formalizzi la collaborazione”. 

Leonardo Mancini