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Acquario dell’EUR: apertura entro la fine dell’anno?

L’opera incassa il rinnovato interesse del Campidoglio e si torna a parlare di inaugurazione

Tratto da Urlo n.177 Marzo 2020

EUR – Nel 2008 si aprivano i cantieri per la realizzazione dell’Acquario dell’EUR. La struttura, da 17mila mq in prossimità del Laghetto, a 12 anni dall’inizio degli interventi non ha ancora una data certa per l’inaugurazione, anche se un rinnovato interesse da parte del Campidoglio potrebbe dare nuovo slancio all’iniziativa.

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LA STORIA

Dal 2008 ad oggi i lavori sono stati interrotti numerose volte, spesso a causa della mancanza di fondi. Fino al 2015, quando arrivò l’annuncio di una prossima inaugurazione, tanto che si avviarono persino delle campagne di comunicazione per l’assunzione di personale. Nel 2016, nonostante l’entusiasmo, a fronte della società Merlin Entertainment (che ha in carico l’area espositiva dell’acquario tradizionale), che annunciava il completamento dei lavori, la Mare Nostrum (responsabile per gli spazi commerciali e di intrattenimento) si dichiarava ancora indietro sulla tabella di marcia. Trascorsero così altri due anni di silenzio, durante i quali la scena veniva rubata dal completamento della Nuvola e dalla riapertura del Luneur, oltre che dalla vicenda delle Torri di Ligini e della nuova (ma ormai superata) sede della Tim. Nel 2018 la questione si riaccese, quando l’allora Presidente di Eur Spa, Roberto Diacetti, affermò che “se l’Acquario di Roma non sarà completato entro il 31 maggio di quest’anno la concessione dell’area sarà revocata”. Così, con leggero ritardo (nel luglio 2018), veniva organizzata in fretta e furia una pre-apertura dedicata alla stampa, per mostrare l’avanzamento dei lavori. I ritardi, così come venne spiegato allora, erano da ricercare nell’adeguamento sismico, reso necessario dopo gli eventi che avevano sconvolto il centro Italia. Così si prolungò ancora il cronoprogramma, ma le banche sospesero i finanziamenti, arrivando fino allo stop dei pagamenti verso le ditte.

IL CONCORDATO

In questo modo, per l’ennesima volta, un’apertura annunciata (prevista a giugno dell’anno scorso) veniva disattesa, mentre poco prima a febbraio, sempre del 2019, la Mare Nostrum faceva richiesta al Tribunale di Roma di concordato preventivo, in modo da proseguire il lavoro evitando, di fatto, il fallimento e lo stop al progetto. Silenzi e attese si sono protratti fino al 9 dicembre scorso, quando i giudici della XIV Sezione Civile del Tribunale di Roma hanno dato il via libera all’accordo di ristrutturazione del debito. Ciò significa che, in pratica, il 95% delle aziende (in totale circa 40) che hanno un credito con la società, ha espresso parere favorevole al nuovo piano industriale, con il quale la Mare Nostrum si impegna alla restituzione dei debiti in cinque anni, che dovrebbe essere il tempo necessario per vedere i primi proventi dell’acquario, il cui costo, ad oggi, è di circa 120milioni di euro (40 in più rispetto alla previsione del 2008) tutti a carico dei privati.

GLI ULTIMI SVILUPPI

Nonostante la buona notizia del concordato, ci pensa l’assessore al Commercio di Roma Capitale, Carlo Cafarotti, a raffreddare gli animi. A margine di una conferenza stampa del 12 febbraio scorso, l’esponente grillino afferma: “Mi sembra un’iniziativa non più aggiornata coi tempi, quindi ne parleremo con Eur Spa”, lasciando presagire quasi una chiusura da parte del Campidoglio verso il progetto. L’incontro sarebbe avvenuto poco dopo, ma non con la proprietà delle aree (Eur Spa), bensì con i vertici dell’azienda che dovrebbe concludere l’opera. Così il 17 febbraio l’assessore Cafarotti rettifica: “La Società concessionaria dell’Acquario mi ha illustrato gli sviluppi del progetto Sea Life all’Eur, che si è evoluto e ingrandito rispetto alla sua versione originaria – sottolinea Cafarotti – è un progetto all’insegna di sostenibilità e innovazione, che coinvolge enti, università, centri di ricerca, Marina Militare, Guardia Costiera, Lega Navale. Una messa a sistema di risorse che darà vita a un centro di divulgazione tecnologico, votato alla tutela dell’ambiente marino e alla diffusione dell’avanguardia scientifica di settore secondo la formula dell’edutainment”. E ancora: “Quest’opera è in linea con le nostre policy di turismo sostenibile e di qualità – continua Cafarotti – noi ci impegneremo a supportarli per accelerare i tempi di realizzazione, affinché si possa aprire il prima possibile”. “Per l’apertura, ce la faremo entro fine anno”, ha affermato poi l’ingegner Domenico Ricciardi, di Acquario di Roma.

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NON SI RINUNCI AL PROGETTO

Prima del paventato stop e conseguente dietro front dell’Assessore Cafarotti, il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, aveva dichiarato di essere andato a verificare “lo stato dell’opera e le cause dei ritardi che ne hanno impedito l’apertura. Siamo rimasti sbalorditi dall’imponenza di quanto è stato fatto senza spendere un solo euro di soldi pubblici, e riteniamo grave che un simile progetto, che potrebbe portare milioni di visitatori nella capitale, con vantaggi per le casse comunali e per tutto l’indotto, sia ancora fermo”. E ancora: “Rinunciare ad ospitare a Roma il più grande acquario d’Europa è un suicidio culturale, turistico ed economico, e siamo certi che anche l’attuale giunta capitolina sarà in prima fila per sostenere questo grande progetto, ormai quasi completato, che rappresenta anche un miracolo di ingegneria costruttiva, essendo interamente realizzato con soluzioni tecnologiche d’avanguardia e uniche al mondo”. Mentre l’attacco delle opposizioni in Consiglio Comunale, con il consigliere Pd, Giovanni Zannola, arriva dopo la rettifica di Cafarotti, definendo ‘infelice’ l’affermazione dell’Assessore: “Ha seminato sconcerto tra i residenti e gli operatori commerciali della zona. Ho predisposto pertanto un’interrogazione urgente all’assessore per conoscere le motivazioni che lo hanno indotto alle affermazioni e per sapere quali interventi sono stati messi in atto dal Campidoglio per accelerare i tempi di realizzazione del progetto e per aprire quanto prima i battenti del nuovo acquario di Roma”.

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ACQUARIO PUBBLICO DAL 2050

Resta ancora sul tavolo la questione della proprietà dell’Acquario, in quanto la Mare Nostrum per la realizzazione di quest’opera ha avuto le aree in concessione da Eur Spa (società pubblica costituita per il 90% dal Ministero dell’Economia e Finanze e per il 10% dal Comune di Roma) per ben 30 anni. Al momento ne sarebbero già trascorsi 12, ma in realtà, già nel luglio del 2018, venne affermato dalla stessa partecipata che l’area sarebbe stata restituita al termine del periodo concessorio, non a partire dall’inizio dei lavori ma dall’inaugurazione, quindi (attualmente) nel 2050. In compenso sarebbe stato versato, oltre al 5% del fatturato ogni anno per 30 anni, un indennizzo per gli anni di ritardo a partire dal 2012, corrispondente allo stesso 5%, ma con un interesse del 2,5%. Spese che si aggiungono al costo dell’opera a carico dei privati, sulla quale già dall’apertura peseranno non pochi debiti.

Leonardo Mancini