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Ex Fiera di Roma: tutto fermo in attesa del nuovo Sindaco

fiera di roma 135

La valorizzazione dell’area potrebbe salvare la Nuova Fiera, ma resta la vertenza sulle cubature

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Tratto da Urlo n.135 maggio 2016

EX FIERA DI ROMA – “Abbiamo ridotto la cementificazione”. In questo modo l’ex Sindaco Marino salutava l’approvazione, nel luglio 2015, della Delibera 119/2014 per la riqualificazione dell’area della ex Fiera di Roma. Da Veltroni (86mila mq), passando per Alemanno (93mila), fino a Marino (67.500). Ma l’attenzione di cittadini e Municipio non è diminuita. Si spera di ridurre ancora le cubature e che la gestione della Nuova Fiera, di via Portuense, non si ripercuota negativamente su viale Colombo. La vendita dell’area e la sua valorizzazione è un punto fermo nella strategia della Investimenti Spa (proprietaria di entrambe le strutture) per far quadrare i conti della Nuova Fiera. Ma questa volta lo stop è arrivato dal Campidoglio. Il Commissario Tronca ha dichiarato la delibera propedeutica alla vendita un atto “non dovuto” e quindi da rimandare al prossimo inquilino del Campidoglio. Il motivo di questa decisione è presto detto: prevedendo una modifica alla destinazione d’uso e una profonda modificazione dell’assetto del quadrante, l’atto va oltre i poteri del Commissario.

“È sconcertante che per l’irresponsabilità politica della sinistra, fino a poco tempo fa al governo di tutti i livelli, si rischi il fallimento di una società come Investimenti Spa e altri anni di incuria e abbandono per l’area – afferma in una nota il candidato di Fi al Consiglio Comunale, Simone Foglio – I cittadini non sono più disposti a lasciare questo luogo al degrado e alle emergenze. Se il compito di arrivare ad una soluzione sarà del nuovo Sindaco speriamo che non guardi a sinistra per ricevere suggerimenti, da quella parte c’è solo inerzia e incompetenza”.

La decisione di Tronca non metterà definitivamente in ginocchio la Nuova Fiera. Infatti il Commissario avrebbe chiesto una proroga al curatore fallimentare, legando questa richiesta all’impossibilità di intervenire. Ma sulla vicenda si potrebbe aprire un nuovo capitolo. Il Commissario, in seguito agli approfondimenti, alle criticità sul futuro della nuova Fiera e ad un piano industriale ritenuto di incerta realizzazione, invierà gli atti alla Procura contabile e alla Procura ordinaria. Per il Minisindaco uscente, Andrea Catarci, bene ha fatto Tronca a non dare il via libera alla vendita dell’ex Fiera, aprendo indirettamente nuovi spazi alla vertenza sull’area: “Quando ci sarà il nuovo Sindaco, il territorio dovrà continuare ad affermare che l’ex Fiera serve solo a far quadrare i conti della struttura di via Portuense – afferma Catarci – Sono 7 ettari in posizione strategica, questo è il modo di ragionare dei privati, non l’interesse di Roma”.

Il Pd municipale sperava che si arrivasse ad una risoluzione, nonostante la chiusura anticipata della consiliatura. Spiega questa posizione la candidata Presidente in Municipio VIII, Anna Rita Marocchi: “Contavamo che la Delibera passasse in Regione, dato che già indica un tetto di edificabilità e si è sottolineata la previsione di funzioni pubbliche nell’area. Purtroppo – seguita – l’allungamento dei tempi aggrava lo stato di indebitamento della proprietà. È un cane che si morde la coda e che non fa il gioco del territorio”. Rispetto a Catarci, che vede in questo interregno la possibilità di riorganizzare la vertenza, dal Pd si auspicano tempi brevi: “Speriamo che il prossimo Sindaco segua le linee guida già dettate dal Comune – aggiunge Marocchi – Per poi aprire un tavolo con i cittadini sulle esigenze del quadrante prima del bando europeo, bilanciando gli interessi con il miglior progetto possibile”.

Anche se il prossimo Sindaco decidesse di sbrogliare la matassa ‘Fiera-ex Fiera’ con la vendita, chi acquisterà prenderà in carico l’intera progettualità dell’area, con le linee guida del Campidoglio. “Speriamo – seguita Catarci – che la nuova amministrazione parli un linguaggio che tuteli Roma e l’indipendenza nei confronti dei poteri forti. Si potrebbe fare un progetto a ribasso, premiando chi propone meno cubature mantenendo la sostenibilità economica dell’opera”.

Leonardo Mancini