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Fosso delle Tre Fontane: il TAR chiede nuovi accertamenti

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Dopo il dissequestro e la recinzione dell’area, arriva in Aula il ricorso del Consorzio

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IL FOSSO – La complessa vicenda dell’edificazione I-60 in zona Grottaperfetta era tornata alla ribalta negli ultimi giorni di luglio. Mentre continuano a crescere i palazzi in prossimità di Grottaperfetta, sul lato opposto del cantiere si combatte una battaglia a colpi di documenti, verbali e ricorsi tra il Municipio VIII e il Consorzio Grottaperfetta. Oggetto del contendere è l’esistenza o meno del Fosso delle Tre Fontane e la sua tutela. 

IL DISSEQUESTRO – Dopo il dissequestro dell’area da parte della Procura, avvenuto il 28 luglio scorso, e forte di un documento del MiBACT (14 luglio) in cui si parla della tutela dell’area, il Municipio VIII aveva iniziato a predisporre i lavori di ripristino dell’alveo del Fosso, scoprendo però che l’area era stata recintata dallo stesso Consorzio. “La Procura non può intervenire sugli atti amministrativi come quelli del Municipio – ci spiegava Catarci in quell’occasione – Questi si sarebbero potuti fermare solo su disposizione del TAR del Lazio, ma al momento non c’è nessun ricorso. Il MiBACT ha riapposto il vincolo e noi siamo nel dovere di completare l’intervento amministrativo. Il dissequestro in verità ci rafforza, perché ci dà modo di intervenire”.

IL RICORSO DEL CONSORZIO – Il ricorso al TAR da parte del Consorzio però è arrivato, ma anche in questo caso non ci sono state indicazioni chiare. Soltanto una richiesta di ulteriori accertamenti da parte del Tribunale Amministrativo. “In particolare nel ricorso – spiegano il Presidente Catarci e l’assessore all’Urbanistica municipale, Massimo Miglio – sono state riprodotte fieramente le parole rese con enfasi dall’Assessore Caudo in recenti comunicati stampa, in cui si avvalora la tesi dell’inesistenza del Fosso contrariamente alle attestazioni di tutti gli Enti sopramenzionati. Ciò ha determinato forte imbarazzo nell’Avvocatura Comunale impegnata a difesa del provvedimento municipale, spingendo il Tribunale Amministrativo a disporre accertamenti”.

L’ATTACCO DEL MUNICIPIO VIII – In una nota Catarci e Miglio non mancano di esprimere la loro soddisfazione per questa nuova fase dello scontro. “Il Tar del Lazio – dicono – nega per la terza volta la sospensione del provvedimento municipale per il ripristino della funzionalità idraulica dello storico Fosso delle Tre Fontane, interrotta da interventi abusivi di interramento dell’alveo e distruzione della vegetazione”. Non manca, come già rilevato in altri momenti di questa partita, l’attacco alla posizione assunta negli ultimi giorni di Luglio dall’Assessore alla Trasformazione Urbanistica Giovanni Caudo, che ha sottolineato l’inesistenza del fosso già ricoperto nel 1980 a seguito della costruzione di via Ballarin. Catarci e Miglio parlano di ‘comportamento anomalo e irriguardoso’, che “travalicando i limiti delle proprie competenze ed interferendo in quelle spettanti all’Ente di prossimità circa la vigilanza territoriale, si è attivato per contrastare le posizioni del Municipio, nonché quelle espresse da tutti gli Enti preposti alla tutela dei Beni Ambientali Culturali e Paesaggistici: MiBACT, Area Difesa Suolo della Regione Lazio, Autorità di Bacino del Fiume Tevere, Aereonautica Militare”.

COINVOLTO IL CAMPIDOGLIO – Come già fatto a fine luglio, il Municipio VIII ha deciso di scrivere nuovamente al Sindaco Marino, aggiungendo però tra i destinatari l’Assessore alla Legalità Sabella: “Le interferenze nell’azione di vigilanza urbanistico-edilizia, che è competenza unicamente municipale, si sono verificate più volte, in particolare sulla vicenda del Fosso: è tempo che l’Assessorato comunale alla Trasformazione Urbana la faccia finita una volta per tutte e ci lasci liberi di svolgere il nostro lavoro in difesa del territorio”.

LeMa