
OSTIENSE – È passato un anno dallo sgombero dell’occupazione abitativa Alexis in via Ostiense 124 avvenuto il 10 gennaio 2017. Lo stabile di proprietà della Acea era stato occupato il 6 dicembre del 2012 e, da subito, venne dedicato ad Alexis Grigoropolus, un ragazzo di 16 anni ucciso dalla polizia in Grecia nel 2008. L’Alexis da dal 2015 era stato inserito nel percorso della Delibera Regionale per l’emergenza abitativa, con un progetto di auto-recupero che comprendeva 10 appartamenti, uno spazio sociale e la libreria ‘Piuma di Mare’.
LE RASSICURAZIONI – Il 2 dicembre del 2016 (poco più di un mese prima dello sgombero) era anche stata organizzata un’assemblea pubblica aperta alla cittadinanza e con la partecipazione di Regione, Municipio e Comune, nella persona dell’allora Assessore all’Urbanistica Paolo Berdini. Proprio in quella sede si sperava potessero riprendere le trattative sul progetto di autorecupero presentato per Alexis. Una possibilità condivisa anche dal Municipio VIII, in quel momento a guida 5Stelle, che si espresse con un atto, approvato con il voto positivo di M5S, PD e Sinistra per Catarci. Il testo impegnava l’allora presidente penta-stellato ad attivarsi presso Roma Capitale affinché comunichi con urgenza la sua volontà a non procedere allo sgombero, impegnandosi anche all’apertura di un tavolo per il recupero presso il Comune, ponendo lo stabile sotto custodia sociale. Ma tutto questo non ebbe alcun riscontro, e la mattina del 10 gennaio 2016 l’Alexis venne sgomberato.
AD UN ANNO DALLO SGOMBERO – Ad un anno dallo sgombero gli ex occupanti sono tornati in via Ostiense per un sit-in di protesta contro l’abbandono della struttura. “Siamo tornate e tornati per segnalare l’abbandono in cui versa lo stabile – scrivono gli attivisti attraverso i canali social – ma soprattutto per ribadire che l’unica città di senso è quella che parte dai progetti e dalle lotte di chi la vive ogni giorno”. Ad un anno dallo sgombero sullo stabile non sono stati portati avanti interventi. Quello che gli attivisti di Alexis hanno trovato al suo interno, durante una visita per recuperare gli effetti personali concessa 8 mesi dopo aver lasciato la struttura, è stato solo degrado e abbandono.
L’EX DEPOSITO DI SAN PAOLO – La vicenda degli occupanti di Alexis si lega anche a quella, tutta urbanistica, che si sta giocando sull’ex Deposito Atac di San Paolo. Al momento dello sgombero era infatti stata prospettata la possibilità di riprendere il progetto di autorecupero all’interno degli uffici inutilizzati dell’ex Deposito. Anche di questa progettualità gli attivisti di Alexis non ha più saputo nulla, mentre la storica struttura di San Paolo al momento è tra quelle che potrebbero essere vendute da Atac per risanare le finanze dell’azienda.
Leonardo Mancini