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Piccoli 007, anzi ZeroZeroOtto

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Lungo le strade e le storie del Municipio VIII raccontate dai suoi cittadini più piccoli

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IL PROGETTO – Una dozzina di bambini, dai nove fino ai tredici anni, domenica scorsa hanno sfidato la calura e si sono avventurati per le strade del Municipio VIII. Una vera e propria escursione, percorrendo le strade di tutti i giorni con occhi diversi. Il Progetto, partito appunto domenica scorsa, si chiama ‘ZeroZeroOtto’ e nasce nell’ambito del “Villetta Social Lab”, un incubatore di progetti di mutualismo e partecipazione rivolti agli abitanti del Municipio VIII. “ZeroZeroOtto è il blog (zero-zero-otto.blogspot.it) delle bambine e dei bambini che raccontano il territorio in cui vivono da un punto di vista curioso, entusiasta e privo di sovrastrutture: il loro. L’obiettivo del laboratorio/redazione – ci spiegano gli organizzatori – è quello di incuriosire i giovani abitanti del Municipio, rendendoli autonomi, integrati nel proprio territorio e allenarli alla partecipazione e alla condivisione di idee per la realizzazione di un progetto comune”.

LA PRIMA USCITA – Riportiamo il ‘comunicato’ dei bambini dopo la loro prima uscita. Una visita da Garbatella a Tor Marancia, dalla storia dei lotti fino alla street art: “Domenica noi di ZeroZeroOtto siamo andati a fare un giro con Claudio D’aguanno che ci ha raccontato tante cose sul nostro Municipio. Ha detto che la Villetta era una torre una volta, che serviva ad avvistare i nemici. Proprio come quella di Tormarancia dove stanno i Murales. Poi davanti alla Cesare Battisti ci ha detto che tanto tempo fa ci hanno girato un film dove uno che faceva l’infermiere diceva che la scuola è un diritto di tutti e non di chi ha il numeretto – Ettore Scola ambientò una importante scena di “C’eravamo tanto amati” a piazza Sauli – Poi siamo andati a vedere la casa dei fratelli Cinelli – partigiani e antifascisti – e poi ci ha raccontato la storia di Monsignor Nicolai che era uno che aveva tanti cancelli per entrare a Garbatella ma ne sono rimasti solo due di cancelli. Claudio ci ha detto pure che tantissimo tempo fa i bambini che abitavano qua non andavano al mare a Ostia ma si facevano il bagno in una pozza – la marana – Poi siamo andati a vedere la Torre, quella alta che sembra proprio una torre che non si capisce se si chiama Tormarancia o Tormarancio perché il nome glielo ha dato uno schiavo che si era liberato perché studiava che si chiamava Amaranto. Poi siamo andati a fare le foto ai murales che sono molto fichi e colorati”.

LM