
La decisione trova il consenso unanime del Consiglio del Municipio XI
Tratto da Urlo n.140 novembre 2016
LA STORIA – L’ex scuola “8 Marzo” è un edificio che si trova in via dell’Impruneta, a Magliana, costruito negli anni ’70. Alla fine degli anni ’90, con un cambio di destinazione d’uso, lo stabile sarebbe dovuto diventare un commissariato di Polizia. Vennero avviati i lavori, poi interrotti. L’edificio tornò, quindi, nelle disponibilità del Comune di Roma e da lì sarebbe dovuta partire la riqualificazione. Si arriva al 2007 quando l’edificio, nel frattempo andato incontro al degrado, viene occupato. Nel 2010, poi, viene dichiarato inagibile e infine, nel 2012, posto sotto sequestro poiché i suoi occupanti avevano trasformato la struttura internamente creando nuovi spazi e apportato modifiche che gravavano sullo scheletro originale, già dichiarato inagibile. Negli anni il dibattito circa le sorti dello stabile e la sua occupazione, in tutte le sedi competenti, è stato acceso e nel 2015, l’allora prefetto di Roma, Gabrielli indicava la questione dello sgombero della “ex 8 Marzo” come una priorità.
LA MOZIONE PER LO SGOMBERO – All’inizio di novembre il Consiglio del Municipio XI ha approvato all’unanimità una mozione presentata dai Consiglieri di Fratelli d’Italia, che impegna Presidente e Giunta del Municipio XI a “farsi promotori presso il Sindaco di Roma affinché, in accordo con il Prefetto e il Dipartimento Politiche Sociali, la struttura della ex scuola ‘8 Marzo’ venga riconsegnata al quartiere e alle disponibilità del Comune di Roma attraverso lo sgombero dell’area, preventivando di concerto con il Municipio una nuova destinazione della struttura”. In sede di discussione è stato bocciato un emendamento aggiuntivo presentato dalla Consigliera Giulia Fainella (Pd), che chiedeva di “procedere con l’immediato ripristino delle condizioni di legalità e di sicurezza dell’immobile”.
LA POSIZIONE DI FDI – “Siamo molto soddisfatti. Questo atto va a toccare una delle più importanti e annose criticità del nostro Municipio. All’interno di questo edificio vige una situazione di completo degrado e di illegalità che fa aumentare la percezione di insicurezza e l’invivibilità del quartiere”, affermano Daniele Catalano, primo firmatario della mozione, Marco Palma e Valerio Garipoli (Fdi), che seguitano: “Esprimiamo soddisfazione nel voto unanime del Consiglio, che dimostra come quest’atto fosse oggettivamente utile e necessario per rimettere al centro del dibattito politico questa importante criticità”.
DAL MUNICIPIO – “Il M5S ha votato favorevolmente la mozione ma ha proposto un emendamento fondamentale che prevedeva, prima dello sgombero, un censimento degli occupanti al fine di individuare le persone appartenenti alle fasce deboli in modo da garantire loro diritti sociali e la giusta assistenza alloggiativa”, ha detto Gianluca Martone, Capogruppo del M5S al Municipio XI, che ha seguitato: “Approvare la mozione era un dovere. Ad oggi non conosciamo lo stato di effettiva pericolosità dello stabile che, dopo le recenti scosse, potrebbe essere stato compromesso”. Riferendosi alla bocciatura dell’emendamento presentato dal Pd, Martone ha aggiunto: “La mozione nel dispositivo prevedeva la restituzione dell’edificio a bene comune facendolo rientrare nella legalità. Il ripristino di quest’ultima era già intrinseco nell’atto. Il resto, da parte nostra, può essere definito come propaganda”. “L’intento era solo chiarire che a tutt’oggi in quello stabile non sono presenti né legalità né sicurezza”, ha detto Giulia Fainella (Pd) commentando quanto avvenuto in aula. “Sono assolutamente d’accordo con la mozione, soprattutto perché lo stabile è stato dichiarato inagibile e l’incolumità delle persone che lo abitano, seppur senza titolo, sono comunque una nostra priorità”.
Anna Paola Tortora