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Villa Pamphilj: al bando per i Casali rispondono 138 realtà

casetta ai monti pamphlj

Italia Nostra: “Una resa incondizionata, quattro soldi che non servono a nessuno”

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IL BANDO – Si è chiuso il 26 ottobre scorso il termine di presentazione per le domande relative al bando della Sovrintendenza Capitolina per l’assegnazione dei quattro casali di Villa Pamphilj. Il bando, pubblicato il 20 agosto scorso, aveva come oggetto l’assegnazione, a titolo oneroso, di quattro strutture all’interno della villa: la Cascina Floridi (per 21.840 euro annui), la Casetta ai Monti detta anche della Nocetta (per 2.844 euro annui), la Cascina Legnara ()con un corrispettivo di 5.688 euro l’anno) e la Casetta Rossa del Lago (per 3.654 euro annui). Uno sconto considerevole, valutato all’incirca il 20% del prezzo di mercato

LE ATTIVITÀ – Sono proprio i canoni agevolati a legare l’assegnazione al tipo di attività che verrà svolta nelle strutture. Il bando era rivolto a soggetti privati disposti ad utilizzare questi immobili per la realizzazione di attività culturali e l’attivazione di servizi aggiuntivi destinati alla pubblica fruizione, attraverso una concessione della durata di sei anni. “L’attività culturale ordinaria – si legge nel bando – deve essere offerta al pubblico a titolo gratuito, ad esclusione delle iniziative/eventi che comportino costi di organizzazione a carico del concessionario”.

UN GRANDE RISCONTRO – Sarebbero 138 le domande pervenute alla chiusura del bando, un grande riscontro di cui parla anche la Presidente del Municipio XII, Cristina Maltese: “Il Municipio da anni aveva sollecitato una soluzione per il recupero e la destinazione ad attività socio-culturali di immobili così pregiati, per la valorizzazione del contesto storico, artistico e naturalistico della Villa e per restituire alla città di Roma luoghi di aggregazione e di pubblica fruizione – ha detto la Presidente Maltese – La presenza di nuovi servizi, la manutenzione e la vigilanza degli immobili da parte degli organismi che risulteranno vincitori e la realizzazione di iniziative culturali, avranno inoltre un’importante ricaduta sulla sicurezza e la tutela del Parco”.

LA CRITICA AL BANDO – A tuonare contro la ‘svendita’ di queste quattro strutture è l’Associazione Italia Nostra, che paragona questi canoni agli affitti di una casa popolare: “Italia Nostra Roma nel ’73 raccolse 30 milioni per dare il primo contributo all’acquisizione della Villa. A buon diritto, quindi, ci sentiamo autorizzati a esprime tutto il nostro rammarico e la nostra contrarietà a questa operazione di piccolo cabotaggio – scrivono dall’Associazione – Un bando internazionale avrebbe dato risultati diversi e risultati diversi si sarebbero ottenuti se per 15 anni ci si fosse preoccupati di attivare finanziamenti per mantenere gli edifici e assegnarli con il coltello dalla parte del manico. Ora il Comune stringe il coltello dalla parte della lama”. Dall’Associazione parlano di una ‘resa incondizionata del Comune’: “È un’operazione fallimentare. Una resa senza condizioni. Quattro soldi che non servono a nessuno tranne a coloro che, a bando vinto, avranno un guadagno consistente da punti ristoro e attività culturali. Operazione in perdita quella dell’affitto a canone agevolato. Una resa incondizionata del Comune di Roma che regala i suoi elementi preziosi senza un’analisi costi-benefici – concludono – Uno sconto assurdo e una liquidazione insensata dei beni più preziosi”. 

LeMa