FONTE LAURENTINA – Fonte Laurentina brucia. È questo il grido d’aiuto lanciato dal Circolo Legambiente Agro Romano Meridionale dopo i tre incendi (in soli venti giorni) scoppiati nelle aree verdi del quadrante. Il primo rogo si è verificato il 4 giugno scorso, per poi proseguire il 22 e 23 dello stesso mese. L’ultimo, quello di martedì 23 giugno, è scoppiato nel Parco Pontecorvo, in pieno pomeriggio, mentre l’area verde era gremita di persone.
TRE INCENDI IN 20 GIORNI
La preoccupazione dei cittadini della zona e degli attivisti di Legambiente è che a causa di uno di questi incendi (prontamente domati dai Vigili del Fuoco) possa riproporsi lo stesso fenomeno avvenuto la scorsa estate. Allora un incendio scoppiato in un’area privata a coinvolto rifiuti e materiali illecitamente sversati e sotterrati, che hanno continuato a bruciare per giorni nel sottosuolo. Da allora il Circolo di Legambiente ha portato avanti un preciso lavoro di mappatura di ben 51 siti di sversamento illecito di rifiuti e materiali di risulta, che sono stati tutti denunciati alle istituzioni.
LE DISCARICHE ABUSIVE
Da circa tre mesi poi gli attivisti denunciano l’abbandono e il degrado delle aree verdi circostanti il quartiere, pericolosamente vicine ad alcuni dei siti di sversamento censiti: “È necessario che coloro i quali hanno ricevuto i nostri appelli, senza darvi seguito, si assumano le proprie responsabilità al cospetto della cittadinanza – ha sottolineato il vice presidente del Circolo, Massimiliano Coppola – Sono mesi che chiediamo la dovuta attenzione per tutta l’area compresa tra Fonte Laurentina, Vallerano, Casal Fattoria, La Torretta, Trigoria fino a Via di Porta Medaglia, un’area che presenta forti criticità a causa dei 51 siti di sversamento illecito che abbiamo censito, con rifiuti spesso speciali e pericolosi”.
I PERICOLI DI UN NUOVO INCENDIO
Dal Circolo fanno sapere che il monitoraggio della zona non si è fermato e che dalla fine del lockdown gli sversamenti sono aumentati: “Abbiamo istituito un rapporto efficace di collaborazione con l’Ufficio Tutela Ambientale IX Gruppo Polizia Locale, ma non basta – seguitano – Abbiamo bisogno che la politica locale e il Prefetto intervengano in modo forte e deciso, ognuno nell’ambito delle proprie competenze, per assicurare la tutela dei cittadini”. La richiesta dei cittadini riguarda, ad esempio, l’utilizzo dei Militari dell’Operazione Strade Sicure nel contrasto ai crimini ambientali, così come messo in atto in Campania per la ‘Terra dei Fuochi’. “Sono mesi che invitiamo l’Amministrazione a mettere in sicurezza le aree verdi che contengono rifiuti speciali e pericolosi e che, qualora venissero coinvolte in un rogo, produrrebbero fumi tossici e nocivi per la salute dei cittadini – concludono – Cosa dobbiamo aspettare? Che avvenga una tragedia perché qualcuno decida di intervenire?”.
Leonardo Mancini