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Ponte dei Congressi: quanto si rischia con i ritardi?

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Dopo le proroghe concesse dal Governo i ritardi nell’iter potrebbero far perderei fondi

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IL PONTE DEI CONGRESSI – Nel marzo scorso sul nostro giornale riportammo le ultime notizie sul finanziamento del Ponte dei Congressi. L’Articolo, apparso anche sul nostro cartaceo, titolava: “Ponte dei Congressi: cantieri entro dicembre o mai più”. La vicenda di questa infrastruttura (che collegherebbe la Roma-Fiumicino all’Eur senza passare per il Viadotto della Magliana), nell’ultimo anno si è legata strettamente alle tante opere dello ‘Sblocca Italia’, per poi essere inserita anche nel ‘Mille proroghe’. Il complesso iter burocratico potrebbe però far naufragare l’intervento, riallocando i fondi e programmandolo a data da destinarsi.

DALLO ‘SBLOCCA ITALIA’ AL ‘MILLE PROROGHE’ – L’opera era stata inserita all’interno dello “Sblocca Italia”, tra gli interventi da finanziare (145 milioni di euro a carico dello Stato su 200 milioni circa) a patto che venisse cantierizzata entro l’agosto del 2015. Come spesso accade i tempi per l’inizio dei lavori si sono dilatati, quindi dal Municipio XI si è cercato di correre ai ripari, per evitare che l’opera ricadesse ancora una volta nel dimenticatoio. Il 5 febbraio 2015 è stata infatti votata in Consiglio Municipale una mozione per richiedere al Parlamento di inserire i termini di cantierizzazione dell’opera all’interno del decreto ‘Mille proroghe’. Con l’accettazione di questa richiesta si sono quindi guadagnati circa 4 mesi.

I RITARDI NELL’ITER – La rinnovata attenzione per l’intervento aveva fatto ben sperare, soprattutto dopo l’apertura della Conferenza dei Servizi (27 febbraio 2015) e le dichiarazioni dell’ex Sindaco Marino, che descriveva il Ponte come “fondamentale per Roma, importante volano della ripresa economica della Capitale”. Il nostro articolo di marzo si è concluso con la speranza che l’iter per l’intervento avrebbe fatto rapidamente il suo corso, e che i cantieri per la realizzazione dell’opera si sarebbero potuti aprire a dicembre 2015. Purtroppo nessuna notizia, anzi, a quanto si apprende mancherebbero ancora tutte le autorizzazioni.

SI RISCHIA LA PERDITA DEI FONDI – A parlare dei rischi di questi ritardi è il Consigliere Regionale Fabrizio Santori, che non manca di elencare i passaggi, tutti amministrativi, che hanno allungato i tempi di cantierizzazione: “Tempi brevi e lassismi vari hanno portato all’adozione di due milleproroghe e un decreto interministeriale. Senonché, oggi, a 16 mesi dallo Sblocca Italia non si vede l’ombra di un mattone – spiega – considerando che a fine ottobre la Regione Lazio era ancora sulla Valutazione di Impatto Ambientale”. Il primo grande rischio cui questi ritardi stanno esponendo l’opera riguarda la disponibilità dei fondi: “È chiaro che in queste condizioni il Governo può togliere il finanziamento in un battibaleno, scaricando le colpe sugli enti locali – seguita il Consigliere Santori – Siamo quindi appesi ai ricatti ed ai giochi di potere di Renzi nei confronti di una regione e di un comune immobili e incapaci di gestire la realizzazione di una grande infrastruttura. Quella del Ponte dei Congressi è un’occasione che Roma deve cogliere al volo, perchè ha bisogno di fluidificare il traffico del quadrante ovest – conclude – Chiedo al prefetto Tronca che non si perda più altro tempo utile, perchè è in ballo il lavoro e la qualità della vita di migliaia di persone”.

IL PROGETTO DEL PONTE – Il progetto porta la firma di un gruppo di architetti italiani guidati dal Professor Siviero, che collabora con un team spagnolo guidato dal professor Arenas. Il coordinamento del Progetto generale di sistemazione del quadrante viario è di Risorse per Roma, insieme al Dipartimento Sviluppo, Infrastrutture e Manutenzione Urbana dell’Assessorato ai Lavori Pubblici di Roma Capitale. L’intervento prevedrebbe un “grande sistema rotatorio a senso unico”. L’ingresso in città dovrebbe essere assicurato dal Nuovo Ponte dei Congressi, sul quale si arriverebbe dalla Roma-Fiumicino per poi sbucare su viale Egeo, mentre per l’uscita verrebbe mantenuto il viadotto della Magliana. Oltre al miglioramento della mobilità generale del quadrante, l’attenzione sarebbe rivolta anche alla realizzazione, lungo gli argini del Tevere, di un Grande Parco Fluviale con percorsi ciclopedonali collegati con le analoghe piste dell’Eur; oltre alla sistemazione di tutti gli svincoli della attuale viabilità: via Ostiense–via del Mare, via Isacco Newton e via della Magliana.

IL DOPPIONE DEL PONTE PER LO STADIO – Negli ultimi mesi si è tornati spesso a parlare di questo intervento, in relazione però ad un altro ponte, anch’esso ancora sulla carta. Parliamo dell’opera prevista negli oneri della costruzione del Nuovo Stadio della Roma e dell’annesso Business Park: un ponte che dalla Roma-Fiumicino attraverserebbe il Tevere (più a valle rispetto al progetto del Ponte dei Congressi) entrando direttamente all’interno delle nuove edificazioni. Uno sdoppiamento che avrebbe potuto far ripensare il sistema della mobilità dell’area, ma che non darebbe certezze nei tempi di realizzazione. La speranza è che il Ponte dei Congressi non subisca l’ombra di questo progetto, venendo inesorabilmente de-finanziato.

Leonardo Mancini