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    Stadio e Business Park: la posizione dell’Istituto Nazionale di Urbanistica

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    Parco del Tevere, mobilità e opere per tutta la città: queste le priorità per l’INU

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    LA POSIZIONE DELL’INU – La sezione regionale dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) ha rilasciato ieri una nota in cui viene spiegata la posizione dell’istituto in merito alla vicenda dello Stadio della Roma e delle edificazioni ad esso connesse. L’Istituto, fondato nel 1930 per promuovere gli studi edilizi e urbanistici e diffondere i princìpi della pianificazione, ha una posizione molto chiara sull’intervento: un sì netto nei confronti dello Stadio e del Parco fluviale e un no altrettanto netto sul Business Park. 

    LO STADIO È SOLO IL 14% DEL PROGETTO – “Deve essere chiaro – apre la nota dell’INU – che la proposta di delibera della Giunta di Roma Capitale dell’8 settembre scorso, per quanto intitolata “Stadio della Roma a Tor di Valle” in realtà prevede un nuovo grande centro direzionale o “business park’”. L’analisi dell’ente parte da alcune considerazioni numeriche, infatti dell’intero intervento che conta 354.000 mq di Superficie utile lorda, quindi 1.133.000 mc, soltanto il 14 % è relativo all’edificazione dello Stadio, circa 49.000 mq, mentre tutto il resto della SUL è destinata al Business Park. 

    UN VALORE PER TUTTA LA CITTÀ – Secondo l’Ente la situazione attuale si è creata per una “errata applicazione del ‘contributo straordinario’, la regola stabilita dal PRG in base alla quale il 66% dei plusvalori immobiliari generati da una trasformazione, la cui sostenibilità urbanistica va accertata prima di ogni altra cosa, tornino alla città”. Una interpretazione questa che inevitabilmente riporta sul piatto della bilancia le opere pubbliche previste, ma anche il loro valore per tutta la città: “Le opere previste, soprattutto infrastrutture di trasporto (prolungamento linea B, adeguamento via Ostiense/via del Mare, nuovo ponte carrabile sul Tevere e raccordo tra autostrada Roma – Fiumicino e via Ostiense), servono a far entrare e uscire gli spettatori dallo Stadio e a rendere facilmente accessibile dall’aeroporto di Fiumicino il Business Park”. 

    LA MOBILITÀ – Mancato l’obiettivo dell’utilità delle opere pubbliche per tutta la città, secondo l’Istituto rendere accessibile lo stadio ed il Business Park deve essere interesse del solo investitore: “L’interesse pubblico reale invece starebbe nell’utilizzare l’incremento infrastrutturale per dare accessibilità ed accrescere le dotazioni anche al resto della città. Questo obiettivo potrebbe essere raggiunto ad esempio attraverso il potenziamento della Roma – Lido, già in parte finanziato dalla Regione Lazio. Tuttavia questa soluzione non viene messa a confronto con quella proposta. In sintesi l’intero sistema infrastrutturale è pensato al servizio del nuovo gigantesco insediamento, per quattro quinti destinato a uffici, vero e proprio asteroide precipitato in mezzo alla valle del Tevere”. 

    LA PROPOSTA – Secondo l’INU questa proposta urbanistica può essere accolta solo a determinate condizioni. Infatti anche se verrà previsto lo Stadio “si dovranno rispettare il sito e i suoi valori ambientali, naturalistici, paesaggistici, evitando di sovrapporre meccanicamente pretese finanziarie e torri di uffici alle qualità del luogo. Con queste attenzioni e garanzie – seguitano – la proposta del nuovo Stadio e del Parco fluviale possono considerarsi ammissibili mentre né giustificata né ammissibile è la proposta di un nuovo, massiccio, quartiere di uffici nella valle del Tevere”. La vera partita per l’istituto si dovrebbe giocare sulla riqualificazione delle aree naturali del Tevere e non sulle cubature residenziali o adibite a servizi: “Dipenderà dalla qualità che si darà all’area naturale, oggi degradata, e dal rispetto dell’esistenza del fiume. Attrezzare a parco urbano e di divertimenti l’ansa del Tevere, come indica il PRG, può integrarsi positivamente con la proposta del nuovo Stadio e dei servizi sportivi e di divertimento connessi, dando vita ad una porzione di viva bellezza del Parco Tevere sud, attrattore di attività sostenibili e complementari alla residenzialità dei quartieri circostanti”. 

    Leonardo Mancini