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Pronto Soccorso: dalla Regione fioccano le inaugurazioni

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S. Eugenio e S. Camillo tra gli ospedali protagonisti delle consegne dei lavori previsti con i fondi giubilari

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Tratto da Urlo n.130 dicembre 2015

REGIONE LAZIO – Si avvia a conclusione il piano sanitario predisposto dalla Regione Lazio in preparazione al Giubileo. Molti gli interventi previsti dal progetto che mira ad adeguare la rete ospedaliera per l’occasione: “Siamo pronti ad affrontare la grande sfida del Giubileo con la consapevolezza di aver programmato e pianificato per tempo tutte le azioni necessarie, realizzandole secondo il cronoprogramma stabilito”, diceva il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, durante il consiglio regionale del 24 novembre scorso dedicato al Giubileo.

Nelle scorse settimane, sono partite le inaugurazioni dei lavori per il piano giubilare della Regione per l’adeguamento e la messa a norma dei reparti dell’emergenza ospedaliera. Dodici in totale i pronto soccorso interessati, per un investimento pari a 33,5 milioni di euro.

Il 20 novembre c’è stata la prima inaugurazione con il pronto soccorso del Santo Spirito, il 25 novembre del reparto dell’Ospedale Sant’Andrea, mentre il 30 novembre è stata la volta dell’Ospedale San Giovanni, dopo un investimento di circa 4,5 milioni di euro. Ancora, il 26 novembre è stata la volta del S. Eugenio, il 2 dicembre del Grassi di Ostia, il 3 del San Camillo.

Al S. Eugenio è stata rinnovata la medicina d’urgenza, con la totale ristrutturazione di questo settore che lavora a stretto contatto con il pronto soccorso. Gli ultimi lavori per quest’area, a quanto riferito dalla Regione, risalirebbero agli anni ’70. L’investimento è stato di 1,6 milioni. È stato aumentato il numero dei posti letto, passati da 16 a 20; in questo modo l’ospedale può ora prendere in carico pazienti instabili, affrontando la gestione dell’emergenza con servizi all’avanguardia. In soli 4 mesi si è ottenuta la riqualificazione della medicina d’urgenza e del day surgery, assieme all’area di terapia intensiva, il nuovo collegamento coperto tra l’edificio storico del nosocomio e quello moderno, struttura attesa da tempo. “Il risultato è molto positivo – ha detto il direttore della Asl RmC, Carlo Saitto – C’è stato un cambio nella logica di gestione, sono stati rispettati i tempi e la qualità del prodotto realizzato è eccellente”. A presenziare all’inaugurazione il Presidente Zingaretti: “Per fortuna non si è trattato solo di cambiare colore alle pareti, ma ci sono stati investimenti in tecnologie, in nuovi macchinari, in un modello nuovo di ospedale che rimette al centro il malato, i suoi bisogni e le sue esigenze. Per gli operatori – seguita – si tratterà di lavorare in ambienti a norma e confortevoli”.

Dall’opposizione regionale il quadro della sanità laziale viene però dipinto a tinte fosche: “Mentre apprendiamo del solito show zingarettiano post-taglio di nastro, dove cerca di tranquillizzarci che tutto sia ok, vorremmo chiedergli delucidazioni sul reparto di medicina nucleare del S. Eugenio, chiuso da oltre un anno e mezzo – scrive in una nota il Capogruppo di Fi in Regione e Vicepresidente della Commissione Salute, Antonello Aurigemma – Si tratta di una vera e propria eccellenza per il nostro territorio, la cui chiusura ha messo in difficoltà molti pazienti. E mentre Zingaretti esulta per il nuovo PS, della medicina nucleare non si ha ancora notizia. Tutto ciò, nonostante il governatore si fosse impegnato per la sua riapertura entro aprile 2015”.

Il 3 dicembre invece è stata la volta del S. Camillo. Il nosocomio, si apprende da una nota della Regione Lazio, ha beneficiato di fondi per un ammontare totale di 3,8 milioni di euro. Gli interventi hanno interessato il PS e il reparto di terapia intensiva. Quest’ultimo è stato dotato di 20 posti letto in più. Al S. Camillo, aggiunge la Regione, verranno spostate anche la medicina nucleare e la sala donatori del Forlanini. Per la durata del Giubileo, poi, saranno 120 le nuove unità di personale, di cui 32 a tempo indeterminato e 88 a tempo determinato. Potenziato il reparto dialisi, con nuovi macchinari e 41 posti letto.

“Si tratta di una struttura di grande rilievo e altamente performante, deputata all’accoglienza dei malati difficili e alle specialità di cardiochirurgia e neurochirurgia. Il risultato di un lavoro di squadra di cui andiamo orgogliosi – ha detto in riferimento alla nuova terapia intensiva il direttore generale del S. Camillo, Antonio D’Urso – La dotazione comprende 20 nuovi posti letto costati 1.381.871 euro, e il miglioramento dell’area dei codici bianco e verde del pronto soccorso per un totale di spesa pari a 300mila euro. Sull’ammodernamento tecnologico sono stati invece investiti 2 milioni e 100 mila euro”.

Molte perplessità sono state espresse anche dal Consigliere d’opposizione Fabrizio Santori, membro della Commissione Salute. Il tema del contendere riguarderebbe le tempistiche per le autorizzazioni sanitarie: “Sto per presentare un’interrogazione sulla presunta assenza di autorizzazione sanitaria nei pronto soccorso inaugurati. Sembra che prima si apre, poi si aggiusta la pratica, mentre per legge questa autorizzazione è obbligatoria per tutte le strutture, sia pubbliche che private. A mio avviso, qualora questo risultasse esatto, sarebbe una irregolarità gravissima e dettata dall’urgenza di aprire e dare in pasto alla stampa e al Vaticano i lavori giubilari”. Per Santori si tratterebbe di una questione di ritardi: “È vero pure che il Giubileo è arrivato di sorpresa, ma c’è stata tutta l’estate, con luglio e agosto in cui la Regione è rimasta ferma, per poi riprendere a settembre con i lavori che sono partiti solo ad ottobre inoltrato”. Santori torna anche sul Consiglio regionale straordinario indetto per riferire sui lavori giubilari. “Si è parlato dell’allargamento dei PS in zone centrali, mentre tutte le altre iniziative sono ancora in alto mare. Il Giubileo è alle porte e circa 40 milioni di euro che erano stati stanziati dalla Regione per gli interventi sui PS sono stati tolti dagli interventi strutturali di altri ospedali della Regione Lazio”. Nessun finanziamento ad hoc quindi, “solo un depauperamento degli investimenti sugli altri nosocomi, dove si continua ad avere lunghe attese nei PS per l’assenza di spazio nei reparti”. Una carenza strutturale che si sarebbe potuta alleviare con il funzionamento a regime delle strutture di medicina territoriale: “Se guardiamo alle Case della Salute – seguita il Consigliere Santori – non c’è una struttura che lavori a pieno regime. In alcuni casi i cittadini nemmeno le conoscono, delle vere cattedrali nel deserto nonostante i soldi spesi”.

Andrea Calandra