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Roma-Lido: respinta la proposta dei privati per l’ammodernamento

Stazione Cristoforo Colombo

La RATP Dev Italia replica mostrando il progetto alla stampa

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LA ROMA-LIDO – Nella giornata di ieri la Regione Lazio ha decretato la non fattibilità del progetto presentato da RATP, Ansaldo e altre aziende in cordata per l’ammodernamento della Roma-Lido. Un project financing che, una volta approvato, sarebbe potuto andare a gara per l’affidamento invitando anche il promotore. La bocciatura arriva alla scadenza dei tre mesi a disposizione dell’ente regionale per rispondere alla proposta dei privati. 

L’ITER DEL PROGETTO – Il progetto è stato presentato alla Regione Lazio il 30 giugno del 2014. L’ATI proponente (Associazione Temporanea d’Impresa) è composta da Ansaldo sts, Hitachi, RATP Dev Italia, Salcef, Cilia Italia e Architecna. Nel settembre dello stesso anno si costituisce un Gruppo di Lavoro tra Direzione Regionale Territorio, Urbanistica, Mobilità e Rifiuti – Area Trasporto Ferroviario e Impianti Fissi, Roma Servizi per la Mobilità e ATAC. Tra ottobre e novembre 2014 l’ATI fornisce all’Amministrazione le modifiche al progetto preliminare, e fino all’ottobre del 2015 vengono svolti i tavoli tecnici. Dal luglio 2015 si procede alla verifica economica-finanziaria della proposta, mentre tra dicembre e gennaio 2016 si svolge la Conferenza dei servizi istruttoria e il 27 aprile l’ATI presenta di nuovo il progetto in base al Nuovo Codice Appalti da poco entrato in vigore. Ma da quel momento in poi sono cessati i contatti tra la Regione e l’ATI, fino alla bocciatura della proposta: “Al momento non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dalla Regione Lazio – ha dichiarato Bruno Lombardi, Amministratore Delegato RATP Dev Italia – Altra precisazione doverosa è che non siamo mai stati invitati a partecipare, nonostante le nostre numerose richieste anche scritte, alle audizioni dell’ottava Commissione Trasporti e Lavori Pubblici del Senato della Repubblica in cui si è discusso del nostro progetto. L’unica fonte di informazione sono stati i poco attendibili rumors di corridoio”.

IL NO DELLA REGIONE LAZIO – Secondo la Regione nella proposta non verrebbe presa in considerazione la realizzazione di nuove stazioni, così come la ristrutturazione dell’esistente. Inoltre “non è coerente con un adeguato rischio d’impresa, in considerazione anche della mancata assunzione di responsabilità degli incassi da bigliettazione, che rimarrebbero alla Regione e quindi non prevede un adeguato controllo dell’evasione tariffaria da parte del gestore”. Secondo l’Assessore Civita la bocciatura del Progetto di RATP non porterà all’immobilismo nei confronti dei sempre più necessari interventi: “Già ora sono in corso da parte di ATAC, responsabile dell’esercizio e della manutenzione della linea, importanti interventi sul potenziamento delle sottostazioni elettriche e delle stazioni – spiega Civita – Altre opere sono in programmazione grazie alle risorse ministeriali sbloccate (circa 100 ml per le due ferrovie ex concesse) non utilizzate negli anni passati. Si è avviata, inoltre, una collaborazione con RFI per definire un piano generale di ristrutturazione e messa in sicurezza, con l’obiettivo di utilizzare i 180 mln per la Roma–Lido, frutto dell’intesa fra Regione e Governo, appena disponibili. Una parte di queste risorse sarà destinata all’acquisto di nuovi treni”.

LA REPLICA DI RATP – A quanto riferito dalla società in conferenza stampa, la proposta ha seguito dei vincoli concordati con la Regione. Tra questi ci sarebbe stato l’assoluto divieto di modifiche alle volumetrie esistenti, che corrispondono alle stazioni, assieme al sistema di bigliettazione che sarebbe dovuto rimanere immutato. “Il progetto presentato si basa su una constatazione evidente a tutti: la Roma-Ostia Lido non funziona, è tra le linee impiegate da migliaia di pendolari peggiori d’Italia, forse la peggiore – seguita Lombardi – Né l’Atac, il gestore, né la Regione Lazio, a cui fa capo la proprietà, nonostante le annose evidenze di non funzionamento della linea, hanno mai fatto un progetto complessivo di ammodernamento. Noi invece ne abbiamo presentato uno – aggiunge – La nostra proposta è concreta e può essere messa in cantiere in 8 mesi”.

I NUMERI DELLA PROPOSTA – Qualora la proposta fosse stata ritenuta valida, il vincitore della gara avrebbe gestito la linea per 25 anni, a fronte di un investimento di 450milioni di euro di cui “più della metà di fondi privati”. Inoltre la proprietà dell’infrastruttura e dei mezzi, così come i ricavi della bigliettazione, sarebbe rimasta alla Regione che, durante la gestione, non avrebbe sostenuto alcun costo per la manutenzione ordinaria e straordinaria. Il canone corrisposto dalla Regione per il primo anno di servizio sarebbe stato di 42milioni di euro, cui si sarebbero sottratti i ricavi dei biglietti, “contro i 53 milioni di euro pagati all’attuale gestore – Atac Ndr – a cui vanno aggiunti i ricavi da traffico e le manutenzioni straordinarie (pari a circa 10/15 milioni di euro all’anno)”. “La nostra priorità è rendere gli attuali viaggiatori, vittime di quotidiani disservizi e disagi, dei clienti a cui garantire puntualità, regolarità e confort del servizio – ha dichiarato Andrea Buonomini, Direttore Sviluppo Italia RATP Dev Italia – Attraverso investimenti stranieri attratti nel nostro Paese, abbiamo creato un’ATI di società italiane che si occuperanno, nei primi 4 anni, di tutti i rinnovi della linea, delle stazioni e della flotta e, per ridurre eventuali disagi, saranno presenti per tutti i 25 anni per gestire la manutenzione ordinaria, straordinaria e i rinnovi tecnologici nel corso dell’intera concessione. Anche il personale assunto sarà per lo più proveniente dai quartieri e dai municipi interessati”.

LA LINEA SECONDO RATP – Elemento centrale della proposta dei privati era la trasformazione in una vera e propria linea metropolitana, con l’aumento della frequenza e della quantità di treni in servizio. Il passaggio dei 17 nuovi treni, a partire dal settimo anno della gestione, era stimato in 6 minuti e mezzo in entrambe le direzioni, riducibili a 3 minuti e mezzo nelle ore di punta in un’unica direzione: “un trasporto potenziale a regime di 40 milioni di passeggeri all’anno – circa il doppio rispetto ad oggi Ndr – senza costi per i cittadini – continua Lombardi – Intendiamo garantire investimenti e tempi certi per la realizzazione della proposta, che potrà prevedere anche sinergie con altri progetti in discussione, come lo Stadio della Roma e le Olimpiadi”. E ancora il rifacimento della linea di contatto, l’introduzione di un sistema di segnalamento radio di ultima generazione, interventi per migliorare la qualità e il confort del viaggio e l’incremento dei livelli sicurezza delle stazioni, oltre al restauro conservativo e al restyling.

IL FUTURO DELLA ROMA-LIDO – In ogni caso questo progetto è stato bocciato, e la Regione Lazio, che entro il 2 dicembre del 2019 dovrà comunque mettere a bando la gestione della linea, sembra voler provvedere autonomamente alla sistemazione della Roma-Lido. Lo farà a fronte dei 100milioni per le due ferrovie ex concesse non utilizzati negli anni passati e dei 180milioni per la Roma–Lido frutto dell’intesa fra Regione e Governo. A quanto dichiarato dall’Assessore Civita una parte di questi 280 milioni serviranno a coprire anche alcuni investimenti sui treni. Secondo quanto affermato dalla società RATP i conti non tornerebbero e gli investimenti previsti dalla Regione riguarderebbero solo interventi parziali e non risolutivi. Quindi: “Perché 450milioni di euro pubblici, quando possiamo usare i fondi privati e investire i pubblici su altri progetti? – si chiede Lombardi – Alla eventuale gara del 2019 noi non parteciperemo, perché gli investimenti vanno fatti ora e se le cose non cambiano la situazione potrà solo peggiorare”.

Leonardo Mancini

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