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A Roma il forum per educare i giornalisti nella cronaca sul gioco d’azzardo legale

La comunicazione oggi è fondamentale. Lo sanno bene gli esperti: comunicare informazioni parziali e incorrette può arrivare ad alterare la percezione del pubblico nei confronti della questione posta. Quando poi l’oggetto della discussione non gode di grossa pubblicità la comunicazione è due volte più importante. Come nel caso del gioco legale: dal settore sanno bene come comunicare. Il sito di settore BonusRicchi non ha dubbi a riguardo: “Se si parla di gioco vanno tenute a mente più questioni: il contesto sociale, quello economico e politico. Urge che i messaggi non siano né parziali né tantomeno confusi”. Il tema è di quelli importanti e c’è bisogno che chi ne parla sia educato dagli esperti stessi.

A questo proposito l’Unione Cattolica della stampa italiana (UCSI) ha organizzato un corso di formazione per giornalisti, per sensibilizzare al trattamento del tema e alla sua narrazione: “Le parole del gioco: strumenti per comunicare il gioco legale ed elementi deontologici” – il titolo del forum tenutosi a Roma, al Centro Studi Americani – e coordinato dal numero uno dell’UCSI, Vincenzo Varagona, e da Marco Dotti, direttore responsabile Editrice Missionaria Italiana. Come è andato l’incontro? Come riferito dal già citato Bonus Ricchi “si è tenuta una panoramica generale sul settore gioco, anche da un punto di vista economico”.

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Nel forum si è parlato di dati, a cominciare dal disastroso bilancio del 2020: il settore totalizzò, allora, 7,3 miliardi di entrate erariali. Numeri importanti ugualmente, ma comunque in calo rispetto agli standard. Nel 2021 sono tornati quasi sugli standard pre-pandemici. La filiera oggi si compone di quasi novemila imprese, e conta sulle forze di 40.000 addetti ai lavori. Il fatturato annuo del settore in Italia è attorno ai 14 miliardi di euro. A cui partecipano 300 concessionari, 3200 imprese, 80.000 punti vendita e 150.000 unità lavorative complessive, tenuto conto dei dipendenti diretti e indiretti. Il corso è poi proseguito con l’intervento di Alfonso Celotto, docente di Diritto Costituzionale, che ha affrontato il tema spinoso della regolamentazione del settore.

In un corso di formazione ampio e variegato spazio anche al tema dell’illegalità e del gioco d’azzardo patologico. Due fenomeni che sono la priorità per l’intero settore: il primo ha un giro d’affari ormai in larga espansione, superiore ai 20 miliardi. Unico baluardo resta il gioco legale. Sul fronte gioco patologico è intervenuta Sarah Viola, psichiatra del SSN: il nodo della dipendenza è legato alla sostituzione tra oggetto e relazioni sociali, che attua il giocatore quando ha oltrepassato il segno. La dimensione fisica della dipendenza, in una sola parola. Un ottimo momento per comprendere fino in fondo quanto sia sbagliato definire “malato” un soggetto affetto da ludopatia.