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Agrario Garibaldi: una petizione per Bo e Eva come cani di quartiere

Senza l’intervento dei cittadini, i due cani, da 10 anni all’interno di un’area in abbandono dell’Istituto, rischiavano di finire in canile. Ora una petizione chiede il riconoscimento come “cani di quartiere”

MUNICIPIO VIII – Sta ottenendo molta attenzione la storia di Bo e Eva, i due cani che da circa 10 anni avevano trovato dimora in uno spazio abbandonato all’interno dell’Istituto Agrario Giuseppe Garibaldi. Da alcuni giorni entrambi i cani non sono più presenti nell’area, perché sottratti alla cattura e al trasporto presso il canile della Muratella, da parte alcuni cittadini che hanno preso a cuore il loro destino.

LA VICENDA

Si tratta di una situazione complessa che prende spunto dalla necessità da parte dell’Agrario di tornare in possesso di alcuni spazi, oltre che dall’attenzione portata sulla vicenda da una recente interrogazione di Forza Italia in Municipio VIII per chiedere l’intervento del Campidoglio nella bonifica. L’area in questione infatti, fino al 2014, ospitava un maneggio che venne distrutto dalle fiamme finendo inoltre in una lunga querelle giudiziaria, che non ha permesso la bonifica. Solo recentemente infatti l’Istituto sarebbe rientrato in possesso dell’area (dopo aver vinto un ricorso al Consiglio di Stato) con l’idea di riqualificarla e di utilizzare gli edifici presenti per la didattica dell’Agrario.

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IL DESTINO DI BO E EVA

Con la rimozione della recinsione dell’area è anche arrivata dall’Istituto la segnalazione alla ASL sulla presenza dei due cani. Il loro destino sarebbe stato quello di venire trasportati al Canile della Muratella, non potendo più vivere in libertà così come fatto negli ultimi anni. L’intervento di alcuni cittadini ha quindi impedito la cattura, così “Bo e Eva non sono finiti a Muratella ma non continueranno neanche a vivere dove hanno vissuto per 10 anni – si legge nel testo di una petizione promossa da alcuni cittadini – Non avranno più la compagnia dei loro amici gatti, non riceveranno più la visita quotidiana delle persone che erano la loro famiglia. Non è un po’ morire anche questo?”.

LA PETIZIONE

Alcuni cittadini, assieme alla consigliera municipale della Lista Calenda, Simona Novi, hanno così lanciato una petizione online che, in poche ore, è stata già sottoscritto da oltre 400 persone. Nel testo si chiede “che Bo e Eva siano le mascotte dell’Istituto Agrario – e ancora – La normativa regionale prevede sia la figura del cane di quartiere che del cane libero accudito: questo chiediamo, solo l’applicazione della legge”. In particolare è la legge regionale numero 34 del 21 ottobre 1997 a riconosce il diritto al cane di essere animale libero, mediante valutazione delle condizioni definite dalla Asl locale di riferimento, in accordo con le associazioni animaliste operanti sul territorio con la definizione di cane di quartiere. Inoltre le Associazioni che propongono il cane come libero accudito ne sono ritenute responsabili per la custodia e per tutte le cure di cui avranno bisogno. Una situazione complessa che, molti cittadini, vorrebbero veder risolta con il ritorno di Bo e Eva nel luogo dove hanno vissuto negli ultimi dieci anni.

LeMa