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Roma Asili nido: partono i ‘saldi’ del Campidoglio

bambino nido

Sono 17 le strutture che passerebbero ai privati per far fronte alla carenza di fondi

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LA CESSIONE DEI NIDI AI PRIVATI – Con il nuovo anno arriva la prima brutta sorpresa per l’istruzione nella Capitale. Questa volta a farne le spese potrebbero essere alcuni asili nido comunali. A quanto si apprende da un articolo apparso sul Messaggero il Campidoglio, in questo caso il commissario Tronca, starebbe pensando alla cessione ai privati di alcuni asili nido comunali. I motivi di questa ipotesi, inserita all’interno del Documento Unico di Programmazione (DUP) 2016-2018, riguarderebbero l’impossibilità per la Capitale di far rientrare i costi delle strutture nel bilancio. Nel 2016 infatti i conti di Roma potrebbero vedere ulteriori tagli alla spesa corrente, che porterebbero all’affido delle materne allo Stato e dei nidi ai privati. 

LE LISTE D’ATTESA – Altro elemento che avrebbe fatto protendere l’inquilino del Campidoglio per la cessione, sarebbe la presenza di lunghe liste d’attesa perlomeno in cinque municipalità (III, VI, X, XII e XV). “Per l’attivazione e la gestione di 90 nuove sezioni a tempo pieno, necessarie per accogliere i bambini attualmente in lista d’attesa – si legge nell’articolo de il Messaggero – sono necessari ulteriori fondi per un importo pari a 12.375.000 euro l’anno”. Sono 206 gli asili comunali, che ospitano attualmente 13.254 iscritti. Per le sole spese di gestione il Comune dovrebbe racimolare 6 milioni di euro, cifra non reperibile secondo quanto affermato dal DUP.

LA LISTA DELLE 17 STRUTTURE – A fronte di questa difficoltà economica il Campidoglio avrebbe pronta una lista di 17 strutture da cedere in concessione ai privati: Boccioni (II Municipio); Tor Cervara di via Eneide, Giocolandia di via Montecassiano, Bimbilandia di via Bonifacio e Flora (IV Municipio); Casale Prampolini di via Valente(V); Castelverde di largo Rotello, Ponte di Nona di via Crocco e Villaggio Prenestino di via Montegano (VI); Trafusa, Vivanti e Camboni (IX); Il bruco e la mela di via dei Colli Portuensi, Massimina di via Aquilanti e PortaPortese di via Bettoni (XII), Valcannuta (XIII) e Monsignor Antonino Spina di via San Basilide (XIV).

LE REAZIONI – Dal Partito Democratico le prime reazioni alla notizia diffusa dai quotidiani, con la richiesta di un confronto diretto con il commissario Tronca: “La nostra convinzione è che il sistema integrato di gestione sia da valorizzare, rispettando i parametri di eccellenza che il servizio pubblico in questi anni è stato in grado di garantire – dice in una nota il gruppo uscente del Pd di Roma Capitale – Ribadiamo dunque la necessità di un confronto, confidando nell’accoglienza che le proposte del Pd hanno già avuto”. Estrema critica, fino all’annuncio delle ‘barricate’, è la posizione assunta da SEL: “Questo piano di privatizzazione è un altro effetto pericoloso della gestione commissariale voluta dal premier Renzi dell’amministrazione capitolina, e deve essere fermato – ha detto il capogruppo uscente Gianluca Peciola – Non è possibile risparmiare su un servizio delicato come l’offerta educativa e scolastica che deve restare pubblico”. Durissima la reazione del Municipio VIII con il Minisindaco in quota SEL, Andrea Catarci: “Il Commissario Tronca non batte un colpo sui problemi specifici segnalati dai Municipi territorio per territorio. Al contrario, dimenticandosi del carattere provvisorio e a-democratico della sua carica, rilancia la malsana idea di privatizzare gli asili nido demolendo uno dei sistemi educativi che, malgrado tagli ingenerosi, è ancora tra i più avanzati d’Italia”. Sempre dal Municipio VIII viene anche evidenziato come il passaggio delle scuole d’Infanzia allo Stato renderebbe ancora più complessa la regolarizzazione di centinaia di lavoratori e lavoratrici: “Come prima conseguenza di queste scelte in solitaria ci sarà impossibilità di procedere alla stabilizzazione di centinaia di educatrici e insegnanti precarie – conclude il minisindaco – Possibile che due cose così importanti non passino neanche al vaglio dei Municipi? Tutte e due queste sciagurate ipotesi troveranno ferma opposizione fino alle barricate”.

+++AGGIORNAMENTO+++

LA COMUNICAZIONE DEL CAMPIDOGLIO – Dal Campidoglio arriva nel tardo pomeriggio di oggi una nota che spiega la posizione di Palazzo Senatorio in merito a questa vicenda: “Le ipotesi di determinazioni relative ai nidi e alle scuole dell’infanzia sono coerenti con il percorso tracciato dalla precedente Amministrazione, nonché con il Piano di Rientro che aveva già prescritto un programma di ristrutturazione della spesa nel settore dei nidi per un importo pari a 10 milioni di euro l’anno, da reinvestirsi per incrementare l’offerta dei posti, nonché la qualità del servizio”. La nota prosegue: “Il documento, relativo al triennio 2016-2018, delinea scenari ipotetici da valutare in sede di redazione del bilancio di previsione – a partire dall’attuale situazione articolata in 209 nidi a gestione diretta pubblica e solo 7 strutture in concessione – e trae origine, da un lato, dalla considerazione dei significativi minori costi imputabili alla gestione in concessione rispetto a quella diretta, dall’altro, dalla possibilità di ampliare i posti disponibili per l’utenza, riducendo le liste di attesa”. Un’ultima battuta relativa alla necessità di coinvolgere le istituzioni e le parti sindacali interessate: “Ferma restando la volontà dell’Amministrazione Straordinaria Capitolina di garantire gli attuali livelli occupazionali e la piena efficacia del servizio pubblico, si specifica che qualsiasi percorso applicativo vedrà la necessaria condivisione di qualsiasi decisione strutturale, che verrà assunta – conclude – previo dovuto confronto con le parti sindacali e con tutti gli attori interessati”.

Leonardo Mancini